Il caffè di sabato 16 novembre – di Gino Gatto

16.11.2013 09:58

Agli occhi del mondo siamo un popolo di cialtroni, di collusi, di corrotti, ...se ci va bene una schifezza di popolo! - E' vero? - Sembrerebbe di si!

Un'accozzaglia di di lestofanti ci hanno resi zerbino delle nazioni, i primati negativi che sono stati raggiunti dall'azienda Italia ormai ci relegano agli ultimi posti tra le società civili. E' triste rendersi conto di tutto ciò, e il mea-culpa è d'obbligo, li abbiamo collocati proprio noi al comando della nave; siamo stati abbindolati dai buoni propositi... la prima, la seconda, caspita... la terza volta, ma è da un ventennio che continuiamo a commettere gli stessi errori! - Mi domando: ma quando siamo nell'intimo della cabina elettorale siamo coscienti dell'atto che si sta espletando? - Siamo sicuri di non segnare un simbolo sol perchè abbiamo ricevuto delle promesse, per mera empatia, per riconoscenza, per timore reverenziale?

Le redini di una Nazione non finiscono nella cavezza di una soma; guidare una Nazione è ben altra cosa, molto più importante dell'interesse personale e quando si è chiamati ad esprimere il proprio parere da elettori, liberi cittadini, occorre avere ben chiari gli scenari politici, gli uomini che si sono candidati, conoscerli e conoscere i loro trascorsi, i loro interessi è diritto/dovere di un elettore; pena lo scadere nel “pagnottismo”, nel “qualunquismo” rischiando le catastrofi che stiamo vivendo da qualche anno a questa parte.

Si pagano le malefatte di chi abbiamo messo alla guida, la colpa è nostra... solo nostra e, responsabilmente, abbiamo il diritto/dovere di catapultarli “FUORI”!

Al punto in cui siamo ridotti, le pezze non bastano, occorre buttar giù e ricostruire! - Nominare con un referendum popolare una congrega costituente che rappresenti tutte le classi sociali del Paese, dagli indigenti, ai pensionati ai magnati dell'imprenditoria; persone apprezzate nel territorio e segnalate da cittadini riuniti in comitati capillari; mantenere per le questioni urgenti l'attuale Parlamento dopo averlo dimezzato e congelando gli emolumenti e i vitalizi alla Casta che non trova occupazione nella fase transitoria, per coloro i quali saranno chiamati ad assolvere compiti nel parlamento di transizione applicare le remunerazioni dettate nella Costituzione in vigore (ai politici viene riconosciuto uno stipendio che “non” può superare quello del primo presidente di sezione della Corte di Cassazione) azzerando benefici e rimborsi vari; azzerare il finanziamento pubblico ai partiti, si renderebbe operativo il referendum del 1993 votato quasi plebiscitariamente dagli elettori e mai attuato.

Dichiariamo la crisi della politica per venir fuori dalla crisi economico-finanziaria che stiamo vivendo!