Il sole, quando sei solo, sorge in una maniera differente. - di Francesco Briganti

02.04.2016 14:10

La barca scarroccia alla deriva e, schiava liberta della brezza e delle correnti, improvvisamente si impregna di una atmosfera elettrica che pervade ogni singolo atomo dell'essere e, nel momento stesso in cui la notte sussurra il suo arrivederci all'est che si infuoca, si stappa quella magnum di champagne che frizza in ogni vita che ha la fortuna di esserci.

E ti accorgi ancora una volta, come ogni volta, che in attesa dell'ultimo, ogni respiro valeva e vale la gioia, le pene, le paure, il coraggio, gli sforzi… necessari per farlo.

Fotogrammi

Apri gli occhi!

E' un comando. Subìto, auto imposto, naturale.
La notte al di fuori delle ante ha ancora lunga vita a venire e tu sei già sveglio, libero dal sonno che pur avresti ancora voluto e gradito.
Ti giri tra le lenzuola, dorme!.

Un leggero russare fa da nenia ai rumori dei mobili antichi ed al canto delle cicale e dei grilli che, in giardino, chiamano l'acqua.
Ti giri, ancora ed ancora, in un vano tentativo di inganno, combatti una battaglia che da tempo sai già persa; la resa, oramai senza condizioni, arriva e ti alzi: il sonno non tornerà, non ora, non per altre venti ore almeno.

Fai piano; lei non si sveglierà, ha il sonno pieno, rilassato, felice, ma tu fai piano per compiacerti nell'omaggio di questa delicatezza, la guardi…, sorride, sogna… forse di te, forse del suo lavoro, forse dei figli, forse, chissà, di cose sue che non conosci ...; la lasci ai suoi sogni… e scendi le due rampe nel silenzio della casa rotto solo dai tuoi passi pesanti, ma ovattati dallo stormire delle foglie in giardino.

La routine di ogni notte, giri per gli ambienti preda della solita inquietudine che ti assale ad ogni risveglio. Ne hai dato colpa ai problemi ed ai pensieri che si affollano nella tua mente, poi alla gastrite che ti lascia soltanto il tempo di una presa di coscienza prima di palesarsi con tutto il suo fastidioso bruciore, infine all'età che pur non tarda, non è più quella di un giovanotto.
Ti soffermi in cucina il tempo di permettere ad una bustina di the di colorare l'acqua in cui l'hai immersa e speri che lo zucchero nella tazza contribuisca ad eliminare l'amaro sapore in cui abita la tua lingua.

… è la, seduta in macchina accanto a te; la gonna leggermente tirata su per le gambe, scoperte fino un po' più su del ginocchio, le guardi con la coda dell'occhio: nude e candide, sembrano un complemento al fiume di parole che riempie l'abitacolo, fatichi a seguire il discorso ed a guidare: si muove lasciando che la pelle si scopra ancora un po' ridendo ad una tua battuta espressa a fatica …

Riempi la tazza dal manico rotto, lasci che il gusto vecchio e caldo della bevanda allievi l'arsura che ti secca la gola mentre le dita seguono il contorno sbeccato del manico, scrolli le spalle e ti avvii su per le scale fino al tuo studio. Accendi il computer: lasci che le mani compiano autonome i gesti necessari, la mente rivolta lontano percepisce d'abitudine la luce bluastra del display:
" Enter " e la finestra sul mondo si apre.

… il locale affollato di sconosciuti vi accoglie indifferente al vostro ingresso; lei, spavalda e splendida al tuo fianco, attira in breve gli sguardi dei maschi in sala: bella, formosa, nel suo abito azzurro che lascia scoperte le spalle e la schiena, sfoggia delle gambe tornite ed affusolate e si concede alla vista senza falsi pudori, si stringe al tuo braccio diffondendo ondate di feromoni che innervosiscono ed indispettiscono le altre presenze femminili …

