... il nostro canto libero ... - di Francesco Briganti

29.02.2016 20:37

Scrivevo stamattina che :

" ... I gay, maschi e/o femmine, abbiamo dato loro le unioni civili, adesso stiano un po’ calmi, ma davvero questi ibridi dovessero DAVVERO credere di essere uguali a noi … sono DIVERSI, SE LO DICONO ANCHE DA SOLI! ... " .

La mia era chiaramente una provocazione e, non avevo dubbi, che tutti gli amici che mi leggono, sono grato alla loro intelligenza, per tale l'avrebbero presa ed infatti così è stato.

Ma proprio per questo, io sento il bisogno di una ulteriore riflessione; avverto l'esigenza di tentare uno scatto in avanti e per fare questo è necessario un onesto esame di coscienza. In realtà, se non in tutti, sicuramente in buona parte anche di Noi persone, a dirsi di sinistra, resta un retro pensiero inconfessato: quello che un gay, in fondo in fondo, non sia una persona normale, ma qualcuno comunque con un, vogliamo essere politicamente corretti? e diciamo, problema?.

E' unanime, infatti e quasi, l'adesione alla liceità delle unioni civili; però, anche non considerando la visione di chi, a prescindere, vive l'omosessualità come una condanna divina o come un perversione malefica, caratteristiche comuni all'integralismo religioso più retrivo ed alle indoli sessiste quando non addirittura razziste, c'è da riscontrare dei pareri contrari o comunque distintivi anche tra i compagni e coloro che si dicono aperti rispetto ad una condizione di omosessualità, riguardo alla step child adoption.

A vario titolo molti si dicono contrari, altri travisano il problema, sfiduciati dalla natura umana, facendolo degenerare nel malefico "utero in affitto", qualcuno a fare squallide battute pseudo umoristiche, altri ancora scartano l'idea in nome di un presupposto, forse sacrosanto, diritto di un bimbo ad avere una madre ed io e da questo che vorrei cominciare.

E' evidente che la cosa non riguarda una coppia gay di donne, di madri ce ne sarebbero addirittura due; verrebbe da chiedersi come mai solo pochi citino la figura del padre, ma tant'è e dunque sorvoliamo. Resta, dunque, una decisa opposizione a quel provvedimento in riferimento ad una coppia interamente maschile: due padri non surrogano una madre. Non si dà credito all'amore verso l'ipotetico bambino, non si dà credito alla maturità di una scelta, spacciandola per bieco egoismo, non si considera in alcun modo quella naturale quota di indole femminile a prevalere in quel tipo di coppia, non si riconosce a nessuno dei due la possibilità di essere dei buoni educatori nel vivere, sia pure legalizzata, quella loro condizione.

PERCHE'?.

Eppure, nel caso peggiore, e cioè esistente un figlio, comunque fosse precedente all'unione, in caso di morte del genitore naturale,si accetta che il figlio in oggetto venga passato al parente più prossimo o, peggio ancora, ad un orfanotrofio e nessuno sembra riflettere abbastanza su questo. in quel caso dove finiscono i diritti del bimbo e dove comincia l'egoistica visione di chi lo avesse posto in quella condizione?.

Ciò detto, quindi, subentra adesso la richiesta di un onesto esame di coscienza; di una soliloquiale riflessione sul proprio atteggiamento negativista; una sincera ed aperta autoanalisi per valutare tutti gli aspetti di una condizione non più da considerare come problema, ma come stato dell'essere esistente a prescindere dalla nostra, quale che fosse, concezione della normalità.

Attenzione!; io non sto dando del razzista a nessuno; non voglio nemmeno convincere a forza chi che sia, io chiedo una spiegazione che sia frutto di un ragionamento e di una convinzione conseguenziale. IO HO BISOGNO DI CAPIRE, giacché, la storia mi ha insegnato che quando si comincia con le discriminazioni, quale che ne fosse la natura si va incontro ad un crescendo a cui poi si rimedia soltanto con delle lotte vere.

E siccome siamo di fronte ad un governo, che si dice di sinistra senza esserlo, che si è visto snaturare una propria legge dall'integralismo egoistico di una parte del tutto estranea alla sinistra, io è ai miei compagni che chiedo ed è da loro che mi aspetto una risposta ...

quella degli altri, la conosco già!.