… for sale … - di Francesco Briganti

20.06.2015 08:06

Seduto che ero al mio tavolino in quel di Tiziana a sorseggiare il mio cappuccino, ho visto arrivare una Y10 come all’arrivo di un gran premio. Dei due che la occupavano è sceso l’uomo alla guida mentre la donna, non più giovanissima, capelli a crocchia sulla testa, massiccia come potrebbe esserlo una contadina avvezza alle fatiche mattiniere, è rimasta, un po’ accigliata ad attenderlo pensierosa. Il tipo è entrato nel bar con fare tra il nervoso ed il frettoloso e, strascicando ed aspirando ogni consonante che gli era possibile, ha fatto ad alta voce la sua ordinazione prediligendo “ … un cornetto alla ciliegia da portar via … “. Servito, è tornato all’auto e sempre gridando, con un tono degno di una miglior causa, rivolgendosi alla donna nel mostrarle la bustina con il pezzo dolce “ … lo vuoi?” le ha ordinato “ … lo vuoi?”. Lei lo ha guardato per una frazione di secondo quasi interdetta e poi …

NO!; lasciamo un attimo la questione in sospeso; abbiate la pazienza di seguirmi, per qualche riga ancora, in alcune considerazioni.

Che questo non sia un paese normale oramai più che un dato di fatto è una questione di genetica nazionale. Che in un paese di cotanta fattura una riunione di condominio sembri essere l’ultima dimostrazione pratica di cosa significa democrazia è anche esso un palese mostrarsi; che le più retrive ed animali e vigliacche e perfide ed ignobili caratteristiche umane siano le uniche che rendono in voti ed in consensi è cristallino anche per chi, dal alto del più stupido degli ottimismi, continua a credere in un domani migliore; che non ci sia un angolo di “questopaese” che non mostri al mondo intero qualcuna delle proprie brutture lo vedono in Cina come anche in Alasca; che il millantare, il promettere ed il conseguente non mantenere, lo spacciare per vero ciò che non lo sarebbe nemmeno in una favola per bambini, il fingersi qualcosa che non si è sia divenuto sistema pacifico dal primo tra ultimi al ultimo tra i primi, è cosa auto confessata da ognuno; ma che tutto questo scivoli sulla pelle di tutti e di ciascuno come acqua piovana sulle foglie in inverno e come cosa ineluttabile e da accettare per decisione del destino, è per me fonte di continua e sempiterna sorpresa.

Nella giornata di ieri un’altra categoria di furbi indotti ha manifestato la propria adesione all’enclave degli assassini della democrazia. I presidi, ex insegnanti assurti alle responsabilità gestionali, avendo capito il guadagno specifico che la “buonascuola” loro prometteva, sono saltati a piedi uniti sul carro del dirigismo nazionale ed hanno minacciato una serrata ottobrina in funzione della riapertura delle scuole. Costoro hanno, di certo, un vantaggio rispetto al corpo insegnante: sono in numero minore. Questa condizione permette loro di essere compatti e di agire al posto di fare chiacchiere ed urlare a vuoto: senza i presidi, dunque senza il responsabile di fatto, qualsiasi struttura cessa di funzionare. Lor signori, perciò, possono veramente bloccare l’inizio dell’anno scolastico ed io son certo che se non vedessero approvate quelle nuove prerogative lo farebbero senza pensarci su due volte giacché a nessuno piace restare nella merda quando ci si può volare sopra.

Di contro il corpo insegnante, molto più importante per compiti e numero, ha lo svantaggio proprio del numero e, poi, di una condizione abituata, rassegnatasi oramai, ad essere malmenata e bistrattata da quando il potere ha deciso che tra le cose sacrificabili, lo sviluppo mentale dei cittadini poteva ed anzi doveva essere uno di quelli primari. Gli insegnanti, dunque, finiranno con l’accettare quali che fossero le decisioni di questo governo, le intemperanze dei presidi ed una nuova condizione globale discesa di qualche gradino in direzione di una funzionalità sempre più limitata a chi tra loro continuasse a vedere la propria professione come la missione che è sempre stata e non come un modo per passare il tempo.

Quindi aumentando la disfatta dei “ si vende ” nazionali!.

… ha preso con fare dolce il cornetto, lo ha guardato un attimo e portatolo alle labbra vi ha sputato sopra; quindi con uno scatto repentino lo ha letteralmente spiaccicato sul viso dell’imbecille che credeva di poterla trattare come fosse una schiava romana. L’attimo successivo, l’uomo, nemmeno lui sapendo come, si è ritrovato scaraventato fuori dall’auto mentre la stessa sgommando partiva e lo lasciava lì, ultimo degli idioti a chiedersi come cazzo tutto quello fosse successo.

Ora, se da questa storia e da queste considerazioni qualcuno ed ognuno capisce il senso e l’invito, allora e forse qualcosa ancora si può salvare in Italia; se restano parole a perdersi nel vento di questo social …

beh!, chi è causa del suo mal, pianga sé stesso!.