L’odore del caffè … - di Francesco Briganti

26.03.2014 08:55

La moka “puppulea” tranquilla sul fornello e dal suo becco esce quell’aroma fantastico di un caffè dalle memorie lontane che sanno di terre assolate, di muezzin a lanciare richiami dai minareti, di placide acque africane a correre millenarie da monti e lungo valli che hanno visto nascere il primo ominide spingendolo ad incamminarsi nel tempo fino ad arrivare a noi che, gustandolo, pensiamo …
Il mondo si sta fermando …!.
Esiste una patologia umana, una degenerazione del morbo di Parkinson, in cui il tremito muscolare diventa così frenetico ed intenso da mostrarsi con una completa staticità di chi ne soffre: ogni parte del corpo è come bloccata e paralizzata e nemmeno più si riesce ad articolare la parola; persino il cervello sembra essere l’istantanea di sé stesso; il soggetto che ne è colpito vive in un eterno attimo dal quale esce, e solo per un istante in una reazione quasi automatica, se un particolare stimolo riesce a sbloccare quella tal frenesia. Io credo che il mondo politico italiano stia vivendo qualcosa di propedeutico e di scatenante e perciò molto simile a quella tale patologia.
La frenesia con la quale vengono annunciate da questo governo le innumerevoli iniziative che lo stesso sta mettendo in campo è pari solo alla frenesia, ambiziosa?, del suo presidente del consiglio. Elencarle non serve; diamo per scontato che ciascuna di esse divenga legge, che per quattro o quaranta voti, riesca ad essere pubblicata sulla gazzetta ufficiale e quindi diventi ennesimo provvedimento di questo stato, ciascuna di esse, però, per determinare un qualche effetto, positivo o negativo, sulla vita reale, ha bisogno di due elementi sostanziali di verifica: i decreti attuativi e, quando legge di spesa, la finanziaria copertura preventiva degli impegni che va ad assumere.
Ora, visto che nel parlamento italiano si contano a centinaia le leggi approvate e nei fatti n on attuate per mancanza dei decreti attuativi, quante e quali possibilità ci sono che queste ultime no seguano la stessa fine?. Ammettiamo pure che la frenesia innovativa sia tale per cui i decreti vedano la luce in barba ad ogni pessimismo possibile ed in virtù (deche?) di una maggioranza finalmente creativa, variabile, cosciente dei suoi doveri, a uel punto occorrono le coperture finanziarie.
Molte di queste sperano nel recupero dell’evasione; è bene che tutti sappaino che gli accertamenti della guardia di finanza a tal proposito hanno fruttato incassi per qualche centinaio di miliardi, ma di questi gli effettivi denari entrati nelle casse dello stato sono stati non più del dieci percento dunque e visti gli ulteriori tagli che si prospettano nei riguardi delle forze dell’ordine, farci un eccessivo conto si dimostrerà una pia illusione.
Qualcuno dirà, che l’avvicinarsi delle elezioni europee e l’interesse per i risultati derivanti, farà sì che, comunque ed ad esempio, i lavoratori avranno in più in busta paga a maggio 80 euro in più; l’importante, però, è sapere e mettere in conto che c’è, contemporanea, la possibilità che a quegli ottanta euro si faccia fronte con il doppio in tagli dei servizi perché ad averceli ed a non averceli, 80 più 80 fa centosessanta.
Sempre a proposito degli ottanta euro, sapevate che se in una famiglia ci sono due stipendi di 1500 euro ( totale tremila) entrambi ricevono gli ottanta euro mentre per una famiglia monoreddito con uno stipendio da 1600 la situazione, comunque drammatica, resta invariata? Dov’è la giustizia sociale e l’equità in questo?.
Quindi rieccoci alla frenesia del fare; essa aumenterà in maniera esponenziale tanto più quanto più ci avvicineremo alla data elettorale, momento in cui essa sarà stata tale da determinare quel blocco fisiologico di cui più sopra parlavamo. A quel punto un gerundio si trasformerà in un verbo all’indicativo presente ed ogni cosa ed ognuno sarà paralizzato in attesa dell’apertura delle urne. Lo spoglio, avrà due soli esiti possibili: una conferma dello statu quo senza né vinti né vincitori, e dunque una susseguente redde rationem tra chi adesso sorregge la frenesia operativa e tifa per un proprio ritorno elettorale: quindi il blocco; oppure una estremizzazione della statu quo con uno o due possibili chiari vincitori nella sconfitta, contemporanea, decisa ed evidente di tutti gli altri. Quest’ultima ipotesi scatenerà lo stesso il redde rationem per cui gli sconfitti chiederanno giustizia e vendetta ed il blocco patologico sarà definitivo dato che, i due vincitori saranno, come lo sono oggi, troppo stupidi per mettersi assieme.
Tutto questo rappresenta il figlio degenere di chi si astiene dal voto, di chi vota senza sapere perché, di chi eletto da quelle votazioni orfane e viziate, ritiene di perpetuare sé stesso arrogandosi, magari, poteri che non ha e di chi, infine, non capisce che solo con l’unione e dei programmi onesti, sinceri e ben spiegati si ottiene quella forza necessaria a contare qualcosa.
… il caffè è strabordato sul fuoco che s’è spento, la puzza del gas si associa al profumo del caffè rendendosi, nell’insieme, stomachevole. Affanc… anche il caffè!, me ne esco, e chi se ne frega di come andrà a finire!.