Fotogrammi - di Claudia Petrazzuolo

04.03.2013 18:39

L’alba. In riva al mare. L’orizzonte lontano rilancia un sole arancione che da un est in notturna avanza lentamente in un cielo via via più chiaro. Uno squarcio d’indaco si allarga lentamente nel blu cobalto dando una tinta crescente nei toni e nell’intensità alle varie sfumature del chiaro; placida la distesa d’acqua sottostante riluce e rimanda argentea uno sfarfallio penetrante le pupille, poi d’un verde cupo in trasformazione al pastello ed all’azzurro più smaccato: qua e la qualche cresta d’onda ad imbiancare l’insieme. Uccelli volano bassi; gabbiani, si tuffano e riemergono; pesci eroici o temerari sfondano il tetto d’acqua per librarsi un secondo nel mondo dell’aria e gustarne il sapore; sulla battigia torme di granchi a lottare con pigri gabbiani o a pranzare a vongole spruzzanti mentre la risacca sale e riscende e risale a lasciare traccia volatile del suo passaggio. Alghe sugli scogli ad inverdirne il nero granito, tutt’attorno sabbia bagnata dal grigio scurito al castano biondiccio in via di assolatura.
Mezzodì. Una immensa distesa di dune. Dall’est all’ovest, dal nord al sud, infinita una distesa di sabbia la fa da padrone. Il Ghibli, caldo, ora secco ora umido, comunque avvolgente, sfoltisce, sagoma, trasforma un profilo immutabile e pure così differente da sé secondo dopo secondo … dopo secondo. Una vipera cornuta striscia ad onde sulle onde di quel mare di sabbia, un volpe del deserto le si avvicina cauta, si ferma, annusa l’aria, ritorna sui suoi passi: il possibile pasto non vale il rischio; si volta e corre in cerca di un topo o di qualche grosso insetto a sua volta in cerca di escrementi da trasportare, riserva di cibo, nella sua tana sotterranea. In cielo avvoltoi speranzosi in cerca di carogne ed aquile dai monti lontani in caccia di avvoltoi affamati …; allo zenit un sole, stakanovista del calore, picchia indifferente su ciò che si muove e su ciò che, immobile dalla notte dei tempi ne mostra tutti i segni: una lucertola poggia alternativamente le zampe nel disperato tentativo di non farsele amputare dalla sabbia a livello di fusione … .
Tramonto. Cime innevate hanno appena nascosto l’ultimo sole in viaggio verso un occidente oriente di altri panorami e realtà. Il candore nevoso lentamente ingrigisce fino ad opacizzarsi nel buio immanente. Creste rocciose pullulano di capre di montagne equilibriste in bilico su sentieri di routine in cerca dell’ultimo pasto sulla via del riposo; stambecchi saltano da una rupe all’altra o lottano sul far della sera le ultime schermaglie di una giornata amorosa; lontano l’ululato di un lupo distrae dal suo grattarsi la schiena un orso bruno violentatore di cortecce d’alberi e predatore principe di frutti di bosco e bacche colorate: a scanso d’equivoci, nascoste nella macchia roditori di varie specie osservano l’orso non disdegnando sguardi al cielo in salvaguardia di falchi o aquile in perlustrazione belligerante. Il nero della notte avvolge ogni cosa nascondendola agli occhi inadatti dell’umano divenire.
Un giorno qualunque su questo pianeta: la vita!.
L’alba; il mezzodì; il tramonto. Il PDL, il Pd, il centro, la destra, la sinistra. Il ritorno, la discesa in campo, i diritti dei gay, lo sconcerto, la disoccupazione, le nomine rai, la crescita, lo sviluppo, i tagli, il risparmio, lo spread, la finanza, l’economia, il parlamento, la politica, i politici, i governi, i tecnici, le elezioni: la nazione, lo stato, l’Italia, gli italiani, il popolo …!.
" ... Potevo fare di quest'aula sorda e grigia un bivacco di manipoli; potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto [...] " :

Un giorno qualunque dall’Alpi a Lampedusa: Il nulla! :