… heroes … - di Francesco Briganti

17.07.2015 08:29

Oltre la metà di luglio: estate piena, un caldo africano, sparite le rondini sugli agglomerati urbani volteggiano stormi di gabbiani; il sole sorge e cresce indifferente, gli uccelli cantano, la natura rinvigorisce e rinsecchisce, muore e rinasce in un continuo avvicendarsi di caducità sempiterne. La gente al mare, le spiagge si affollano, le città si svuotano nel mentre che i campi imbiondiscono di spighe, di mais, di girasoli a seguire l’ordine circadiano di un astro “macchiopatico”: qualcuno dice siamo prossimi ad una nuova era glaciale. Lo scintillio solare riverbera dalle acque mille rilassamenti, milioni di distanze dal tran tran quotidiano, ricercate assenze dalla realtà abbrutita degli intorni. La pelle scurisce in un bronzeo innaturale a testimoniare quanto una sfumatura sia differenza effimera e non sostanziale, quasi fosse monito a chi fa di un colore qualsiasi oggetto di distinzione e discriminazione. Estate: pausa caffè nel lavorio continuo della vita moderna!.

E le persone?.

Abdicano al loro ruolo. Il bisogno estremo di riposo, fosse anche solo mentale, governa, finalmente, la ricerca di un quotidiano diverso; si passa dal metaforico organo di partito soggettivo alla condivisa rivista del pettegolezzo; si sfogliano pagine di foto a ritrarre la vita altrui pur di non pensare alla propria; ogni spiaggia diventa la sala d’attesa di un barbiere o di una parrucchiera hair stilist di un periodo in cui il mondo può anche andare a farsi fottere purché nessuno collabori a romperci i coglioni. La Grecia finisce nel dimenticatoio; l’Europa ritorna entità geografica; la Bce, il Fmi, La troika restano acronimi insulsi non più ad indicare prevaricazione ed abuso e sopruso, ma termini a riempire gli incroci di una pagina della settimana enigmistica. Il sole sorge e tramonta su: quanto?; quindici giorni?, una settimana?, un week end?, una sola domenica a Dio piacendo?; l’importante non è la lunghezza, ma l’intensità!. Anche solo poche ore, ma cazzo, smettetela di rompermi le palle!.

Lontana all’orizzonte scivola lenta una vela; incrocia una scia e beccheggiandovi sopra assomma la propria all’onda a dirigersi verso la costa: mini tsunami in arrivo per quelli che, eroici, vi si tuffano incontro. Memore di un atavico ancestrale mestiere, qualche prode cacciatore moderno finge una ricerca di cibo affogando un triste verme nelle profondità più azzurre; mamme industriose azzardano panini imbottiti di avanzi; snob dell’ultima ora, un tantino invidiosi, prenotano al ristorante vicino; l’acqua, gassata, liscia, comunque ghiacciata, rinfresca gargarozzi seccati dal sale e dal sole. “ Cocco fresco … “ grida un ragazzo, un vecchio, un tipo qualunque, sudando agli errori fatti o che farà e incrociando un “vucumprà” a precederne un altro ed un altro ancora, ciascuno mai troppo pentito di non essere rimasto da dove è venuto.

E nel frattempo il mondo continua a girare. La Tienanmen ellenica brulica di lacrimogeni a dirimere; l’Angela teutonica mortifica bimbi speranzosi, giusto per non perdere l’abitudine; i corruttibili continuano a farsi corrompere, giacché ogni lasciata è persa; i pederasti morali, niente a che vedere con le abitudini sessuali di ognuno, non sentono frasi assassine e, poi, piangono per la loro, guada caso, sordità; ogni bastardo profitta dell’occasione a presentarsi per comportarsi da tale e quattro milioni di poveri, solo duemila se espressi in euro, frugano nei rifiuti dell’umanità per trovare quell’esistenza in vita che qualcuno gli ha rubato in nome del interesse dei soliti pochi sempre troppi per giustificarne l’agire. Tette al vento, culi all’aria, petti in fuori e pance in dentro a sfoggiare mesi di frustrazioni continuamente frustate adesso a rivincere spacciando disinvolta indifferenza come dimentica manifesta partecipazione.

Ed io?.

Nel mondo io camminerò tanto che poi i piedi mi faranno male io camminerò un'altra volta e a tutti io domanderò finché risposte non ce ne saranno più … Amerò in modo che il mio cuore, mi farà tanto male che, male che come il sole all'improvviso scoppierà scoppierà. … Nel mondo tutti io guarderò, tanto che poi ,gli occhi mi faranno male e ancora guarderò un'altra volta. … Amerò in modo che il mio cuore mi farà tanto male che, male che come il sole all'improvviso scoppierà, scoppierà … nel mondo io non amerò, tanto che poi …

il cuore non mi farà più male!. (zucchero)