Il pelo sullo stomaco - di Francesco Briganti

09.10.2013 19:25

“ Questo modo di dire si riferisce alle persone completamente prive di scrupoli e di moralità, che non hanno esitazioni a commettere azioni anche discutibili senza temerne le conseguenze … . (Intese)”. Il monito del Presidente ha scatenato un putiferio; da ogni parte si sono levate voci a denigrare ed a difendere: per quel che questo vale, la mia era tra le prime. Il punto però, non è questo; è qualcosa di più profondo e più prettamente riferibile alla persona e, per essere più precisi, direttamente proporzionale anche al momento politico che stiamo vivendo ed ai comportamenti riconducibili ad ogni singolo politico attualmente in attività. Affinché non vi siano fraintendimenti voglio dire qualcosa di preciso riportando due esempi; il più recente nel tempo è il famosissimo, oramai, “ … non ci sto !.” di Oscar Luigi Scalfaro. La sera del 3 novembre 1993 il presidente intervenne con un messaggio a reti unificate alla nazione spiegando che quel gioco al massacro, così lo definì, che vedeva lui come bersaglio principe non era latro che una vendetta della classe politica travolta da tangentopoli e che lui aveva contribuito a far dimettere; aveva evidentemente ragione lui in quanto a quella famosa frase non seguirono rivelazioni su sue malefatte, ma l’arresto di alcuni organi deviati dei servizi di sicurezza: dunque, aveva la coscienza pulita al punto da permetterselo e se lo permise!. Ritornando indietro nel tempo altro famoso intervento duro e perentorio nei confronti della classe politica di allora fu quello del grandissimo Sandro Pertini che in occasione dei ritardi e delle inefficienze relative alla ricostruzione susseguente il terremoto del 1980 in Irpinia ebbe, con un famoso discorso che può ritrovarsi su you tube, sferzò senza remore e senza timori di possibili “macchine del fango” come ritorsioni tutte quelle istituzioni, enti e personalità che secondo il suo sentire e vedere ne erano responsabili. Dunque, anche lui aveva la coscienza tranquilla al punto da permetterselo e se lo permise!. Entrambi, per quanti scheletri potessero avere nei propri armadi, erano certi che nessuno di essi era tale da fornire adito a chi che sia di ricattarlo in qualche modo e perciò, io credo, se ci fossimo trovati in una situazione di emrgenza carceri sotto il loro mandato, quand’anche avessimo avuto un Berlusconi o un “chiunque altro” nelle stesse condizioni, un loro monito circa un indulto o un’amnistia, non avrebbe sollevato obiezioni o sospetti o ambiguità di sorta perché la loro storia il loro esser presidenti, la loro figura aveva una ben precisa, considerata, rispettata collocazione. Ciò detto sembra evidente che non è il momento storico a far discutere o la stoltezza di questa casta politica; non è nemmeno la contemporaneità con la vicenda Berlusconi, né gli effetti che su di essa potrebbe avere direttamente o indirettamente la messa in essere di un indulto o di una amnistia, peraltro provvedimenti ampiamente giustificati da quella che è non solo una emergenza, ma un vero dramma. Il vero problema sta in una figura che pare non avere quella dirittura e quella autorevolezza tali da essere, comunque ed a prescindere, al di sopra di ogni retro pensiero possibile. Dire e scrivere queste parole riferendole ad un uomo molto anziano è più doloroso per chi le dice e le scrive che per chi le riceve. Mio padre è morto da poco e Dio e la mia coscienza mi sono testimoni che non mi esprimo in tal senso per partito preso o per antipatie di alcun tipo; io mi limito a soppesare, e ripeto per quel che questo mai possa valere, la storia e le azioni di un politico, l’uomo non mi permetto di discuterlo, che nello svolgersi del suo corso è stato sempre caratterizzato come uno da un colpo al cerchio ed un colpo alla botte; come uno sempre in cerca della mediazione; come uno che ha saputo, ben bene, barcamenarsi tra sponde opposte senza mai inimicarsi nessuno; quindi il perfetto politico secondo quei canoni e quelle aderenze che oggi non permettono più una precisa collocazione fedele ad un ideale e ad una idea ed alle azioni necessarie per trasformarle in realtà. Per cui e per concludere, indignarsi contro di questi o di quegli, o le difese espresse da parte di tizio o di caio e sia l’una che l’altra non dovrebbero generare altra riflessione se non quella che: “ CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL, PIANGA SE’ STESSO!.” Il resto, secondo me, sono solo chiacchiere da cortile!: