… farisei … - di Francesco Briganti

11.10.2014 14:39

Sei numeri, questi o altri poco importa, sono l’indice della situazione di un popolo e della considerazione che di quel popolo hanno i governi che ne gestiscono la cosa pubblica. E’ il super enalotto!. Alzi la mano chi, in piena coscienza, può dire di non aver mai tentato la sorte nella speranza di svoltare una vita quale che fosse il proprio quotidiano. Per ogni euro giocato, la metà va alle casse dello stato, l’altra metà diventa monte premi e sulle vincite lo statodiquestopaese pretende poi le tasse dovute. Inculati tre, quattro volte di seguito
“ … il gioco induce dipendenza patologica; gioca con moderazione … “. Questa è un’altra affermazione spacciata come pubblicità progresso, pagata con i soldi pubblici e rappresenta la più vergognosa presa in giro che un essere umano possa subire. Anche dal gioco, soprattutto quello espressione di una patologia, lo stato, questostatodiquestopaese, trae parte del soldo che gli consente di perpetrare sé stesso e, dunque, verità vorrebbe che lo stato o avesse il pudore di tacere oppure vietasse in toto il gioco d’azzardo; quand’anche, però, lo tollerasse, sarebbe opportuno ne traesse i maggiori ritorni possibili, invece, questostatodiquestopaese, riduce gli introiti che gli spettano e sminuisce le sanzioni e addirittura assolve coloro che, da fruitori dei guadagni diretti del gioco, non pagano il dovuto all’erario. Anche in questo caso la sodomia per il cittadino è diventata routine autoflagellante.
“ Il Fumo uccide ” è una delle tante scritte possibili a comparire sui pacchetti di sigarette. Non è un avvertimento o una minaccia nei confronti di coloro che, stupidamente, spendono i loro soldi e minano la propria salute nel bluastro leggero volteggiare del fumo di una sigaretta; è, invece, uno scarico di responsabilità da parte chi guadagna su uno dei vizi più diffusi al mondo. Lo stato ti avvisa e, dunque, tu, perfetto cretino, perditi pure nel vizio, muori pure di cancro e nel mentre io guadagno sappi che non potrai rompermi i coglioni scaricando su di me la tua stupidità
“ la galera per chi spaccia e consuma droghe; senza distinzione di tipo, di frequenza, di necessità “. La legge a nome di non mi ricordo più chi è da questo punto di vista intransigente, quasi, se non di più, di quell’altra che sancisce e punisce il reato di clandestinità; assolvono, entrambe e secondo il legislatore, allo scopo specifico di rendere migliore e vivibile il quotidiano dei cittadini; ma quelle leggi, alla resa dei conti, non danno nessun contributo alla lotta effettiva ai narcotrafficanti ed agli scafisti mercenari i quali, entrambi si nutrono e crescono in perfetta salute sulla pelle di poveri cristi al danno dei quali si aggiunge la beffa. Il tutto nel mentre che lo statodiquestopaese lucra, in maniera subdola o palese, su entrambe le cose.
Sua nullità il nostro ministro degli interni ha emanato ieri una circolare inviata a tutti i sindaci d’Italia INTIMANDO LORO di non registrare nel albi comunali quelle unioni gay rese ufficiali in altri paesi. Detto che democrazia vuol dire che ciascuno è libero di fare ciò che meglio gli aggrada, vedi la nostra Costituzione, fino a che non danneggia qualcun altro, è lecito chiedersi se ilministrodeglinternidiquestolerciopaese non abbia di meglio da fare per occupare il suo tempo: potrebbe, ad esempio, denunciare i propri colleghi che fanno uso di cocaina; potrebbe tagliare le proprie prebende; potrebbe sancire e punire tutte le mancanze derivanti dalla disattesa applicazione di quasi tutti gli articoli della nostra carta costituzionale a cominciare dal primo, nonostante il quale, siamo quasi al ventiipercento di disoccupati esistenti. Caro onorevole(?) Lei crede che ai nostri figli importi poi molto cosa fa chi dei propri gusti sessuali, ratificati ed accettati per altro, nel mentre che desolatamente girano dei pollici perché senza un più futuro programmabile e vivibile?
Ma non c’è da stupirsi in fondo, il sig. ex erede del nano non è che una delle espressioni della ipocrisia di questo paese. Quella ipocrisia che geme per la sorte di un’orsa e non spende che un finta lacrima per chi si dà fuoco a Catania, per chi si impicca nel Veneto, per chi muore per condizioni inaccettabili di sicurezza nei cantieri, per chi muore nell’attesa di una visita specialistica, per chi muore nell’ignoranza progressiva alimentata da tagli continui al intero sistema istruzione.
L’ipocrisia, quindi, espressione e sistema di una società che si accontenta di una raccolta firme, che guida capannelli indignati, che vaffanculeggia allegramente, che si pasce dell’elemosina di un rifiuto finanziario più utile a che si vede restituire che a chi restituisce.
L’ipocrisia di ogni persona che in un Pater, un Ave e un Gloria ritiene di aver assolto la propria anima.

3 4 27 46 77 81.
Provate, hai visto mai che non possiate, anche bellamente, continuare a far finta che … .