… fischia il vento ed urla la bufera … - di Francesco Briganti

05.02.2015 12:28

Se qui, dove io abito, ci fosse il mare, questa sarebbe un alba di quelle che si aprono su marosi spumeggianti ed alti due metri, su di una rabbia mal contenuta di onde a scavare scogliere, di orizzonti cupi e appena visibili nel grigiore di nuvole a rincorrersi scatenando bagliori improvvisi di lampi e fulmini ad illuminare concerti fragorosi di tuoni lontani.

Se qui dove io abito ci fosse il mare io me ne starei, imbacuccato alla bello e meglio, seduto su di una improvvisata poltrona di roccia a godere degli spruzzi freddi e salati che gridano libertà e voglia di vivere ad ogni carezza ed a gustare, da amante, senza se e senza ma, della natura lo spettacolo che questa madre offre a chi ha voglia di prenderne coscienza; parlerei al vento impetuoso e complice, a perfetta invidia ed imitazione dei protagonisti sognatori sulla prua del Titanic; gli direi di me, dei miei sogni, delle mie paure, delle mie speranze, di un futuro avventura e non codice di Ammurabi; gli racconterei della meschinità della gente e della grandezza delle persone; gli sussurrerei dell’amore che ognuno prova, i più trasmettono, alcuni sfruttano, qualcuno mercifica, altri regalano senza chiedere nulla in cambio; gli chiederei di farsi portavoce e messo a che ognuno si convincesse che intelligenza e il libero pensiero sono ricchezza diffusa e di tutti e che tutti e ciascuno devono solo spenderli senza timore di esaurirne la riserva.

Se qui dove io abito ci fosse il mare, io non potrei chiedere altro alla vita.

Ma qui il mare non c’è ed il vento, che pure fischia ed anzi ulula ad affermare il proprio diritto ad esistere, porta con sé altri odori ed altri sapori; qui racconta di vita vissuta, di terre arate, di animali al pascolo e di persone attese ad un quotidiano sempre più afflitto e preoccupato; geme con gli alberi e nello stesso tempo spinge al pensiero razionale e dipendente da ciò che accade, da ciò che sente, da ciò che vede; qui non c’è spazio troppo ampio per la fantasia e le conclusioni a pervaderlo sono sempre più amare e sofferte e i teatrini delle marionette non incantano più nemmeno i bambini.

Ed allora ecco che tra le tante una riflessione emerge tra le altre; eletto il nuovo presidente sommovimenti vari si stagliano sul palcoscenico della politica; animosità intestine fanno della destra un magma in ebollizione; scontri verbali al limite del manesco innescano mine pronte ad esplodere, ma, a parte borbottii sommessi di sottofondo e grida di sdegno dei soliti cani ad abbaiare alla luna, nulla per ora lascia intendere decisioni dirimenti e definitive.

Ed allora soffermiamoci sulla cosiddetta rottura del “patto del Nazareno” e diciamo che affinché questa che per ora è solo una sceneggiata ad uso degli elettori del Pdl perché il tutto sia una realtà vera occorrerà verificare che:

a) cambi la linea del governo, il quale adeguandosi alla mancanza dei voti della destra forzista, dovrà giocoforza ripensare sé stesso e addivenire a più miti consigli su di una politica che di sinistra ha poco e nulla;

b) le leggi già discusse come quella elettorale, il decreto del 3% a favore degli evasori, lo stupro della Costituzione non vengano approvati dal parlamento non essendoci per i motivi di cui sopra la maggioranza necessaria;

c) al posto del Presidente Mattarella non venga eletto un giudice a derivazione centro destra affinché quella elezione non divenga il vero motivo, esaustivo e necessario, per garantirsi un favore benevolo e finalizzato alla approvazione di quelle leggi eventualmente rinviate alla Consulta.

Come è facile convenire per ognuno, se anche una sola di queste ipotesi non si verificasse, allora avremmo la prova provata che il tutto in scena in questi momenti non è altro che una delle solite sceneggiate all’italiana; che tutti gli accordi sono ancora in essere; e che si spande fumo per l’aia onde confondere e catturare meglio i soliti polli da spennare e cucinare per sfruttarne ancor una volta non solo la credulità, ma anche la carne.

Qui dove io abito non c’è il mare, ma il vento comunque fischia lo stesso, comunque fischia forte e spinge a

… conquistare la rossa primavera dove sorge il sol dell’avvenir … .