FACEBOOK … ovvero la socialità virtuale. - di Francesco Briganti

27.07.2013 08:20

Siamo un popolo difficile che vive in una terra tanto bella quanto sfortunata a causa di una classe dirigente che, però, non è altro che la diretta espressione del popolo che l’ha eletta. Ci si meraviglia che gli eletti di destra si battano come leoni per difendere le posizioni assurde del proprio leader, così come ci si sorprende del casino da “torredibabele” esistente ne Pd dove ognuno si ritiene in grado e condizione di dire la sua alimentando le infinite correnti, anche proditoriamente e numericamente, singolari dimenticando in entrambi i casi che gli uni sono il frutto di una perniciosa e mal dichiarata malinconia del passato fascista e quindi devota al duce condottiero e gli altri sono i figli di quel settarismo che da sempre, ricordate il pdup, il psiup, il psi, il pci, lotta continua, potere operaio con in più le infinite correnti democristiane, tutte o quasi confluite nel centro sinistra, che hanno animato i grandi partiti di massa. Il M5S, poi, che predica il nuovo e si dichiara diverso, fonde nella sua natura il totalitarismo della destra sociale con la grande insoddisfazione generale che è, quindi, anche caratteristica dei moltissimi tra i figli della sinistra; questi ultimi vi aderiscono pedissequamente senza, io credo, soffermarsi abbastanza a pensare al dopo piuttosto che al contemporaneo. Non conosco, poco mi interessa, cosa succeda nel resto del mondo, ma anche il rapportarsi degli italiani tra loro su questo network rispecchia questa complessità italiana. Centinaia di migliaia di gruppi e pagine diverse a distinguersi spesso solo per il nome o esistenti soltanto perché qualcuno una mattina ha deciso di voler originare e dare spazio ad una qualche differenziazione: nessun coordinamento effettivamente costruttivo e teso ad un progetto comune, nessuna strategia di fondo, nessun risultato concreto mai possibile o realizzabile ed una promiscuità superiore al sopportabile tra il sacro ed il profano dove per l’uno si intendano le espressioni di un ragionamento razionale teso ad un qualche discorso continuativo e per l’altro momenti di assoluto svago cui, pure, si ha diritto di tanto in tanto. In linea di massima questa promiscuità, questa commistione tra il serio ed il faceto non è altro che uno degli aspetti di ciascuno di noi: non si può essere sempre musoni, seriosi, professorali ed alla fine rompico … né essere sempre ridanciani, leggeri, inconcludenti nei discorsi o negli atteggiamenti, una giusta via dimezzo, è lapalissiano, sarebbe la cosa giusta da perseguire. Non sempre se ne ha voglia e non sempre è possibile!. Troppe le variabili di cui tener conto, troppe le intromissioni, troppe le licenze, più o meno lecite, da parte degli uni, accettate o no che siano, nei confronti degli altri. Il rischio è quello di banalizzare il contesto serio rendendo inutile il momento faceto quando non addirittura dannoso con l’aggravio che un normale rapporto tra due o più persone, che fatto in un contesto fisico sarebbe assolutamente innocente e trasparente, ove fosse evidenza di un insieme virtuale, comincia a suscitare sospetti, illazioni, quando non speculazioni interessate o addirittura drammi possibili negli ambiti familiari e non. Ma torniamo all’aspetto politico della questione: occorrerebbe che la sinistra, è quella la parte che a me interessa, riuscisse a comprendere la necessità di riunire in un corpo unico e monotendente le sue varie anime ed i propri obiettivi onde fare da contrappeso, anche se di minoranza, a tutte quelle spinte, anche se solo inconsciamente finte, populiste e totalitarie che catalizzano oggi l’interesse di molti e che, di fatto, rendono possibile il perpetuarsi dello statu quo. Badate, questo discorso non è a favore del Pd o di qualsiasi altra entità, che sia Ingroia o Renzi o quale che fosse esponente o leader, ma vuole solo essere uno stimolo ad un discorso aggregativo che fosse frutto di una maturazione progressiva all’unione intorno ad un idea chi9ara, un progetto unico, un fine concreto ed un risultato, finalmente, certo. I tempi sono brevi, il paese piange e la bandiera bianca che sventola sul ponte è, oramai, già ridotta a brandelli!.