… fiat lux … - di Francesco Briganti
Chi avesse mai letto, anche solo per suo personale diletto o per mera curiosità di informazione, qualcosa della storia dell’uomo, inteso come animale elevatosi al rango di, saprebbe che essa non è mai stata aliena da due cose soltanto: il “credere” ed il “non credere” in una entità trascendente e creatrice del tutto. Che questa venisse identificata in una stella lontana, col sole o con la luna, che la si rappresentasse come un fuoco ardente o freddo, come un buon padre o una amorevole madre o come un disincantato e disinteressato iniziatore, la cosa non ha mai avuto alcuna importanza sostanziale poiché l’animale uomo non faceva altro che rappresentare un proprio bisogno: quello di spiegare a sé stesso la propria origine ed esistenza.
In ogni parte del mondo si trovano credenze e fedi che, se rapportate tra loro, mostrano identità stupefacenti ed analogie che vanno oltre le semplici coincidenze. Di per sé questo fatto, per quanto possano essere differenti i nomi o le dottrine discendenti, dimostra quale che sia una origine comune quand’anche e solo si volesse pensare ad una prima realtà a cui per dislocazione spazio temporale fossero poi seguite tutte le altre. Questa identità comune non deve e non può, da sola e per forza, essere una dimostrazione dell’esistenza di un dio creatore, ma ed in qualche modo, di certo qualcosa dimostra e significa: così che mentre per i più agnostici ed i più convinti negazionisti questa non è che è la dimostrazione pura e semplice della capacità umana di astrarsi e di immaginare, per tutti gli altri essa assume la validità di una rivelazione. Ma cosa si può intendere con le parole ATEO e CREDENTE?.
“… Ateismo: Nel suo significato generale, negazione del divino. Il termine individua diverse posizioni a seconda del concetto di divino cui si oppone; storicamente quindi esistono vari atei in rapporto ai numerosi contesti speculativi e religiosi. Il significato del termine diviene tanto più ambiguo quando è usato polemicamente da chi difende un determinato sistema religioso contro chi vi si oppone: fu considerato ateo Socrate dai suoi giudici, atei i cristiani dai pagani (e reciprocamente i pagani dai cristiani), ateo nel Cinquecento (è appunto attorno alla metà del 16° sec. che i termini ateismo. e ateo cominciarono a circolare in Europa in latino e nelle lingue volgari) chi favoriva la Riforma, ma atei anche i teologi cattolici per i teologi riformati, e così via. Senza dubbio può dirsi che in Occidente, l’ateismo, malgrado la presenza di atei nelle più antiche dossografie (fra questi antesignano dell’a. compariva Diagora, l’‘ateo’), è proprio della filosofia moderna in rapporto alla erosione di scale di valori spiritualistico-cristiane e al costituirsi di orizzonti di pensiero gelosi della propria autonomia umana e mondana retta da un uso critico della ragione … . (enc.Treccani; ndr.)
Da ciò si evince come l’ateismo sia un concetto relativo che etimologicamente ha un suo significato ben determinato A’-THEOS (senza dio), ma in un contesto più generale ed esteso alla società moderna la parola può e deve assumere un valore più ampio e racchiudere più possibilità. Premesso che non esiste al mondo persona che non abbia una qualche sua personale convinzione o credenza, che sia una idea, un ideale, una concezione di vita, il proprio io, una qualsiasi filosofia e chi più ne ha più ne aggiunga viene da sé che qualora facesse di questa convinzione una linea da seguire e trasmettere agli altri ecco che l’avrebbe trasformata comunque in una sorta di divinità cui rendere omaggio continuo ed alla quale sacrificare qualcosa, a volte qualcuno, pur di vederne il successo e dunque non potrebbe dichiararsi ateo perché avrebbe assunto gli stessi identici comportamenti di colui il quale in nome di un dio avesse agito, agisse ed agirà allo stesso modo; sembra logico dedurre, quindi, che non esistono senzadio visto che si nega qualcosa sempre e soltanto in nome di qualcosa di superiore e migliore in cui, lo si voglia o no, si crede.
Charles Robert Darwin con la sua teoria dell’evoluzione ha tentato di dare una ragione naturalistica al divenire di ogni specie a partire dalla casuale primigenia combinazione chimica poi divenuta vita e negli studi astronomici relativi alla origine dell’universo tutto si fa risalire al bing bang primordiale. Alla domanda: “ Ok, va tutto bene, ma … ed il prima? …” le ultimissime teorie rispondono che prima del grande botto non esisteva un prima avendo il concetto di tempo avuto inizio con il botto stesso e dunque affermano che dal nulla assoluto si è originato il tutto; ma se le parole hanno un significato e se nulla assoluto vuol quindi dire nulla assoluto da cosa ha avuto origine ogni cosa?. E se, viceversa, un prima esisteva già, anche questo avrà avuto un inizio a cui sarà preceduto un altro prima ed un altro ed un altro ancora e dunque o tutto esiste così com’è da sempre rielaborando sé stesso in eterno o tutto nasce e muore una sola volta, ma in entrambi i casi averne una qualsiasi certezza non è dato alla mente umana.
“A ciascuno il suo” scriveva Leonardo Sciascia; se seguissimo intelligentemente questo assioma forse si riuscirebbe ad avere una compliance maggiore con gli altri e ad ottenere delle sinergie capaci di cambiare il mondo, quale che fossero le sue origini: divine o puri e semplici capricci della fisica e della chimica perché, comunque sia, di una sola cosa possiamo esser certi e cioè della nostra peculiare soggettiva ed oggettiva esistenza ed è ad essa che dovremmo rendere omaggio dandole, in ogni modo possibile, dignità e valenza come e meglio che se fosse essa stessa quel dio, atei o credenti che fossimo!.