Giorgio Napolitano … - di Francesco Briganti

12.12.2013 08:23

Tanti trasferimenti nella mia vita: di quartiere, quindi di domicilio, poi di regione e perciò di residenza; durante ognuno intanto crescevo: da bimbo a ragazzo a giovane uomo ad adulto. Da ogni “stato di luogo e d’essere” imparavo qualcosa, acquisivo esperienze e di pari passo, istante dopo istante, assieme alla mia morfologia fisica cresceva, maturava e si definiva la mia “bios” (vita) mentale.
Il “CHI E’” di ognuno è frutto di una somma di più fattori: quello genetico, quindi morfologia e sviluppo dell’essere; quello ambientale, quindi educazione, istruzione, ambientazione e viione del mondo; e quello interpersonale perciò autocoscienza da cui autostima, considerazione e stima per gli altri, rapporto generale e particolare con l’intorno al e del proprio “IO”.
Sono nato a Napoli, frutto di una famiglia “bastarda etnicamente parlando” con varie origini territoriali come ascendenza, ed ho i caratteri tipici dei napoletani, ma ho anche avuto la fortuna di crescere, nel periodo più delicato nella vita di un uomo, la pubertà, in Calabria terra aspra, sofferente e sofferta, dalla quale ho avuto quell’imprinting realista che un po’, molto, ha mitigato quell’innata spensieratezza dei napoletani. Oltre all’amore per la terra, in quanto polvere e sassi e campi da coltivare e su quali sudare, dalla mia regione d’adozione ho appreso e fatto mio uno di quei cardini che, secondo me, dovrebbero essere alla base della condotta di ciascuno tra i viventi razionali: le cose “SI FANNO” e non è nemmeno necessario dirlo o che si sappia preventivamente saranno poi i risultati che parleranno per te.
Chi avesse voglia di impegnarsi in politica questo principio non può seguirlo in quanto se non dici i perché del tuo impegno nessuno potrà o saprà il motivo per cui dovrebbe sceglierti; ragione per cui l’aspirante politico deve parlare, farlo molto e farlo con più persone possibili; deve essere chiaro, inquadrare la situazione, elencarne i guasti e le contro misure, e deve farlo secondo un’ottica che tenga conto di tutto quello che è il proprio “chi è” e di tutto quello che è il mondo di persone a cui intende rivolgersi: quindi deve avere una storia a cui dare una continuazione che si integri e continui la storia degli altri. Questo è il POLITICO che vuole fare la POLITICA!. Altra cosa è chi guardasse al mondo e individuate delle cose sbagliate, con l’ottica del proprio interesse o con quella di fini tutt’affatto di interesse generale, le sfruttasse per aggregare attorno a sé il malcontento, l’esagitazione, la disperazione e la rabbia degli altri. Chiunque tra Voi abbia avuto di arrivare sin qui del mio scritto saprà, guardandosi intorno, individuare quei due o più casi in politica e quelle migliaia nell’imprenditoria e quei milioni tra la gente comune atti a servire come esempi a confermare questa tesi; parlarne ancora ed oltre sarebbe pleonastico e genesi di insulti nei miei riguardi dei quali sono stufo ed ai quali mi sono arreso giacché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
In questo paese la politica dell’interesse privato, che sia personale, di casta o di fine, quest’ultimo molto spesso illecito, in un senso o nell’altro ed anche qui farne un elenco è oramai cosa ripetuta e stanca, è diventata la norma, con la conseguenza logica che o sono tutti buoni o sono tutti cattivi generando la conseguenza ultima che SONO TUTTI INUTILI. Su questa conseguenza si innesta la rivolta (?), la protesta (?), le manifestazioni di questi giorni, degli ultimi periodi, degli ultimi anni. Le più recenti al grido di “andatevene via”, stanno coniugando in maniera innaturale e senza costrutti futuri la destra e la sinistra, il ricco ed il povero, il tartassato e l’evasore, il martire ed il torturatore; quando questa succede la politica ha ufficializzato il suo fallimento ed ha aperto i cancelli all’intevento, prima o poi, dell’uomo forte, comunque della figura generica, esercito, polizia o gruppo chiuso che sia, la quale interverrà per mettere a posto le cose e, siccome non si fanno frittate senza rompere le uova, allora ecco che per pochi guadagni di alcuni i “TROPPI” NE PAGHERANNO LE SPESE.
E’ bene si sappia e ci si renda conto, una volta per tutte che NON E’ VERO che non ci sono differenza tra destra e sinistra e che NON E’ VERO che sono, siamo, tutti uguali e che, infine, NON SONO CONIUGABILI le conseguenti visioni del mondo per CHI VOLESSE COSTRUIRE un mondo diverso e non volesse solo distruggere o preparare il campo per QUALCOSA di peggiore e di molto più triste.
A chi si stesse chiedendo cosa c’entra la Presidenza della Repubblica nella persona dell’attuale Presidente, io rispondo: “NULLA!”.
… O SI?!.
Fate Voi!.