… feisbuc … - di Francesco Briganti

19.02.2016 13:47

Attuale ieri, oggi e domani:

Siamo un popolo difficile che vive in una terra tanto bella quanto sfortunata a causa di una classe dirigente che, però, non è altro che la diretta espressione del popolo che l’ha eletta.

Ci si meraviglia che gli eletti di destra si battano come leoni per difendere le posizioni assurde dei propri leaders, così come ci si sorprende del casino da “torredibabele” esistente nel Pd dove ognuno si ritiene in grado e condizione di dire la sua alimentando le infinite correnti, ad essere anche proditoriamente e numericamente singolari; nel mentre che tutti dimentichiamo per entrambi i casi:

che gli uni sono il frutto di una perniciosa e mal dichiarata malinconia del passato ventennio devota ad un duce, quale che fosse, condottiero

e gli altri sono i figli di quel settarismo che da sempre, ricordate il pdup, il psiup, il psi, il pci, lotta continua, potere operaio, con in più aggiunte le infinite correnti democristiane, hanno sublimato sfaccettature oramai inutili e sono, tutte o quasi, confluite nel centro sinistra.

Il M5S, poi, che predica il nuovo e si dichiara diverso, fonde nella sua natura il dirigismo della destra sociale con la grande insoddisfazione generale che è, quindi, anche caratteristica dei moltissimi tra i figli della sinistra. Questi ultimi vi aderiscono pedissequamente senza, io credo, soffermarsi abbastanza a pensare al dopo piuttosto che al contemporaneo.

Non conosco, poco mi interessa, cosa succeda nel resto del mondo, ma anche il rapportarsi degli italiani tra loro e su questo network rispecchia questa complessità italiana.

Centinaia di migliaia di gruppi e pagine diverse a distinguersi spesso solo per il nome o esistenti soltanto perché qualcuno una mattina, anche io l'ho fatto, ha deciso di voler originare e dare spazio ad una qualche differenziazione: nessun coordinamento effettivamente costruttivo e teso ad un progetto comune, nessuna strategia di fondo, nessun risultato concreto mai possibile o realizzabile ed una promiscuità superiore al sopportabile tra il sacro ed il profano dove per l’uno si intendano le espressioni di un ragionamento razionale teso ad un qualche discorso continuativo e per l’altro momenti di assoluto svago cui, pure, si ha diritto di tanto in tanto.

In linea di massima questa promiscuità, questa commistione tra il serio ed il faceto non è altro che uno degli aspetti di ciascuno di noi: non si può essere sempre musoni, seriosi, professorali ed alla fine rompi coglioni, né essere sempre ridanciani, leggeri, inconcludenti nei discorsi o negli atteggiamenti; una giusta via dimezzo, è lapalissiano, sarebbe la cosa giusta da perseguire. Non sempre se ne ha voglia e non sempre è possibile!. Troppe le variabili di cui tener conto, troppe le intromissioni, troppe le licenze, più o meno lecite, da parte degli uni, accettate o no che siano, nei confronti degli altri.

Il rischio è quello di banalizzare il contesto serio rendendo inutile il momento faceto quando non addirittura dannoso; con in più l’aggravio che un normale rapporto tra due o più persone, che avvenuto in un contesto fisico sarebbe assolutamente innocente e trasparente, ove fosse evidenza di un insieme virtuale, comincia a suscitare sospetti, illazioni, quando non speculazioni interessate o addirittura drammi possibili negli ambiti familiari e non.

Ma torniamo all’aspetto politico della questione: occorrerebbe che la sinistra, è quella la parte che a me interessa, riuscisse a comprendere la necessità di riunire in un corpo unico e mono tendente le sue varie anime ed i propri obiettivi onde fare da contrappeso, anche se di minoranza, a tutte quelle spinte, anche fossero solo inconsciamente finte, populiste e totalitarie, che catalizzano oggi l’interesse di molti e che, di fatto, rendono possibile il perpetuarsi dello statu quo.

Badate, questo discorso non è a favore di nessuno, vorrebbe solo essere uno stimolo ad un discorso aggregativo che fosse frutto di una maturazione progressiva all’unione ed alla unità intorno ad un idea chiara, un progetto unico, un fine concreto ed un risultato, finalmente, certo nei modi, nelle linee da seguire, nella assoluta identificazione di un servizio civile. I tempi sono brevi, il paese piange e la bandiera bianca che sventola sul ponte è, oramai, già ridotta a brandelli ...

attendere ancora non è da incoscienti, é dichiararsi colpevoli!.