… fatez vos jeux … - di Francesco Briganti

20.02.2015 13:15

Il mio Napoli, ieri sera, ha vinto quattro a zero fuori casa giocando una partita magistrale sotto ogni punto di vista: quello atletico, quello tattico, quello dell'impegno e della sicurezza che ogni "persona" convinta del proprio valore può ed anzi deve mettere in tutto ciò che fa. Il mio Napoli è la stessa squadra che, solo qualche giorno fa, ha dato una mostra di sé da banda di derelitti allo sbaraglio, da debosciati e viziati protagonisti della ignavia umana. L'avversario di ieri sera non era la miglior squadra al mondo, ma non lo era nemmeno quella precedente; i giocatori del mio Napoli non erano, giorni fa dei brocchi improvvisamente diventati tanti Maradona ieri sera ed allora, perché?. Lasciamo, per qualche momento, in sospeso questa domanda il cui gradiente esistenziale va al di là di un semplice gioco fatto di calci ad un pallone.

 

Al mondo e tra gli esseri umani si riscontrano persone serie, persone meno, persone oneste e persone disoneste, nonché sfumature infinite delle varie caratterizzazioni possibili; in tutte, comunque ed a cercarle, si troveranno quelle furbe e quelle intelligenti. Sono sempre stato convinto che un furbo deve essere intelligente, mentre una persona intelligente non ha bisogno di essere furbo. Siccome, e fatte le solite eccezioni che confermano la regola, non c'è furbo al mondo che non sia stato, sia e sarà, prima o poi, scoperto va da sé che i furbi di questa loro necessità non hanno cognizione alcuna, altrimenti il mondo andrebbe ancor peggio di quanto già non vada. Fare gli innumerevoli esempi possibili a conferma di questa tesi non solo è inutile, ma è addirittura stupido e né io, né Voi, lo siamo. Richiamarsi, però, a quello che è, in questo particolare momento italiano, l'icona di quanto sopra appena detto è un obbligo: Matteo Renzi.

 

Il nostro appare al mondo dei suoi idolatri ammiratori come la persona più intelligente nel campo politico esistente; egli dà mostra di sé come di quella persona che, voglia o no l'intorno politico, sta in qualche modo cambiando l'andazzo di un paese allo sbando; un paese i cui paesani precedono di molte lunghezze e sono prossime al burrone catartico, proprio quello sbando che si vorrebbe correggere. Il nostro incarna la figura mediatica del trascinatore decisionista che prese ben salde nelle mani le briglie di un cavallo imbizzarrito ne sta frenando i bollori per ricondurlo al tranquillo pascolo del proprio recinto/stalla normalizzato allo stato economico finanziario di una unione sballata e costruita malamente imperfetta. Non importano i modi, non interessano, evidentemente, le soluzioni adottate, non frega alla maggioranza le finalità motivazionali. Quello che sembra essere la molla vincente, nei suoi idolatri seguaci, è il cambiamento, pur che sia, quantunque sia, comunque sia.

 

Ora, se il putto fiorentino fosse una persona intelligente che avesse avuto a cuore i bisogni dei paesani, quale che fosse il mezzo usato, ma di questo si dovrebbe discuterne a priori, avrebbe compiuto determinate sue azioni/decisioni politiche mischiandole in una opera più vasta di salvataggio sociale di una nazione riuscendo così a umiliare ab inizio le eventuali ed immancabili critiche che ciò gli poteva procurare; il nostro, però, chiaramente privo di intelligenza politica, ma stracolmo di furbizia politica e machiavellica, dopo essersi presentato come quel messia di sinistra innovatore, salvatore ed apportatore di nuovo che la sinistra stessa cercava, ha immediatamente fatto esplodere la bomba delle esigenze di coloro che ne hanno supportato la nascita e la crescita: il tutto proprio alle e sulle spalle di quella sinistra di cui sopra. Gli interessi privati suoi personali e quelli parimenti privati e maggiori dei suoi pigmalioni sono proprio quelli, e non ce ne sono di altro genere, che adesso, in questi giorni, in questi stessi momenti stanno trovando la più piena ed ampia soddisfazione.

 

Chiedersi, a questo punto, cosa centri il Napoli e la partita di ieri sera è d'obbligo ed allora proviamo a rispondere a quel perché di cui sopra. L'utilitarismo è l'unica risposta possibile: quello del massimo risultato acquisibile nel momento in cui questo frutta qualcosa di immediato e salvifico per il futuro. Da qui una vittoria che garantisce, salvo sfaceli, il prosieguo del cammino in coppa per il mio Napoli e per il nostro amato Matteo, ecco il parallelismo che gli frutta una distruzione dei sindacati, colpi mortali al pubblico in favore del privato e, guadagni, si vedrà se leciti o no, al sé, al viciniore del sé, ed a tutti quelli di quella risma tranne che a quelli il cui bisogno diffuso è trascurato quando non vilipeso ed offeso.

 

Anche qui farne un elenco non è indispensabile giacché quei particolari sono sotto gli occhi di ognuno che solo voglia vederli e quando non visti è perché proprio non si vuole. Dunque la furbizia e l'intelligenza; due parametri caratterizzanti la vita di tutti e di ciascuno. E' chiaro che l'esser furbi può dare dei vantaggi anche duraturi nel tempo a venire, ma se mai la storia ha insegnato qualcosa questo è che dei furbi, abbiano avuto successo o no, ci si dimentica passando oltre mentre la memoria degli intelligenti resta impressa nei secoli dei secoli dei secoli.

 

Io, ritengo, lo spero se non altro, di non aver bisogno di essere furbo ed anzi di provare sdegno e disamore per quelli che scopro solo esser dei furbi ...

 

VOI?.