... essere o non essere ... - di Francesco Briganti

13.06.2016 10:00

Roma, Napoli, Milano, Torino. Quattro luoghi simbolo in cui specificare al sig. Matteo Renzi, per grazia ricevuta nostro presidente del consiglio ed ai suoi ministri, meglio conosciuti come i bravi di don Rodrigo, qual'è l'umore del popolo italiano.

Non ci sono vie di mezzo; non ci sono scusanti e non ci sono possibilità di sbagliarsi. Tutti coloro chiamati ad esprimere il loro voto su questi o quegli, candidato alla carica di sindaco, hanno nelle loro mani il destino di un paese che, per quanto allo sfascio o in ripresa che creder si voglia, dal prossimo lunedì vedrà sancito il proprio futuro.

Tre sole possibilità e partiamo da quella meno responsabile e più autolesionista: non andare a votare!.

Che si sia pro o contro o che ciascuno se ne freghi bellamente di ciò che gli succede intorno, astenersi vorrà dire lasciare agli altri la propria sorte, sia che la si consideri relegata al particolare del proprio comune, sia che la si consideri proiettata in campo politico e nazionale. Astenersi non sarà un segnale di schifo verso la politica, questa politica, ma sarà uno sventolare bandiera bianca dal ponte di un Titanic incapace persino di lanciare un S.O.S.

Le altre due possibilità, e degli accordi di partito, esistenti, ipotizzati, concordati o solo millantati nel dopo, ora e nei prossimi sette giorni non vale la pena parlarne, sono relative ad una propria condizione ed al susseguente ragionamento figlio delle risposte ad alcune domande: " Questa Italia mi piace?; il Signor Renzi sta facendo bene?; il mio mondo è una realtà vivibile ed io sono solo un masochista che prova piacere a lamentarsi, oppure vivo male e finalmente decido di passare all'azione e di fare del mio voto quel gesto valente a che il mio futuro cambi?".

Ognuno potrà quindi decidere per sé fregandosene di ciò che sentirà in televisione da questo o da quel capo partito, da questo o quel messia del benessere, da questo o da quel signore della rivoluzione a promettere il cambiamento di un sistema radicato nel proteggere sé stesso. Dunque, per una volta e finalmente, i veri responsabili della realtà italiana, gli italiani che votano, saranno messi di fronte alle proprie colpe e dovranno decidere se assolversi proteggendo e supportando i candidati del potere o esserne fieramente contro ed abbatterli TUTTI con la semplice croce di una matita.

Perciò quattro luoghi simbolo: Roma, Napoli, Milano, Torino!.

Nella capitale di fronte un esponente dei cinque stelle ed un candidato del signor Renzi; nella città meneghina Sala e Parisi l'uno scelto personalmente dal premier, l'altro clone, espresso nel segno opposto e, quindi, con valenza significativa e sostanziale per quanto sopra scritto; A Torino un comunista pentito sulla via della Leopolda ed una espressione di quel nuovo tutto da verificare. In tutte e tre queste città, però, vale una sola risposta ed è quella alla sempiterna domanda:

" Renzi sì o Renzi no? ".

ogni altra considerazione a cedere il passo alla risposta.

Nella città partenopea poi, la sublimazione delle tre vicende precedenti: un ex magistrato, già sindaco uscente ed apertamente schierato contro gli abusi ed i soprusi del premier ed un candidato troppo squallido e legato al peggio; che con il primo si sia sinergici o meno, conterà nel settimo giorno di questa settimana, tanto poco quanto nulla; non dovrebbe esserci partita!.

Per tutto ciò, finalmente alfieri del sentirsi parte di quei partigiani e di quei rivoluzionari veri che scendono dalle montagne e cambiano un paese oppure continuare a fare gli eroi di cartone: quelli, cioè, che ululano alla luna e guaiscono alla sirena di un allarme.

Fermarsi ai ricordi, ai settarismi, a quelle particolari considerazioni che, oggi in questo paese, sono sfruttate dal potere solo perché convengono al potere, farà del potere, ove fosse confermato, il potere di sé stesso al punto da zittire ogni altra voce.

Sette giorni ancora, poi e per quel che vale, sapremo se questo paese è degno di una democrazia oppure NO, giacché nessuno potrà sostituirsi …

a quel ciascuno che andrà a votare!.