Eia Eia … ovvero il carro del vincitore. - di Claudia Petrazzuolo

26.02.2013 07:27

Eia Eia … ovvero il carro del vincitore.
In questo paese di merda (licenza poetica?, no schifo reale!; ndr), governato da gente di merda, inserite in un sistema di merda, la merda la fa da padrona!: ma così come gli occhi sono lo specchio dell’anima, allo stesso modo un governo è lo specchio del paese che regge; detto questo ognuno tragga da sé le debite conseguenze. Ho scritto, giorni addietro, e l’ho fatto con la dignità e l’orgoglio di una persona libera, che non salivo sul carro del vincitore avendo presagito ( La piazza, virtuale e non; ndr) che il M5S avrebbe rotto gli argini della protesta ed avrebbe costituito il vero sconquasso del sistema. Ho ribadito che il mio candidato era Ingroia ed a Lui è andato il mio voto; ho scritto che se Grillo non ci fosse stato ci sarebbe stata l’esigenza di inventarlo, ma ho anche aggiunto che pur fidandomi, io continuavo a votare altrove. Ebbene, confermo ogni parola; appartengo a quella genia di comunisti che hanno capito l’evolversi delle idee e delle cose nel tempo, che hanno avuto, hanno ed avranno a cuore le sorti dei più deboli, che si affiancano ad essi facendone parte e combattendo con loro e, a differenza dei vari soloni della politicantia italiota, aveva preannunciato il caos infinito che sarebbe nato dalle urne; avevo invitato tutti ed ognuno ad un esame di coscienza onde far sì che quale che fosse l’esito, una sinergia comune potesse rialzare ciascuno dei cittadini e di conseguenza il paese stabilendo nei numeri chi eravamo, quanti per ogni parte e dove questo paese volesse e dovesse finalmente andare. Le urne hanno parlato affermando che pensionati, disoccupati, cassintegrati, esodati, precari, madri e padri di famiglia, comunque e indifferentemente dislocati, hanno scelto, almeno in teoria, di essere contro il nano e contro questa destra montiana e saprofaga; hanno suddiviso le loro energie tra Grillo Bersani e Vendola; hanno gridato a squarciagola, nel successo del movimento, la loro idiosincrasia per una politica vecchia e stantia affama popolo di una casta serva e prostituta di sé stessa; hanno sancito a chiare lettere che questo paese non di idee e progettazioni fattibili ha bisogno, ma di condottieri, di padri padroni, di pastori di greggi, di “conduttori” ai quali non parlare per non disturbarne il percorso: unico caso al mondo, in questo paese, un sistema politico bipolare ha espresso un risultato quadri polare quasi che la proporzionalità che io avevo auspicato si fosse concentrata in una tetra polarità tale da essere non solo inutile, ma addirittura deleteria. Chi e cosa governerà questo paese?; Grillo e Bersani?; Grillo ed il nano?; il nano e Bersani?; Monti, Grillo Bersani ed il nano?; il vetusto, ma vivo e vibrante, protagonista comparsa di questa seconda repubblica?; di sicuro non NOI IL POPOLO!. Le posizioni di ognuno dei contendenti sono alternative tra di loro, ma ciascuna ha una forza troppo grande per concedere qualcosa ad ognuna delle altre, quella che lo facesse firmerebbe la sua scomparsa e l’abiura da parte dei suoi elettori dando ad ognuna delle altre cibo per alimentarsi e crescere sino al, facile da pronosticare, risultato finale che vedrebbe un solo contendente rimasto sul campo, un Highlander, padrone di tutto e di tutti a decidere in perfetta e sancita padronanza il colore delle camicie da indossare ogni sabato mattina nelle adunate ginniche a quel punto non salutari, ma obbligatorie. Se ne esce? …, forse sì!. Se ne esce se Grillo scende dal pulpito del predicatore messianico e sale sul palcoscenico delle responsabilità e dell’immediato; se ne esce se Bersani rassegna le dimissioni ed affida la restante forza rimasta nelle mani di un trenta/quarantenne che faccia delle sue idee di sinistra una bandiera da difendere e da portare avanti; se ne esce se le forze sconfitte avranno l’onore delle armi nel senso che le loro istanze ed i loro elettori saranno tenuti nel giusto conto delle cose da proteggere e salvaguardare; se ne esce se, preso atto della situazione, il nuovo parlamento ed un presidente della Repubblica coerente con i tempi e con le esigenze dei cittadini e, poi solo poi, del paese cambieranno la legge elettorale, si occuperanno del conflitto di interesse, della necessità di offrire lavoro e sussistenza, della riconversione del debito e poi, fatte queste cose nel più breve tempo possibile, si dimetteranno e si andrà a nuove elezioni. VOI CI CREDETE?, IO NO!. Ed è per questo che a chiusura di tutto io temo, non molto lontano nel tempo, e non senza proferire il mio: “ io ve lo avevo detto … “ un ALALA’ a normalizzare ogni cosa!.