... il muro del pianto ... - di Francesco Briganti

12.07.2014 12:44

Chiunque avesse letto uno, quale che sia, dei testi sacri di una, quale che sia, delle più grandi o più piccole religioni ed avesse avuto voglia di farne paragone con qualcuno degli altri, non potrebbe fare a meno di notare che ognuno e tutti hanno almeno due punti in comune: l'inizio di ogni cosa e quello della specie umana. Che si parta dal libro di Mu o che si legga della saga di Gilgamesh o, ancora, che si spazi tra le credenze del popolo cinese, di quello indiano o si preferisca immergersi nelle leggende nordiche riguardanti Thor o partire dalle credenze Hopi dell'America del nord o da quelle di uno dei popoli pre colombiani, troverete sempre che all'inizio c'era il nulla e che ad un primo ominide stupido si infuse la conoscenza. Troverete termini e simbologie differenti tra loro, ma la sostanza sarà comunque comune, quando non similare o addirittura identica.
Si dice spesso che non c'è parallelismo o identità tra scienza e religione; partendo, però, dal principio di Lavoisier per il quale nulla si crea, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, non si vede perché questo non possa far coincidere la teoria del Big Bang con quella creazionistica. In un punto qualsiasi dello spazio tempo era concentrata ogni forma di energia, quel punto al massimo della implosione possibile scarica, come legge fisica vuole, tutta l'energia accumulata ed esplode dando origine ad ogni cosa; di contro, in principio era il nulla e Dio, quale che sia quello in cui si crede, disse: "... fiat lux ... " ed in sette giorni, tempo metaforico, ogni cosa cominciò e si definì.
Dall'inizio dello spazio-tempo l'universo si espande, ma grazie alla forza di attrazione tra i corpi, per ora inferiore alla violenza dell'esplosione iniziale, alla fine esso inizierà una contrazione sempre più veloce che lo riporterà alle condizioni iniziali di punto di massima implosione e, poi, tutto ricomincerà da capo, in un eterno andirivieni cosmico o teologico in funzione di quello in cui ciascuno crede.
Dunque ed in funzione di quanto prima, che siate cristiani, islamici, induisti, buddisti, taoisti, ebrei, animisti o quel che volete oppure se anche siete agnostici, atei, semplici laici credenti ma non professanti ed anche se foste dei premi nobel della scienza più fondamentalista dovete ammettere, comunque, almeno con Voi stessi che il vostro vicino, quale che sia, se non è vostro fratello di sangue, lo è comunque per genesi di genere e specie, per credenza, istintiva o razionale, per affinità di capacità ed esistenza. Affermare una qualsiasi teoria in contrasto a questo vuol dire dichiararsi a sé stessi ed al mondo quali ominidi non ancora autocoscienti.
Tra i tanti possibili un binomio: arabi ed israeliani: ebrei ed islamici; la torah ed il corano; persecutori e perseguiti; assassini e vittime; sopravvivenza e sterminio; accuse e difese; patria, nazione, terra di tutti e di nessuno, le ragioni di una guerra infinita, i torti fatti e subiti, comunque un solo genocidio con vittime e carnefici in contemporanea o alternativamente in entrambi i ruoli a recitare ogni parte possibile di un copione assurdo e mal scritto frutto di convenienze ipocrite e di uno scaricabarile post bellico. il risultato?: una terra di nessuno dove si muore senza distinzione di sesso, di età, di religione, di credo politico, di volontà benevoli e/o malevoli degli uni verso gli altri.
Quando le carni di un bimbo sono straziate ed il dolore, fisico e morale, colma gli occhi ed il cuore di un genitore, di un figlio, di un fratello, di un amico, non importa più se questi era un arabo o un ebreo o una qualsiasi altra cosa del possibile; non importa più sapere chi è stato il primo ad iniziare; non importa più chi dovrebbe essere il primo a smettere; non importa più nulla se non il rendersi conto dell'inutilità della cosa che porterà ad un'unica facile prevedibile conclusione: chiunque dovesse, prima o poi, vincere, non lo farà che per breve tempo e sino a quando l'altra parte non si sarà riorganizzata e ricomincerà per vendetta o giusta, legittima recriminazione; il tutto a meno di soluzioni finali di nazista memoria.
Ma può tendere a questo un popolo che dell'olocausto è stato vittima principe?; ma quello stesso popolo può, e proprio per questo, lasciarsi decimare senza reagire quand'anche fosse da chi avesse tutte le ragioni del mondo?.
Allora la tragedia ed il sangue Isarelo-Palestinese, le ragioni arabo-ebree non dovrebbero vedere altri, esterni al dramma, parteggiare per gli uni o per gli altri; perorare le ragioni dell'uno o dell'altro; gioco di umanità vorrebbe non una esportazione militare di una pace forzata di irachena e afgana memoria, ma piuttosto una generale e diffusa costrizione al ragionamento ed alla fiducia reciproca e fino ad un nuovo comune inizio di convivenza e futuro.

In nome di un : " FIAT LUX" che è tanto degli uni quanto degli altri.