… idontknow … - di Francesco Briganti

11.07.2015 22:18

Rispondevo ieri ad una cara amica che se c’è una cosa che so quella è di non sapere. In verità ho un po’ sparato la posa del filosofo; ho accentuato nello scrivere quella che è, per tantissime cose , una mia deficienza: io, ignoro, ma proprio sono digiuno di tanti di quegli argomenti che ciò che conosco, a paragone, potrebbe essere scritto sulla testa di uno spillo. Ad essere sincero sino in fondo, però, occorre dire che di moltissimi di quegli argomenti, la maggior parte, non potrebbe fregarmene di meno e della restante, ampissima, parte e quandanche fossero alla mia portata, cosa che non sempre è, scelgo scientemente di non sapere, di non approfondire, di non occuparmi.

Evito, poi, nella maniera più esaustiva possibile tutte quelle sfaccettature che fanno di un argomento lineare e preciso, quale che fosse, un qualcosa di opinabile e di dipendente da una interpretazione. Sono stato, sono e sempre sarò convinto che la verità sia una ed una sola e che è un assurdo spergiuro chi esponendosi nei suoi confronti non iniziasse il discorso dicendo un “secondo me” indice di onestà prima di tutto verso il proprio sé ancor prima che verso gli altri.

Quindi io non so e, dunque, non parlo di ciò che non conosco. Considero degli emeriti imbecilli i “tuttologi” a prescindere, così come per me sono degli idioti coloro che, accettata una versione, un’idea, un fatto, ne fanno una ragione di vita e si battono, quasi ne dipendesse la vita, affinché essa/i diventi/no predominante/i; sono costoro persone che non esercitano più una funzione critica, divengono una sorta di liberti del pensiero, si auto incatenano ad metaforico palo, così escludendosi, dalla libera passione del ragionamento, dalla deduzione, dalla trasformazione di un pensiero, poi, in una deduzione e, quindi, in una azione conseguente. Svendono il proprio cervello ad una meno faticosa adesione all’altrui, giacché è assolutamente impossibile nell’umano esistere essere sempre pedissequamente d’accordo con.

Peggiori di costoro sono quelli che tutto questo fanno, non per pigrizia, ma per puro interesse personale, di bottega o di partito; peggiori ancor più dei precedenti sono quelli che nelle ipotesi testé presentate si rendono protagonisti perché sinergici al malaffare, comunque considerato.
Una lunga, forse troppo, premessa, chi legge i miei pipponi, v’è abituato, solo per dire che per scelta avevo trascurato di occuparmi delle ennesime intercettazioni telefoniche; delle ennesime schifezze di una politica bastarda e mai lineare; delle ennesime corbellerie conseguenti dette a carico ed a discarico dei protagonisti.

A volte, però, mi insudicio contraddicendomi!.

I fatti sono noti. Un baldanzoso giovinotto parla di un suo collega con un ufficiale e nel corso di quel colloquio e di altri svela, ora che lo sappiamo, di quale squallida natura egli sia fatto. Ne ha per un suo collega di partito definito incapace; ne ha per un’alta carica dello stato definita ricattabile, ne ha per coloro che lo hanno scelto visto che agendo alle loro spalle si accorda con chi per essere eletto aveva definito la peste bubbonica o giù di lì. Quando, poi, si intendesse, chiaro e limpido, che dall’altra parte di un telefono c’erano, alternate anche altre alte cariche pubbliche di uno stato che quelle cariche dovevano difendere e servire, beh!, e secondo me, la merda che tutti ci avvolge dovrebbe far dar di stomaco senza emetici a risolvere.

E qui entra in gioco il mio “idontknow”. Vi entra in tackle scivolato, di quelli da cartellino rosso ed espulsione immediata in quanto, io mi rendo conto sempre più che quella mia scelta di non sapere non è, in realtà, cosa rara ed anzi è quella più frequente in “questopaese”. Se così non fosse; se quei coloro a sparlare, infatti, fossero convinti di avere di fronte un popolo capace di sdegnarsi e di prenderli a calci, se tutti NOI AVESSIMO ONORE, non inscenerebbero indifferenti far finta di nulla; non minaccerebbero insulse querele contro chi fa il proprio mestiere, ma andrebbero proprio fisicamente a difendere la propria dignità, parola grossa trattandosi di politici; e nella più fantascientifica delle ipotesi si dimetterebbero, vergognandosi come ladri, senza più uscire di casa.

Coloro, però ed invece, sanno con chi hanno a che fare e per questo assumono l’atteggiamento che è sotto gli occhi di noi tutti; dalla più alta carica alla più infima in “questopaese” la parola d’ordine è “FOTTITENE” ed è per questo che lo schifo regna sovrano, ed è per questo che una repubblica diventa un regno e poi un protettorato ...

anche troppo per degli schiavi, per quanto ESSI possano illudersi di essere LIBERTI!.