… I N R I … - di Francesco Briganti

04.10.2015 07:55

Mi ritengo un libero pensatore. Anticipo a chiunque che so da me che quel che penso ha un valore, quale che fosse, solo per me e che per gli altri non ha che il senso ed il valore che ciascuno vorrà dargli; ritengo, infatti, che chi si prende la briga, il tempo, per leggere le mie riflessioni lo è altrettanto e dunque, si tratta solo di un confronto tra eguali e la valenza del pensiero di ognun soggetto è totalmente paritaria: tutto o niente!.

Ciò detto, ritorno indietro nel tempo sino ad ieri sera. Ascoltavo la musica che mi piace e, nel frattempo, mi divertivo a postare titoli di cronaca rilevati da quel bollettino parrocchiale, ma non troppo, che è diventato l’ex giornale di E. Scalfari, in particolare facevano bella mostra di sé, quasi fosse studiato a posta e magari lo era, i contasti, apparenti e/o reali, a rappresentare quell’opera comica recitata in un pollaio dove troppi sono i galli a cantare.

Nella stessa pagina, o con appena un parvenza di decenza e quindi in pagine successive tra loro, da una parte si leggeva che il Papa incontrava una coppia gay accogliendoli e amandoli come un padre giusto ed amorevole fa con un figlio e dall’altra veniva sbandierata l’intransigente anatema della curia romana nei confronti di un prete “autingatosi” (bella questa vero?; ndr) quale gay innamorato e felicemente accompagnato.

Poco distante, nella topografia tipografica esplorata, Francesco (auguri; ndr) esortava il sinodo ad accogliere le famiglie comprendendone valori e vulnerabilità proprio mentre, appena girato un angolo rotativo, si poteva leggere quanto la curia bolognese stesse dichiarando la nullità e l’inefficace del matrimonio civile di una scrittrice quasi che una famiglia avesse valore solo se è un prete, gay, pedofilo, solo umano o santo che fosse, a dichiararlo; facendo così finta di dimenticare che è solo dal sesto secolo dopo Cristo, o giù di lì, che la chiesa ha sancito la sacralità del matrimonio. Dunque o per sei secoli se ne sono fregati della parola del Figlio di Dio, oppure della valenza di un contratto quel figlio non ne ha mai detto.

Comunque sia, essendo il diritto canonico, il racconto apostolico, il divenire ecclesiastico solo una interpretazione umana di quello che è il vissuto di un profeta ciò può anche essere considerato comprensibile se inquadrato in un contesto di potere, è sempre la solita storia, che alcuni uomini vogliono mantenere su altri uomini. Quello che diviene meno difficile da capire è non tanto il contrasto evidente tra le parole e le azioni di un capo carismatico ed i suoi funzionari più elevati, abbiamo appena detto che ciò è umano e quindi normale, quanto e piuttosto il pubblicizzare ad arte, e perciò strumentalmente, quello stesso contrasto.

Ora, detto che il Cristo, è mia informazione sicura da fonti altolocate, ogni giorno e per le cause più diverse è costretto a dar testate ai muri del paradiso per non cedere alla tentazione di affogare questo mondo, è proprio obbligatorio chiedersi : “ strumentale a che?”.

Questo Papa è decisamente un corpo estraneo in questa chiesa sempre meno di evidenze trascendenti; lo è nella stessa misura in cui lo furono Giovanni XXIII e Papa Luciani. Pur dovendo comunque sottostare a quella convenzione che non può ammettere un pontefice che snaturi ex abrupto un sistema radicato nei secoli e negli attici del potere canonico, Egli di certo sta dando, giorno dopo giorno, segnali decisi di inversioni di rotta. Fa quel che può, quel che gli riesce tenuto conto di una burocrazia ecclesiale che gli rema contro continuamente e dunque quello “strumentale” non può essere altro che una sorta di avvertimento sotto inteso a che non lasci troppo andare fuori dal vaso dei bisogni radicati la propria opera temporale di rivoluzionario, quasi guevarista, francescano e cristiano nel senso vero e proprio di seguace di Cristo.

Gli avvertimenti, però e questo lo si sa, fan presto a tramutarsi in trame minacciose. Del resto anche la storia recente ha visto un pontefice, strano per un tedesco, arrendersi alle sottili avvisaglie di un clero deviato, ne ha visto un altro morire improvvisamente d’infarto solo dopo pochi giorni di un papato partito all’insegna del cambiamento a dispetto di tutti e di tutto e ne ha visto, infine l’opera di un altro ancora, patrono di un concilio ecumenico, venire tradita dall’Opus Dei, dallo Ior e da tutti quegli intrallazzi che si nascondono dietro le mura inviolabili del Vaticano.

Dunque ed infine il coglire il significato delle cose ad accadere. Mi dispiacerebbe assai e di molto se durante un viaggio qualsiasi un imbecille alla Alì Agca riuscisse a farsi largo tra una folla festante armato di una pistola o se, una mattina, qualcuno trovasse un Papa infartuato e prima di chiamare i soccorsi provvedesse a lavare diligentemente una insospettabile tazzina.

Cisto morì sulla croce, per sua scelta o per disegno divino che fosse. Lo fece pubblicamente non nascondendo nessuna delle proprie soffferenze. Mi dispiacerebbe al limite del dolore fisico se Francesco spingesse il proprio essere cristiano …

allo stesso identico sacrificio!.