… il rosso ed il nero … - di Francesco Briganti

01.06.2015 07:41

Se l’Italia fosse un casinò assisteremmo, molto probabilmente, al unico caso nella storia dell’umanità a presentare un insieme di perdenti: dai proprietari nell’ombra, ai gestori e fino all’ultimo vizioso atteso alla più infima delle slot machine, tutti, ed ognuno per la sua parte, dovrebbero presentare un bilancio in perdita.
Partiamo, se me lo consentite, dai perdenti più sfigati, passando in un decrescendo di schifezze e sporcizie attraverso le varie categorie, fino a risalire a quelli che, se non altro in teoria, lo sono di meno e perciò:

a) perdenti sono di sicuro e sfigati per scelta gli astenuti al gioco; lasciandosi vincere dalla propria, anche se indotta, abulia, costoro hanno rinunciato a giocare convinti che comunque fosse andata la loro partecipazione non ne avrebbe cambiato il destino non rendendosi conto che, così facendo, comunque avrebbero agevolato quelle minoranze, giacché tali sono, che spacciandosi per vincitori avrebbero deciso anche per e sopra tutto grazie a loro.

b) Perdente è quel pseudo feudo arcoriano che una volta rispondeva al nome di Forza Italia. La propria percentuale ratificata da una cifra al di sotto del 10% dimostra, urbi et orbi, che il crimine non paga, anche quando gli riuscisse di promulgare o far promulgare, leggi quest’ultimo governo, delle leggi pro domo propria. In questo caso non parliamo più di sfigati, ma di luridi e lerci imbecilli, dal pensionato al operaio, dalla massaia al cassintegrato, dal imprenditore al ricco crapulone, che “lordano” sé stessi e gli altri continuando a votare per un essere immondo e per una cerchia di affaristi del sociale senza scrupoli o vergogna.

c) Li seguono a ruota quegli agglomerati sparsi a casaccio nel mondo delle idee che si ritrovano intorno a quella destra nostalgica e razzista i quali, quando facendo da supporto, quando tentando l’alea presuntuosa di una corsa in proprio, non conteranno mai un accidente se non nel fare da gregari, avendone il numero però, di qualcuno che li sfrutta e se ne serve come si faceva del più misero e meschino degli schiavi nei campi di cotone.

d) Un discorso similare, e non me ne compiaccio affatto, deve essere fatto per quei tentativi sparsi nel mondo dell’IDEA che si ritrovano a sinistra; figli, tutti, della stessa mamma, si ritrovano, ognuno, orfani della sola possibilità di essere utili a qualcosa ed a qualcuno, privi, quindi, di quella capacità di riunirsi, spiegandone le ragioni ad un popolo disamorato, fino a convincerlo della serietà di una siffatta unione ed al fine di costituire una forza non necessariamente di governo, di certo però, di opposizione e controllo, comunque, sin qui sparita in “questopaese”.

e) Ha perso il Partito Democratico che vede un suo reggente, quel disgraziato presuntuoso spaccone toscano, gongolare nel raggiungere il proprio principale obiettivo: la distruzione sistematica di una sinistra che qualora fosse la sua sarebbe quanto di più vomitevole esiste in natura. Il pagliaccio si bea degli astensionisti, dei creduloni alla “ ne abbiamo provate tante proviamo anche questa”, degli arrampicatori sul carro del vincitore, dei rottamandi mai più rottamati e degli “mifaischifomarestolostesso” per spacciare per vittoria un misero, quando va bene, 18-20% degli aventi diritto al voto. Questa millanteria dell’oggi è la sicura sconfitta del domani giacché “sic transit gloria mundi” ed è, quindi, solo una questione di tempo.

f) Quelli più vicini ad una vittoria vera sono gli esponenti del movimento 5 stelle ed il movimento stesso. Hanno mantenuto, confermandole, le proprie percentuali delle ultime politiche, ma, anche per loro, vale il computo degli astenuti, se hanno il 25% del cinquanta per cento e se la matematica non è un’opinione, in valore assoluto hanno perso votanti anche loro. Quand’anche, però, così non fosse, avrebbero comunque raggiunto una vittoria di Pirro dettata dalla loro scelta di pretendere una maggioranza autosufficiente e tale da farne soggetti a dettare condizioni e mai a discuterle e concordarle con altri. Ci sarebbe da fare, a questo proposito, un lungo discorso, ma mi scontrerei con i soliti a mandarmi affanculo e dunque li lascio alle loro farneticazioni dure e pure.

Questo è quanto il giorno 1 giugno 2015. Quanto sia lontana la fine definitiva o, finalmente, la rinascita di questo paese, io non saprei dire; di certo è che astenuti o votanti, il miserabile di turno continuerà a perseguire i propri scopi, quali che fossero, nel mentre che gli altri, e come da loro sfacciato solito, lo guarderanno fare. Noi?; noi sfigati e lerci e luridi e popolino?; noi che faremo? ….

Sinceramente me ne fotto!.