… heil matthew … quale che sia il tuo cognome!. - di Francesco Briganti

03.03.2015 05:56

Ma si!, e diciamocelo finalmente; confessiamo tutti apertamente che siamo con Bonanno, con Salvini e con quelli di casa Pound. Gridiamo a gran voce che i rom sono feccia umana, che i neri dobbiamo lasciarli affogare in mezzo al mare o nella merda da cui provengono, che i Juden dobbiamo rinchiuderli nei ghetti e che chi non beve con noi deve portarseli via la peste più ariana possibile. E che cazzo!.

Bando ad ogni ipocrisia si abbia il coraggio, tutti, ma proprio tutti, di dire che a noi degli esodati, in realtà, non interessa un beneamato belino; che delle vecchiette che cercano provviste nella spazzatura abbiamo giusta giusta quella considerazione che si riserva per i falliti o al massimo quella pietà pelosa per le cicale mai state formiche; che di quei giovani imbelli e fannulloni di cui si ciancia a gran voce la disoccupazione non si dice mai che gli unici responsabili sono loro stessi; che i giudici farebbero bene a pensare ai casi loro invece di rompere i marroni andando a sfottere il pasticciotto di qualche onesto politico che pensa al benessere della propria famiglia giacché di non altro egli sarà colpevole se non di ciò che ognuno di noi farebbe al posto suo.

Non stiamo qui a piangere per qualche saluto romano speso in piazza del popolo facendo finta di non sapere che ogni avanguardia non è che il prodromo di quel esercito al cui arrivo tutti ci accoderemo senzienti ed osannanti; rallegriamoci pure apertamente se nel Colosseo della politica italiana ben più di un solo ras di quartiere sta affilando i gladi per l’ultima decisiva schermaglia da combattersi per la successione dell’ultimo vecchio, corrotto e corruttore, bavoso Diocleziano.

Certifichiamo aggregandoci festosi ad ogni elezione a senatore di tutti quei i cavalli che allo scopo vengono aggiunti alla foresteria strategica e sociale necessaria ad un controllo della scacchiera; salutiamo con un “ave Caesar” quelli a delinquere che scelgono una primaria, quale che sia, comunque recitata, ovunque rappresentata, quale che ne sia la morfologia, per legittimare una propria partecipazione alla tenzone agonistica in svolgimento; non tralasciamo mai di fare mostra di aggregazione con questi e con quegli accettando dell’uno e dell’altro tutto ciò che ognuno di loro, tra tante immense stronzate mediatiche, ogni tanto infila di giusto; siamo o non siamo italiani?, ed allora siamone orgogliosi e fieri.

Poi ed in fondo cosa volete che ci importi veramente, perché dovremmo fingere sdegno per quella Europa dei lussemburghesi, squallido paradiso monetario o della Svizzera a tradire dei poveri Cristi che vi avevano conservato i loro sudati risparmi, ciascuno di noi, potendo, non avrebbe fatto lo stesso?; e che cazzo diamo tempo al tempo al figlioccio del corto padre e vedrete che anche lui si inventerà qualcosa di costruttivo per fare dell’Italia un paradiso. Poi, dagli e dagli, giunti lì dove cola l’oro, qualcosa ungerà anche le nostre mani; è risaputo, è storia vecchia, i servi, prima o poi, qualche briciola la raccattano sempre!, e perché noi dovremmo fare eccezione?

Smettiamo quel pathos sceneggiato che ci vede immensamente distrutti per il rogo di qualche povero stronzo, per la decapitazione giusta, se ne stessero in pace tra quattro mura ed a casa loro, di qualche imbecille combattente per le proprie idee; chi ci dice che sono quelle giuste?. Comprendiamo alla buon’ora che il papa russo deve controbilanciare, pena la sottomissione, l’arroganza di quello nobel, sic!, afroamericano ed abbronzato al cui cospetto non può e non deve inchinarsi: e che diamine!, ognuno deve pure salvaguardare la propria dignità, il proprio gas, il proprio portafogli altrimenti, ditemi, come si può continuare a regalare lettoni, ad aiutare movimenti giusti ed irredentisti quali quelli della Le Pen e di Salvini nostro, Dio l’abbia in gloria?.

Soffiamo tutti all’unisono verso il cielo per tenere su in volo quegli elicotteri, quegli aerei di stato che portano a spasso questo o quello e capiamo che la velocità e l’urgenza sono necessarie e non devono badare a spese per quelli che tanto si spendono per “questopaese”. Deprechiamo convintamente, tutti, quelli che tra loro solo per pura e populistica scenografia prendono un tram o un treno: sono degli stolti che infangano le normali e sacrosante procedure. Fustighiamo a sangue, con violenza e ferocia quegli stupidi e quei criminali che fanno della tutela dei diritti degli altri un ragione di vita: debbono morire calpestati da un monopattino giacché con la loro azione non fanno altro che distrarci ritardando una normalizzazione agognata, salvifica ed acquietante. In un solo concetto e con tweet esempio finalmente dirimente ed esaustivo:

a gino strada, ma vai a fare in culo!.