In piazza - di Michele Giamba

13.11.2015 12:47

21 novembre sciopero dei lavoratori in piazza contro la legge di stabilità ecc.ecc.

È in discussione la stessa sopravvivenza dei sindacati e Maurizio invece di organizzare la; "classe operaia al potere" continua con le menate inconcludenti che finiscono per stancare i lavoratori.
Eppure, sei riconosciuto da tutti come l'unico oppositore del leopoldo nemico dei lavoratori e servo del capitalismo finanziario.
Invece di scendere in campo ( urne) ed ottenere dieci milioni di consensi e riscrivere le regole passeggi per le strade di roma insieme agli operai. ( portati il casco per non prendere anche manganellate)
C'è un tempo per lo sciopero e uno per governare perché, non bisogna solo protestare, ma essere finalmente artefici del proprio futuro.
Siamo tutti responsabili perché incapaci di essere alternativi, e sulla nostra stupidità continuano ad arricchirsi i signori della casta. TUTTI.
Maurizio il tempo degli scioperi è scaduto; oggi è il tempo della "COALIZIONE SOCIALE".
Lascia perdere i partiti e le sigle sindacali (tuoi nemici) trovati venti amici scrivi la costituente della sn unita contro il capitalismo finanziario e le politiche neoliberali e per una equa distribuzione della ricchezza. Avrai mille attacchi dai soliti noti, anche di sn, ma poi il sostegno di milioni di sconosciuti nelle urne.
Stai aspettando anche tu il nulla osta dagli americani?
Fatti dare una mano da Rodotà che ancora è lucido e chiedi consiglio a Mujica e quando tutto è difficile rimane sempre un cartello elettorale che avrà almeno il compito di cacciare i loro vitalizi e mandarli in pensione a 67 anni con i contributi versati e per chi non ha ancora l'età tornerà a lavorare o farà l'esodato.
È lo stesso parlamento che ha votato a maggioranza che Ruby è la nipote di Mu Barack e renzi è come berlusconi.
I parlamentari sono gli stessi.
l'italia non è piu un paese democratico e civile.
È il regno della corruzione dove l'appropazione indebita non è reato ma la regola.
Ripartiamo, da dove ci siamo smarriti, dalla questione morale.