… f35, Alfano, Letta, Grillo, il Nano, le espulsioni, l’inciucio … - di Francesco Briganti

18.07.2013 18:05

Fa caldo!. C’è un'afa che toglie il respiro: l’umidità è alle stelle tanto quanto il mare lontano decine di kilometri; i monti, poi, un miraggio!. Lo studio, un buco che da adibito com'era ad angolo cucina è stato elevato al rango di, sembra un forno; la finestra, un’anta sola, non basta a trasformare in sollievo il refolo, tra l’altro ghiblico, che penetra dal giardino. Persino il cane ansima tra una slurpata e l’altra alla ciotola dell’acqua. La fronda del fico, già carico di frutti che matureranno a settembre, tenta una vana resistenza ai raggi che penetrano impuniti tra le sue foglie e poco più in là un olivo ed un giovane arancio arrancano disperati ed assetati in questo pomeriggio infernale. Ho promesso loro dell’acqua, ma sino al tramonto non se ne parla: sarebbe un inutile spreco più nocivo, ora, che altro. Nella sala appena la di fuori del buco, la tele ciancia una qualche storia; non saprei dire se spagnola o brasiliana. Gli intrighi, le minacce, i richiami ad ipotetici “onore” si spendono come i fagioli alla tombola in dialoghi stantii, ripetuti e vecchi …; come faccia la mia metà ad appassionarsi a queste inutili rappresentazioni è, per me, un mistero insolubile. In verità un leggero russare disincantato proveniente dal divano svela più una funzione catalizzatrice del sonno che quella di diversivo estivo o di appassionante faro d’attenzione. Le chiesi, tempo fa, di spiegarmi i motivi per cui molte donne, ma anche uomini, conosco, ad esempio, un professore universitario di neuro chirurgia che non perdeva una puntata di “beautiful” al punto da rinviare delle operazioni pur di non mancare all’appuntamento, si perdono in quelle ore. Alla mia insistenza sul come facciano ad appassionarsi, dicevo, a queste storie che sono poco più che rappezzi tra vicende tutte uguali e tutte prevedibilmente scontate, mi guardò, come solo le donne sanno fare; sapete?, quello sguardo che sintetizza in poche frazioni di secondo quel loro esistenziale e millenario interrogativo che si può riassumere nel concetto: “ … ma come fai aneuronica ameba a riuscire anche solo a respirare?”, dopo di che, voltatemi le spalle si lanciò in un cambiò di canale continuo fino a che, trovato quello che cercava, senza proferire parole si esibì in un altro di quei gesti che solo le donne sanno fare esprimendo al contempo un altro esaustivo concetto: “ … e tu esponente degenere dell’umana intelligenza? ...", il tutto mentre dalla televisione una successione senza pudore di politici si alternava in uno dei tanti teatrini dei telegiornali, normalizzati al punto che vederne uno piuttosto che un altro sposta di molto poco l’unica conclusione possibile: “ l’ennesima telenovela” e con la stessa caratteristica di tutte le altre: la necessità di qualcuno che traduca quel linguaggio astruso!. NON ho più ripetuto la domanda che, anzi, ho cominciato, da quel giorno, a rivolgere a me stesso ad ogni occasione in cui un politico, quale che ne sia la razza o il colore, apre bocca nella speranza che qualcuno più che ascoltarlo ne provi un cordiale o almeno apparente interesse … . Fa caldo!, e non se ne può più; una bramosia di refrigerio o quanto meno di frescura qualsiasi, mi spinge a lasciarvi; proverò nel seminterrato: le vacanze, se riuscirò a farle, sono ancora molto, molto lontane.