… il califfato Italia … - di Francesco Briganti

10.01.2015 08:35

La Jihad islamica, erroneamente definita ed interpretata come “ guerra santa ” ha origini dal credo coranico ed è il risultato di una decisione difficile, ponderata, mirata raggiunta da un consesso superiore di autorità religiose di quel credo dopo momenti, anche sofferti, di attenta valutazione di una situazione. Nella sua interpretazione ortodossa la Jihad ha carattere difensivo e solo eccezionalmente lesivo della libertà e del libero pensiero altrui. “As salam alaycum …” (la pace sia con Voi) è, infatti, la frase che inizia la maggior parte del testo sacro dell’Islam in cui si ritrova, né più, né meno, la stessa voglia di amore che quella, ad esempio, dei vangeli.

A questo punto, però, nascono tre problemi: a) la “chiesa” islamica non ha una struttura verticistica e quindi non ha un capo unico cui rivolgersi; b) è parcellizzata al massimo grado tra correnti di fede spesso in forte contrasto tra loro; c) pur avendo fedeli a miliardi sparsi in ogni angolo del mondo, tali correnti sono concentrate in un’area molto ristretta se considerata in funzione della superfice mondiale. Da queste tre caratteristiche nasce la possibilità, in altri credi difficilmente capace di fare proseliti, che autonomamente ed in modo decisamente arbitrario qualunque autorità religiosa auto proclamatasi tale si arroga il diritto di una Fatwa e la decisione di una Jihad. Si aggiunga a tutto questo la estrema disinvoltura attraverso la quale l’occidente ha spesso agito nei confronti delle società arabe, di quei costumi, di quelle usanze, di quelle ricchezze e di quelle alleanze ed ecco che la miscela esplosiva che si viene a creare è più instabile di un bottiglia di nitroglicerina sulla groppa di un toro impazzito.

Per tutte queste ragioni esiste sul serio un “pericolo islam” inteso non in quanto religione o struttura sociale, ciascuno in casa propria faccia ciò che meglio crede, ma in quanto fonte inesauribile di interpretazioni ad usum delphini che ciascuno dei tanti capi può accampare per dichiararsi difensore della fede e da tale qualifica fare proseliti, discepoli ed armare eserciti o singoli folli, singolarmente o coralmente, votati al riscatto di una Jihad e/o di un auto martirio pur di raggiungere un determinato obiettivo. La strage dell’undici settembre; la guerra in Afganistan ed in Iraq, il Califfato siriano dell’Isis, la decimazione pakistana, i martiri africani, la strage di Parigi, e tutto ciò che ancora dovesse accadere in futuro sono espressioni tragiche e folli figlie di tutto quanto precedentemente detto ed Allah, sia glorificato il Suo nome così come si fa per quello di Dio Padre nostro Signore ( inciso per i credenti; ndr), e Maometto suo profeta non c’entrano proprio nulla se non per la strumentazione becera ed assassina che gli uomini ne fanno per i loro luridi scopi.

Dunque il “pericolo Islam”. Nel nostro paese, sponda del Mediterraneo opposta a quella in cui i fermenti arabi sono più frequenti e radicalizzati, approdano quotidianamente centinaia di profughi in cerca di quella pace e di quel riscatto umano che nella loro terra non trovano più. Tra costoro potrebbe esserci, il condizionale è un obbligo, qualcuno votato al sacrificio guerrafondaio e personale, se non fosse che ben altri sono i mezzi di cui dispongono i cosiddetti “jihadisti di ritorno” fanatici frustrati dalla propria, quale che sia, precedente condizione che si sono votati alla “ guerra santa”. Questi ultimi hanno passaporti regolari, finanziamenti abbondanti, armi di ultima generazione e non possono in alcun modo, se non in mala fede, essere classificati come “L’ISLAM”: sono solo dei mercenari assoldati e dunque vendutisi per arrecare danni e perorare le peggiori tra le cause. Assassini prezzolati e non altro.

Qualunque cristiano che abbia solo un a parvenza di conoscenza della parola del Cristo e/o qualunque uomo che abbia anche solo una propria, minima, autostima e sia capace di un proprio ragionamento libero, non potrà fare altro che ricavare la convinzione che è da stupidi continuare in un atteggiamento razzistico, disaggregante, discriminatorio verso chiunque sia “diverso dal sé” per religione, per abitudini, per usi e costumi o gusti sessuali giacché ed in ultima analisi le conseguenze a ciò non sono mai prevedibili è dunque o si è capaci di una soluzione finale alla tedesca hitleriana, riuscendoci però, oppure conviene semplicemente essere umanamente coerenti e, auto difendendosi, procedere a quella conoscenza ed integrazione che darà ai pazzi, agli estremisti ed agli assassini ciò che questi meritano: l’esclusione da ogni consorzio civile e la giusta condanna e la giusta punizione per i propri atti.

L’altrimenti: la violenza alla violenza, il rifiuto, la discriminazione, l’abuso, il sopruso, l’invasione e la voglia di esportare la propria società e la propria democrazia, non sono legittima difesa, ma coincidono con …

Il dare fuoco ad una miccia ogni giorno più corta!.