Il paradiso può attendere … - di Francesco Briganti
Il cielo!. Quand’è buio si riesce a vedere le stelle: lontanissime nello spazio profondo; colorate, da quel bianco splendente ad un rosso cangiante fino ad azzurro-blu tali da farle sembrare di una intermittenza irreale. Misterioso, tenebroso, eppure, ossigenante, aperto, liberatorio. Libero o coperto da nuvole bianche o scure e minacciose di pioggia nel riverbero solare pare che dica:” … su, tranquilli, ci sono qua io a darvi respiro …, non c’è nulla da temere …, passerà! …, passerà anche questa!”. E, poi, quando all’alba o al tramonto o dopo uno scroscio di pioggia si tinge di quelle fiamme di rosso improvvise a dimostrare che è vero, che tutto passa, che tutto ricomincia di nuovo, che c’è sempre un dopo quali e quanti che siano i “prima” intervenuti a precedere …
Quand’ero all’università, ma in tutta la mia vita, ho fatto un mucchio di cazzate; credo, però, di non aver mai fatto due volte la stessa. Ho cercato, tratto distinguente del mio carattere, di imparare dalle mie esperienze facendo ì che un errore, per quanto deflagrante o inconcludente come conseguenze, comunque servisse ad accrescere ed a proteggere il proseguire lungo il percorso della vita. Ricordo momenti belli e momenti brutti, persone belle e persone brutte, azioni belle ed azioni brutte e di ognuno di questi ho rispettivamente quando rimorsi quando rimpianti entrambi e comunque immersi in quella marea malinconica e dolce della memoria cosciente. Non ho indifferenza per il mio passato che non sia voluta e ragionata; non ho rancori o odio per nessun frangente, nessuna persona, nessun momento: tutto è servito a che io fossi quel che sono: giusto o sbagliato, incosciente o razionale, sono così perché così ho costruito il mio oggi e da questo continuerò costruendo i miei domani, quali e quanti ancora ce ne fossero.
Ho assistito, con interesse, alla trasmissione della Gruber e, poi, a quella di Santoro subito dopo. Gli argomenti, dell’una e dell’altro, diversi tra loro, ma comunque gli stessi di sempre. Maestri, nella prima e nella seconda, di ognuno dei conduttori e degli intervenuti: Bersani a difendere sé stesso, il Pd e la anacronistica vicenda dei governi Monti e Letta con un detto e non detto su ciò che sta per succedere; Scanzi, del fatto quotidiano, teso a perorare la cuasa di un movimento, pare, senza macchia e senza errori; un De Gregorio, nei panni del corrott sopraffatto dalla sua stessa coscienza, vero?, falso?, Mah!; un Belpietro con il sorriso da jolli della Modiane a sciorinare le sue tesi e le sue teorie come le uniche veritiere lungo un orizzonte di menzogne e persecuzioni; un Travaglio con la propria espressione da giusto fustigatore delle immorali vicende a sciorinare i propri dati come gli unici veritieri lungo un orizzonte di menzogne e falsità altrui. Milioni e milioni di spettatori a credere all’uno o agli altri in funzione di un retrobottega soggettivo di delusioni, speranze, aspettative, disperazioni e realtà contingenti.
Quando s’è fatta una certa, e proprio mentre Vauro andava a trasmettere quelle vignette irridenti un popolo ed una casta a governarlo, ho spento il televisore e sono uscito in giardino: “ … com’è possibile …” ho chiesto ad Orione “ … che di questi nessuno si accorga dell’inutilità di quel che dicono e fanno?; perché sembra che ognuno non sappia guardare al domani avendo ben netta una visione del passato …?”. Qualche minuto con il naso all’in su in attesa di una qualche risposta che, comunque improbabile, di certo non è arrivata. Un vento leggero ad annunciare una giornata a venire, forse, più fresca; una mano a passare tra i capelli arruffati, una scrollata di spalle a smaltire un brivido improvviso ed una improvvisa lacrima fastidiosamente a scndere lungo la guancia con un velo di barba a dirmi “ … e l’ora, vattene a dormire …”.
Mentre chiudevo la porta al giardino una voce lontana sussurrava discreta: “ … non imparano, non imparano mai …!” Il tonfo della stipite alle mie spalle m’è parso coprisse una risata lontana e profonda ed eterea come lo sono stelle.
Il cielo … .