IO robot … - di Francesco Briganti

15.10.2013 16:49

41 giorni fa ho lasciato che la mia vita prendesse un’altra strada, avendola scelta o essendone obbligato questo lo vedremo, e adesso quest’ultima sta per cominciare. Forse sarà costretto a mancare a quegli appuntamenti quotidiani, spero di no, che mi sono diventati quasi simbiotici e che ho stabilito su questo social network; molti di Voi sono diventati punti di riferimento con i loro commenti e con la loro attenzione; con molti altri ci conosciamo personalmente e quindi lo scambio è stato più semplice e familiare, ma con tutti l’esperienza è stata ed è favolosa. Si impara molto nel partecipare a questa vita virtuale che vede i suoi protagonisti lontani centinaia, forse, migliaia di km parlarsi e rapportarsi come se fossero dirimpettai di uno stesso pianerottolo; c’è uno rapporto di dare ed avere, a volte involontario, che serve ad arricchirsi spiritualmente quando avviene fra persone intelligenti e che invece mortifica qualora si incontrassero persone ottuse che non vedono al di là del proprio naso o che hanno i paraocchi come i cavali o che frequentano con gli scopi più biechi ed inconfessabili. Ho più volte scritto che sono su fb con il preciso scopo di essere utile a qualcosa ed a qualcuno; mi sono arrogato il diritto, la presunzione forse, di fornire degli spunti su cui riflettere, usando i quali ciascuno potesse riattare, rafforzare e sviluppare quell’innata capacità di ragionamento critico che ognuno di noi possiede, ma che molti tralasciano di usare perché convintisi, abbindolati dal pensiero dominante spacciato per e da ogni dove, di non esserne all’altezza; spero, io, di esserci almeno arrivato vicino. Molte volte la fretta di pubblicare in tempo per poter poi fare altro ha fatto sì che ciò che scrivevo fosse pieno di errori di battitura, o fosse sintatticamente o grammaticalmente non corretto; ne chiedo scusa; così come chiedo scusa per l’uso della punteggiatura che, molte volte, segue l’intonazione vocale piuttosto che quella corretta: è un mio debole ed anche di questo faccio ammenda. Ho imparato molto avendo un occhio ben fisso su esperienze passate; ho evitato, spesso e per ragioni personali rischiando in questo anche di sembrare scorbutico ed altezzoso, di rispondere a commenti lusinghieri e giocosi per non dare adito a malintesi e questo non perché non ami essere “compagnone”, ma solo per evitare disastri in cui sono già caduto. Ho cercato, parlandovi a volte di me e del mio vissuto, di portare acqua al mulino della compartecipazione riflessiva e auto riflessiva nella speranza che chi si fosse trovato nelle stesse condizioni o situazioni, potesse trovarne vantaggio, coraggio ed eventualmente soluzioni. Non è stato quindi per voglia di protagonismo, ma una confessione a questo punto devo farla: io sono una persona decisamente e per indole solitaria; attenzione, ho una bella famiglia che amo e che mi ama, dei figli, qualche amico, pochi, ma tendenzialmente sono un solitario anche se amo la compagnia e scrivere per me, bene o male che sia, è come una barca di salvataggio, un salvagente che adopero quando mi sento annegare. Ho sempre scritto e lo facevo solo per me, usando tastiera o penna come valvola di sfogo quando aprire le finestre e respirare a pieni polmoni non bastava più; non so nemmeno io, non è vero lo so, com’è che ho cominciato a scrivere pubblicamente, un po’ vergognandomi comunque sempre sorprendendomi per l’accoglienza e l’attenzione che ricevevo; dunque un lato egoistico nel farlo c’è e non sto a dirvi quanto questo sia stato soddisfatto e lusingato della qual cosa io vi ringrazio. Face book è stato e spero sarà ancora pr il futuro un momento di relax, di ribellione e di costruzione, se non altro, per me stesso dandomi la possibilità di essere senza apparire e di stimolare gli altri a fare lo stesso perché è questa la sostanza delle cose ESSERE!; non importa chi, non importa il ruolo, non importa la posizione sociale o quella economica; non importa affatto ricavarne qualcosa di materiale o una pura e semplice soddisfazione intima, ma ESSERE è l’unico modo per dare, lasciare e ricevere un segno della e dalla propria esistenza. L’apparire è un corollario non necessario, è un opzional di cui si può tranquillamente fare a meno. Perciò, questo è quanto, molti parlano male dei social network, ma io credo di poter dire che se vissuti con intelligenza e con i piedi ben saldi a terra, essi possono davvero diventare quel filo rosso comune che sovvertirà questo paese e questo alla faccia dei santoni, dei capipopolo, dei millantatori e dei profittatori di ogni genere. Unica accortezza, filtrare tutto attraverso il proprio io partendo dal motto: io non sono migliore di nessuno, ma, NESSUNO E’ MIGLIORE DI ME!.