… hey teacher … - di Francesco Briganti

17.03.2015 08:16

Ilvo Diamanti su Repubblica rende una esegesi, prossima e futura, della coalizione sociale in via di costruzione quantificandola, ora, intorno ad un 5%, “forseunpòdipiù” e classificandola come forza di piazza e non come possibile forza politica. La definisce trasversale in funzione di Sel, del Pd e del M5S non riconoscendole uno spazio a sinistra che secondo lui non c’è, essendo, quello spazio, occupato, come storia insegna, da piccole fazioni estremiste, dalla realtà effimera e temporanea, finalizzata ad una azione protestataria più che politica.

Ilvo Diamanti, in pratica, pur rendendo ragione a Maurizio Landini di interpretare un ampio e diffuso disagio del paese, non gli assegna altra funzione se non quella, inutile dal punto di vista politico, di ennesima valvola di sfogo a rendere probabile il partito unico della nazione, sogno del bamboccione fiorentino, associandolo in questo ai grillini, alla lega, alla Meloni, a quella destra fascista e reazionaria e a quant’altri non ci stanno all’idea se non come propria realizzazione.

Secondo Diamanti, che dà giustamente credito agli ultimi sondaggi, pur sceso nella fiducia generale ad una posizione non più maggioritaria e valevole intorno ad un 40%, Renzi sarà ancora ed a lungo vincitore, a mani basse, in una competizione elettorale che fosse, secondo previsioni, non tanto vicina temporalmente. Essendo un fine conoscitore della cosa politica, ma di più della natura genetica sadomasochista, servile e vigliacca italiana e degli italiani, probabilmente Ilvo, ha oggi, pienamente ragione; ma “solo gli stolti non capiscono che il momento è grave quando anche chi ha fatto del "tira a campare" la propria filosofia comincia a dire di essersi stufato ... “ e nel paese, già oggi, molti, troppi sono quelli che anche non avendolo scelto, ed anzi avendolo subito, stanno cominciando a gridare il proprio basta al tira a campare indotto da un governo il cui fine ultimo sembra proprio quello di voler scatenare a tutti i costi una rivolta di piazza.

Dunque e forse è proprio Ilvo Diamanti, che stolto non è, a rendere buon gioco a Renzi scrivendo, spero per lui in buona fede, esattamente ciò che fa gioco a tutti ed ogni Renzi di questo mondo: l’induzione allo scoramento in e di chi dovrebbe credere in una alternativa possibile, in una forza contraria e non normalizzata, in una speranza di sopravvivenza. Le risatine di derisione, la esposta supponenza di chi si concede alla valutazione quasi caritatevole di una possibilità impossibile, invece nei fatti e nelle cose; il fingere di non accorgersi che qualcosa di sempre più evidente si muove nel paese non è stupidità da parte di chi regge le sorti del paese o da parte di chi quei gestori serve, vuole mantenere o in cui, anche in buona fede, crede, ma E’ paura; sì paura!.

Paura ed anzi sottile strisciante terrore: quel sentimento che induce ansia ed apprensione; quel moto dell’animo che scuote ogni cosa e rende insicuro e labile tutto ciò che ieri era certo ed indiscusso; quel brivido gelato che sale dalla punta dei piedi, si arrampica lungo la spina dorsale e attanaglia la nuca immobilizzando il collo in una tensione improvvisa che si acuisce, battito dopo battito, nel pulsare doloroso di ogni vena alle tempie, a ritmare un cerchio alla fronte sempre più stretto e soffocante.

Perciò è in quella paura, è quella su appena descritta la realtà motivata in cui tutti ed ognuno, tra quelli che, divisi e sparsi, ululano alla luna il loro doloroso fastidio, dovrebbero credere. Il pensare che sarà l’ennesima delusione; il lasciarsi convincere che il potere è imbattibile; la sottomissione volontaria al meglio così che peggio; l’arrendersi senza combattere ad un quotidiano che sarà immutabile solo se gli si concederà di essere immutabile, tutto questo, fa il gioco di chi governa, di chi fa solo i propri interessi o smaccatamente serve quelli di una minoranza che del paese se ne fotte e che nel paese, probabilmente, neanche vive più da tempo seppure mai c’è vissuta.

E poi ed alla fine, quando anche lo stesso Maurizio Landini e la sua, LA NOSTRA, coalizione sociale non avessero il successo in cui noi tutti speriamo; quand’anche, ora ed oggi, non riuscissimo a creare anche qui in Italia, la nostra Syriza, il nostro Podemos, ebbene avremmo vinto lo stesso pur uscendo sconfitti e continuando a patire giacché alla faccia di tutti i poteri abusati e di ogni servo genetico,

noi, noi, noi

avremo messo un altro mattone nel muro della maturità e della ribellione!.