Il sito aziendale tarda ad aprirsi all'esame del Norton mentre un brivido ti scuote il ventre ed un rossore carminio colora la fronte e le orecchie; la lingua spazia disperata in quel Kalahary asciutto che, d'improvviso, ha preso possesso della tua bocca. Sorseggi il tuo the sperando e sapendo che, forse, non è l'ennesima colica.
La tua mano, autonoma ed indipendente scende a massaggiare la pancia quasi a prevenirne il dolere. Allenti la tuta nella speranza di dare spazio all'imbarazzo che vedi arrivare, ingoi il solito antispastico maledicendo virus e antivirus nello stesso identico modo: finalmente la finestra si apre sul sito e sugli appuntamenti del giorno a venire.

… siete seduti fianco a fianco ed il suo corpo caldo ed improvviso ogni tanto sfiora il tuo. Parlate, ti sorride, passa la lingua sulle labbra e si sporge verso di te lasciando che il suo seno faccia capolino discreto ed invitante.
Non sei più un ragazzino, ma la sua sfrontata e pur innocente malizia riesce ogni volta a sorprenderti ed irretirti, il pensiero del dopo fa capolino al di sotto del tavolo imbandito ed un alba nascente schiarisce un orizzonte non tanto lontano …

Non riesci a concentrarti, le parole sfuggono ai tuoi occhi come una gazzella ad un ghepardo. Senti le orecchie così calde ed arrossate che temi di aver preso un qualche virus stagionale: la pancia ti duole in modo strano, fitte improvvise attraversano il ventre mentre la mano ne segue il percorso scivolando e brandendo, stringendo e lasciando, premendo e lisciando, e gli occhi ti bruciano nel tentativo di mettere a fuoco parole il cui senso non ha più significati.

La bocca sempre più asciutta, le labbra sempre più secche, la lingua sempre più ruvida. Spingi indietro la sedia, hai bisogno di spazio, ogni indumento si tende a liberare costrizioni improvvise mentre il respiro si affanna in un ritmo che insegue sé stesso.

… è li, distesa davanti a te, la pelle esaltata dalla luce esterna che ne tinteggia di chiaroscuri le perfezioni del corpo, coccola sé stessa mentre ti aspetta, ti attardi a guardarla, assapori ogni istante del presente gustando il futuro.
Le sei accanto, le tue mani la sfiorano scalando piano ogni rilievo, discendendone le valli esplorando e scoprendo mete sempre nuove e diverse.
Ora sei tu che la coccoli, lei offre se stessa e ricambia, le bocche si sfiorano, si uniscono, si lasciano…, i corpi si allacciano, si fondono: frenetici, accaldati, sudati… gocce di rugiada scorrono l'una verso l'altra in una frenesia di istanti, sempre più lunghi, sempre più intensi ….

La notte dei sogni si allontana e il giorno del corpo avanza.
All'est c'è un sole forte e prepotente; violento si fa spazio tra le foschie mattutine e palpita nel desiderio di esplodere in tutta la sua forza poi, finalmente, annunciato ed atteso. rompe la linea dell'orizzonte e spande attorno a sé tutta la sua vitalità illuminando e blandendo e, il corpo si sazia e, la mente si placa e, i gesti si attenuano e, i muscoli si rilassano e, i respiri si calmano…

mentre tutto riacquista lentamente il sapore normale del divenire quotidiano all'unisono con la colpa presunta di una giovinezza passata.

… impudicamente innocente giace distesa al tuo fianco, entrambi sopiti, sazi: un lieve sorriso le atteggia le labbra, una ruga ti solca la fronte, la guardi scivolare pian piano nel sonno … la mente è già oltre alle vicende del giorno incalzante eppure protesa alle prossime quattro ore di sonno, ennesimo preludio del primo dei giorni a venire mentre la barca, la tua barca, spegne la scia rallentando all'approssimarsi del molo … .

L'acqua, calda… fredda, scende ora, a pioggia e violenta, quasi lavacro di tutti i gesti e le colpe, reali e presunte, dell'ultima ora … .

Panta rei … e tutto continua a scorrere …!.