… io vagabondo … - di Francesco Briganti

19.05.2015 07:59

Mi è capitato di scrivere, qualche tempo fa, che “… io sono troppo figlio per riuscire ad essere un buon padre e non ero ancora abbastanza padre per continuare ad essere un buon figlio …”. Quando si riuscisse, almeno a me è capitato, a vivere questa sensazione, improvvisamente ci si rende conto che occorre dare un cambio al proprio andare comportamentale. Quell’aria di sufficienza acquisita da neofita genitore che rende quella superficiale superbia nei confronti dei propri genitori comincia a vacillare, subentra il desiderio di un accompagnamento, anche fisico, nel percorso di maturazione necessario ed il rapporto che va a crearsi tra le tre generazioni in campo diventa qualcosa di sublime: nonni, genitori, figli diventano i lati di un triangolo, ognuno con il proprio ruolo, la specifica importanza, la necessaria, insindacabile dimensione. Nella mia famiglia questa maturazione, anche ora che tre dei quattro nonni non ci sono più da anni, con loro sempre in essere, c’è stata e a tutt’oggi ognuno di essi è attivo, insegna, rassicura, continua a spendere amore per coloro che li amano.

Persone vere e reali, dunque, e non figure mitologiche di cui si ciancia o si ha momentanea memoria senza per questo, però, dar loro quella ascendente importanza che si sono meritati in vita.

Da qualche tempo questo tipo di pensiero mi attraversa spesso la mente e mi è capitato di pensare alla cosa rapportandola, fatte le debite proporzioni affettive, al mondo virtuale di facebook. Siamo tutti ed ognuno, ciascuno a suo modo, con la propria personalità e valentia, con il proprio porsi quotidiano o saltuario, importante comunque ed a prescindere e senza distinzioni alcuna funzione di parametri morfologici, sociali, politici o culturali, degli attori protagonisti di un’opera rappresentata su di un palcoscenico virtuale a seguire un copione frammentato, spesso recitato a soggetto, davanti ad un pubblico fruitore che ha la particolare caratteristica di far parte del cast ; per questo di tanto in tanto si inserisce, sostituendo, soppiantando, alternandosi con ed agli attori in scena.

In valore relativo al mezzo utilizzato, questo internet elimina distanze, diffonde confidenza, allea ed inimica senza mediazioni possibili; questa è una cosa splendida. Quando ci fosse onestà e trasparenza di azione il timido e lo sfrontato, il sensibile ed il cinico, il credente ed il miscredente, in una parola sola, GLI UOMINI, maschi e/o femmine che fossero, si parlano dai quattro angoli del mondo come se la storia della torre di babele non fosse altro che una fanfaluca, e forse lo è, da raccontare, tra le altre ai bimbi piccoli.

Questa cosa meravigliosa, però, con tutti i suoi pregi ed anche tutti i suoi difetti, avrebbe bisogno di tanto in tanto di uno scatto di orgoglio, di un passo in più, di una propria verifica fattuale attesa ad una maturazione dal possibile al probabile al certo trasformando il virtuale in reale finalmente dicendosi: “ sono troppo virtuale per essere una persona reale e non sono ancora una persona reale per continuare ad essere, impunemente, virtuale”: manca dunque, e parafrasando, quella maturazione che permetta, non a tutti è impossibile lo so, di configurare materialmente chi è chi.

A questo proposito mi frulla in mente da qualche tempo un progetto; mi piacerebbe associare al egoistico desiderio di rivedere coloro che più mi ricordano i miei genitori, quei loro fratelli e sorelle che non riabbraccio da un po’, un giro di conoscenze dirette lungo un percorso geografico che sto studiando e che dovrebbe portarmi su verso la vicina Liguria, poi giù nel Lazio e per finire, per ora, in quella Napoli mia parentale città di nascita dove accomunare in ultimo l’egoismo affettivo con il piacere delle nuove, personali, esperienze amicali.

Facebook è, però, anche un mondo subdolo che tal volta nasconde inganni e retro pensieri ed io che per esperienze di vita conosco quanto si possa ingenerare fraintendimenti o quante cose si possano nascondere in contatti estemporanei ed improvvisi, onde evitare qualsiasi tipo malaugurata incomprensione espongo questo mio desiderio di conoscenza pubblicamente di modo che non si possa, in nessun caso, pensare a scopi che non siano altri che quelli enunciati.

Come sempre ho scritto, io non compro nulla e non vendo nulla; non mi interessano cariche o incarichi di alcun genere, non faccio professione politica se non ideologica, ho un mio lavoro che mi permette di vivere e dunque, se realizzerò questo progetto, e se lo faccio lo farò a breve, sarà solo per poter godere di persona della conoscenza vera, materiale, di alcuni tra i miei numerosissimi amici virtuali così da aggiungerli al novero di quelli la cui stima e conoscenza già mi onora da tempo.

Ci sto pensando da un po’; quindi non stupitevi se da parte mia vi sentirete chiedere la possibilità di incontrarsi; lo farò prima privatamente e ne renderò conto successivamente in una sorta di diario preventivo di viaggio, il quale sarà racchiuso in quei due tre giorni di viandante riposo che ho necessità di prendermi.

Questo è il quanto quotidiano; banale, per ora altra virtuale possibilità a reggersi solo su di una cosa certa: un desiderio.Per la sua attuazione ...

vedremo!.