… Giulietta’s sons … - di Francesco Briganti

16.03.2015 09:09

Ieri sera, assieme a degli amici “facebukiani”, ho dato vita ad un siparietto di commenti molto intenso come battute, pregno di allusioni al limite dell’insulto, temporalmente durato qualcosa più, qualcosa meno di un’ora; l’oggetto del contendere, il nocciolo della questione, era la credibilità, era, in fondo l’intelligenza, era, in sintesi, l’essenza politica di un qualcosa.

Era successo, solo alcuni minuti prima, che il mio Napoli aveva malamente perso a Verona. Dovete sapere che tra i tifosi partenopei e quelli scaligeri non è mai corso buon sangue da quella volta in cui sugli spalti del Bentegodi comparve uno striscione che diceva testualmente: “ Vesuvio fai tu” con questo volendo intendere una eruzione salvifica a pulire l'ltalia dai Napoletani. Lo striscione era malevole e stupido, ma se non ci fossero stati dei politici criminali a sobillare con il loro razzismo fascista gli animi, prima, durante e dopo, poteva comunque passare per una boutade scema, ma sportiva.

Nella partita di ritorno di quel anno i napoletani risposero con uno molto più fine e sostanziale, riuscendo, con una affermazione apparentemente aliena allo sport, ad offendere tutti i veronesi. Quello striscione di rivalsa recitava così . “…. Chell’ (quella) Giuliett’ … era ‘na zoccol’ (puttana)”; classificando il simbolo veronese quale prostituta la conseguenza salta agli occhi senza ulteriori spiegazioni.

Dunque il Napoli aveva perso, devo ammettere meritatamente, con un Verona che ieri sembrava una grande squadra tanto più il Napoli sembrasse piccolo, ed il mio animo era esacerbato, steatosi epatica da tifo; avendo bisogno di sfogare in qualche modo, non ho resistito alle provocazioni, giacché tali e solo questo erano e sono, prima di un ex compagno divenuto grillino, ammesso che questo significhi qualcosa, e di un, lui dice ex figc, renziano tanto matteano da rasentare l’idolatria.

Devo ringraziare entrambi nel momento stesso in cui mi chiedo se la rabbia che covavo non mi abbia fatto travisare quello che era un loro esagerato modo di autoironia piuttosto che una vera e propria professione di fede e di contrasto politico. Comunque fosse in una cosa avevano esaustivamente ragione: NEL NON CREDERE AFFATTO ad una possibilità concreta di riscatto e di forza di una coesione a sinistra che fosse dirimente o quanto meno reale oppositrice di questa cloaca governativa a reggere le nostre sorti.

Eh, sì!, la nostra storia di compagni dà loro ragione. Troppi e ripetuti sono gli esempi della stupidità dei capi comunisti che si possono fare a giustificazione dello strapotere destroide, chiunque e comunque lo rappresenti: dagli infiniti partiti dalle sigle più speciose a rappresentarli alle figure più megalomani e egoistiche che ne hanno incarnato le varie fasi. Da quello stesso Napolitano dell’ala migliorista, ai Bertinotti, ai Ferrero, ai leader dei comunisti italiani, ai più recenti Renzi, la cui unica certezza è di non essere mai stato nemmeno lontanamente di sinistra, ai Bersani, ai Cuperlo ed ai Civati e Fassina; passando altrettanto stupidamente per i vari gruppi extra parlamentari che hanno sfolgorato, colpito, e distrutto quello che poteva essere il progetto edificante di una società diversa.

Quelle realtà, ed io ne sono stato parte convinta, avevano una ragione di esistere, forse ed allora, ma quelle divisioni, in un mondo diverso quale è quello odierno, non hanno più ALCUN SIGNIFICATO SOSTANZIALE; e quando anche ne avessero uno razionale e qualificante esso dovrebbe essere non già elemento di divisione, ma soggetto di dibattito interno al fine di una crescita comune in una scenografia però compatta, unitaria, coesa verso un solo obiettivo: la tutela dei diritti dei più deboli e sfruttati. OGGI, ed in un concetto, del POPOLO ITALIANO!.

Ho sempre detto e scritto che l’unico guaio dell’Italia sono gli italiani; non me lo rimangio ora, ma specifico, ORA, che il guaio della sinistra sono QUELLI DI SINISTRA incapaci come sono a vedersi figli legittimi della stessa grande idea nel mentre che si riconoscono e sono figliastri spuri e senza padre di tante, oggi, piccole meschine ideologie.

Ed ecco che ritorno ai protagonisti del siparietto di ieri sera con i quali tutti, mi scuso per la mia rabbia e per le mie offese che, non comprese o sorvolate che fossero, non avevano ragione di esistere in un dibattito che avrebbe potuto essere serio se non ci fosse stata la rabbia, la frustrazione, la sfiducia, l’incredulità e la conseguente prosopopea di tutti i protagonisti, nessuno escluso, ancora una volta a credere che solo dalla propria parte ci fosse la ragione e la soluzione ad ogni male.

Dunque, salvando la buona pace dei tifosi partenopei e di quelli scaligeri, esistono in “questopaese” dei figli di Giulietta, sono molti e diversamente sparsi ovunque: trasversali essi sono come moda stellata vuole, ma occorre aggiungere a questo che se è sempre vero che pure i figli di Giulietta comunque figli sono è altrettanto vero che bisogna finalmente convincersi che si può restare figli perfetti e bravi a costruire qualcosa di concreto e finalmente funzionale a sinistra senza che …

GIULIETTA CONTINUI AD ESSERE UNA ZOCCOLA!.