… fondazione ed impero … - di Francesco Briganti

30.04.2015 12:47

Diventa sempre più difficile parlare a questo paese o, per meglio dire, diventano sempre meno le persone che immerse tra la gente si rifiutano di normalizzarsi alla “gente”. Ho già espresso una volta quella che secondo me è la differenza principe tra chi “gente è” e chi invece si sente ancora “persona”. Su questa mia distinzione ha influito moltissimo la teoria della “psicostoria” che è quella alla base di una trilogia fantascientifica di Isaac Asimov: Il ciclo della fondazione:

a) La psicostoria era la quintessenza della sociologia; era la scienza del comportamento umano ridotto ad equazioni matematiche; ( I.Asimov )
b) Le leggi della storia sono assolute come quelle delle fisica, e se in essa le probabilità di errori sono maggiori, è solo perché la storia ha a che fare con gli ESSERI UMANI che sono assai meno numerosi degli atomi, ed è per questa ragione che le REAZIONI INDIVIDUALI HANNO MAGGIOR VALORE. (Bayta Darrell; Fondazione ed impero; cap. 11).

Da qui la mia differenziazione: 1) in sintesi quanto più sarà grande il numero di persone normalizzate ad una massificazione di pensiero, tanto più sarà prevedibile e quindi governabile ed indirizzabile ogni comportamento in azione e/o reazione ad uno qualsiasi degli avvenimenti dei momenti in divenire; 2) quante più persone si opporranno a quella massificazione, tanto più difficile sarà mantenerle sotto dominio.

Per tutto questo, gente è chi subisce passivamente il pensiero altrui e ne diventa acritico ed acefalo pedissequo seguace; persona è chi, in qualsiasi contesto si trovasse, lasciasse sempre alla propria facoltà di critica, di analisi, di deduzione e di azione conseguente l’ultima parola; questa ultima condizione non è il fondamento di una società anarchica e caotica, ma è, invece, la espressione massima della democrazia intesa nel senso più alto del termine; è quella forma di adesione ad un tutto superiore sempre e soltanto essendo figlia di una razionale, partecipata, convinta personale e soggettiva volontà.

Dunque la gente è facilmente indirizzabile ovunque, quale che sia la meta, fisica, politica o sociale, le persone no!; queste ultime devono avere spiegazioni, devono convincersi con un proprio ragionamento e quindi sono ostiche da trattare e scomode ad ogni potere che avesse del rispetto altrui alcuna considerazione; da qui il progressivo abbrutimento intellettuale di chi si accontenta di subire uno spot senza mai informarsi veramente o aprire la propria mente con letture appropriate; di chi vede nella scuola e negli insegnanti, negli intellettuali, nel libero pensiero della persone comuni, una fonte potenzialmente sovversiva e quindi da ostacolare e/o combattere senza tregua e fino allo sfinimento ed alla sua distruzione.

Da qui il pericolo estremo rappresentato da chi in nome di una velocità di esecuzione e spacciando per fattività la propria arroganza, tacita a colpi di prevaricazioni antistoriche anche la sola possibilità di un confronto verbale; da tutto questo la pretesa di convincere sempre più il maggior numero di persone che è conveniente ed utile lasciar perdere ogni soggettivismo ed ogni differenza per adeguarsi al pensiero dominante, lasciarsi andare ad esso, e fidarsi del fatto che esso, nel tempo, risolverà ogni cosa e poco importa se la conseguenza ultima e finale sarà una società non più adusa alla propria stessa libertà di pensiero: essa, raggiunto il punto critico di massa, non si porrà più il problema; della propria libertà, fosse anche solo di pensiero, non sentirà più il bisogno!.

Ecco dunque il perché delle nuove teorie sulla scomparsa della destra e della sinistra; ecco il perché del vociferare sul partito della nazione; ecco il perché delle acrimonie verso quelle voci fastidiose come può esserlo quella di un Landini, di uno Tsipras, di una stessa Meloni o di un Salvini sia pure nel campo opposto e per ragioni, per quelli come me, sbagliate.

Ecco perché tutti, ma proprio tutti, dovrebbero essere incitati, quando non li si dovesse addirittura riabituare, al proprio pensiero ed alla propria azione soggettiva conseguente.

Ecco perché le varie anime della sinistra, a destra facciano ciò che vogliono, non devono perdere le proprie caratteristiche a dividerle, ma devono ragionarci su ed in una sintesi, unirsi, metterle assieme e decidersi ad una duplice azione dirimente e specifica : una indirizzata verso quella liberazione intellettuale di ognuno e l’altra verso quel COMITATO DI LIBERAZIONE NAZIONALE il cui compito principe sarà ostacolare in ogni modo, anche se dovesse essere border line, la massificazione che un potere centrale …

burattino e non burattinaio, sta tentando di realizzare!.