Il lupo e l’agnello … - di Francesco Briganti

21.10.2013 09:14

“ La statistica è una scienza esatta. Se i sessanta milioni italiani mangiano trenta milioni di polli questa scienza matematica ci dice che ne abbiamo mangiato mezzo a testa; ora, però, se sei milioni di italiani hanno mangiato dodici milioni di polli e gli altri 54 milioni di italiani si sono divisi gli altri diciotto milioni di polli, questo nella pratica realtà significa che c’è chi ha avuto un ala, chi un boccone del prete, chi un osso da spolpare, chi un po’ di pelle, chi un collo e chi, addirittura, è rimasto solo a guardare. Dunque, statisticamente, l’Italia è un paese in cui si mangiano i polli, cucinati nei modi più vari e saporiti, ma si trascura il fatto che mentre qualcuno si “abbuffa”, qualcun altro fa la fame. … “ La statistica ci dice ancora che in questo paese più o meno un quarto degli elettori ha mandato a ramengo i politicanti ed il loro fare; una metà degli stessi si è spaccata in parti pressoché numericamente uguali ma ponendosi su fronti contrapposti e l’ultimo quarto ha deciso di affidarsi nelle mani di un guru affinché con polverine magiche e operazioni chirurgiche descritte e mai realmente effettuate si tentasse un qualche cambiamento: dei quattro quarti nessuno, tra gli elettori, ha visto realizzare una qualche azione costruttiva come da programma e, addirittura, quelli che si erano presi la briga di votare in funzione degli stessi e non solo per protesta o per simpatia o solo perché “ … tanto uno vale l’altro …” hanno potuto constatare che quegli stessi programmi erano stati disattesi quando non stravolti completamente. Ciò che costituiva la realtà quotidiana ante elezioni è stata la stessa ed in peggio nel post elezioni!. Dunque la statistica; ancora questa scienza ci dice che l’Italia è il paese dove florido è il risparmio privato; dove c’è una diffusa potenzialità economica e dove, infine, la piccola impresa, l’impresa familiare e l’iniziativa privata consentono uno, scellerato?, ottimismo nella visione del quadro generale. La stessa scienza non dice, non è il suo compito, che tale quadro è taroccato e che nella realtà le imprese, di ogni genere, chiudono, le famiglie si impoveriscono e che l’unica distinzione ancora credibile, qualora se ne accertasse una, è quella esistente tra i ricchi, pochi, ed i poveri, in crescita esponenziale; eppure, in questo paese si spaccia per conquista all’etica del lavoro e dei lavoratori, un incremento in busta paga di circa 200 euro l’anno lorde, più o meno sette otto euro nette al mese, nel mentre contemporaneo in cui si trascurano, come non fossero mai avvenuti, gli aumenti di ogni balzello possibile ad assorbire ed a trasformare in sfottò quello stesso incremento. La statica continua nel suo millantare non dicendo mai che il rapporto qualità/costo relativo agli operatori della politica e della burocrazia, in ogni loro grado, è spropositato e fuori da ogni logica umanamente accettabile; essa, infatti, afferma che gli stipendi dei parlamentari sono solo un po’ superiori alla media europea, che le spese del Quirinale, ad esempio, sono in linea con le attività della presidenza, che i servizi offerti alla classe politica, sanità, scuola, trasporti e quant’altro, sono gli stessi di quelli a disposizione di qualsiasi altro cittadino, ma trascura di dire che mentre questi ultimi non hanno alternative, politici, burocrati, grandi industriali, manager, i ricchi insomma, hanno una possibilità di scelta che quasi li obbliga, sic!, a seguire quelle strade funzionali e soddisfacenti interdette ai primi. La statistica ci dice che la disoccupazione è a livelli massimi anche se sempre in corsa verso cime più alte, ma trascura di dire che la percentuale a cui fa capo è riferita alla popolazione intera e non viene rapportata facendone una distinzione tra ricchi e poveri e dunque è fasulla in quanto tra i ricchi non c’è disoccupazione mentre tra i poveri essa si aggira su termini decisamente superiori a quel 12/15% che sembra esserne il traguardo si qui tagliato. La statistica fa dire ai nostri governanti che gli interventi presi, sono meglio che il nulla lasciando loro anche una blanda soddisfazione sul proprio operato, ma non dice che il nulla molte volte è meglio del possibile sopra tutto quando quel possibile è solo frutto di una guerra tra bande che se ne strafottono alla grande del sostanziale e del necessario. Dunque la statistica è una scienza esattamente infingarda e l’suo che se ne fa è “ ad usum delphini” secondo gli interessi e le finalità di chi la cita o ne fa vangelo: essa è la scienza che fa degli italiani il popolo statisticamente più tollerante al mondo!. Ora la domanda è: “ Quella percentuale, minima rispetto alla popolazione, di contestatori violenti e quell’altra di suicidi disperati e quell’altra ancora che cerca nei rifiuti, si rivolge alla Caritas, si lascia morire lentamente di inedia, si arrabatta nel piccola delinquenza, si arrangia con lavori saltuari ed in nero, che non potendo permetterselo tralascia di curarsi, che ha smesso di sperare e di credere in una umanità dell’umano … va considerata come una piccola porzione del tutto o come una filiera di addendi che si sta pericolosamente avvicinando al TOTALE FINALE?. Meditateci su GENTI E PERSONE facendo in modo che vostro meditare diventi genesi di una riflessione diffusa perché CHI PECORA SI FA DIVENTA PASTO PER LUPI!.