… la cena delle beffe … - di Francesco Briganti

08.01.2015 21:19

“ … insomma e per di più … cioè … nel senso che … ma l’importante … e poi … “. Chiacchiere a quintali, a tonnellate, a coprire ettari quadrati di nulla quando non di melma la più schifosa, invischiante, maleodorante e infetta possibile. Parlo di un governo nazionale alla cui guida c’è un tizio che finge di fare da parafulmine assumendosi la responsabilità di un tentato sotterfugio tutto a vantaggio del piccolo padre arcoriano ed in questo modo tenta di sviare il nocciolo della questione che è, appunto, l’ennesima prova particolare dell’attuazione del patto del Nazareno.

Quel famoso trepercento punto soglia al di sopra del quale diveniva perseguibile il reato di evasione fiscale quando fosse stato proporzione diretta del dichiarato, sarebbe dunque tutta opera sua. Cioè il putto bamboccione gigliato avrebbe, sua sponte, pensato che se su cento milioni di reddito se ne evadono solo tre, lo stato può far finta di niente e sorvolando sulla cosa continuare a spremere i bottegai a cui, invece, richiede ogni singolo scontrino fosse anche solo emesso per un bicchiere d’acqua.

Occorre dire che il bianconeroguelfoghibellinooraziocurazio toscano, da tutti conosciuto come il cavallo di troia della destra italiana, è uno spasso immenso ogni qualvolta apre la bocca e si lascia andare a quel suo italiano che, nei contenuti, risulta ancora più comico del suo inglese. Occorre dire che il buon apostolo del sacro lombo milanese non tralascia occasione per smerdare nel modo più disinvolto quella ex sinistra a cui dice di appartenere ed occorre ancora dire che quella stessa ex sinistra da lui così costantemente smerdata si merita ogni palata di letame che il principino le getta addosso.

Prendete, ad esempio, la riproposizione di Prodi quale candidato alla presidenza del regno quando S. M. Re Giorgio il Partenope lascerà. Il bravo Romano non è voluto da nessuno: né da Berlusconi che vede in lui l’unico ad avergli fatto le scarpe; non è voluto da quei famosi centouno i quali non si capirebbe allora no e adesso si a meno che quegli stessi non siano quelli che ora stanno al governo; non lo vuole la minoranza Pd, rare mosche bianche più tinte che davvero, almeno per ora, candide sul serio; ed allora?, a cosa miriamo ad una altra ulteriore preghiera da rivolgere a qualche altro disposto al sacrificio?; alla santificazione “quirinalica” dell’utilizzatore finale?, oppure, come al solito, si smena un nome tanto per fare così per essere sicuri di bruciarlo alla grande?. Giocano!; il paese va a puttane e questi giocano: beati loro!.

Prendete ancora l’Italiacum, prossimo dogma elettorale almeno sin quando la corte costituzionale non ne sancirà di nuovo l’incostituzionalità. Ne volete un motivo?, eccolo!. Come certamente saprete si aggira furbescamente il veto della Consulta per le liste bloccate limitando a pochi i nomi indicati dalle segreterie di partito come eletti a prescindere; non viene sbandierato ai quattro venti, però, che questo tipo di limite vale solo per i partiti al di sopra di un ventipercento come risultato, in quanto al di sotto gli eletti sarebbero solo quelli bloccati e dunque, ecco, l’ennesima furbata in un mondo giocoso e goliardico come quello sul quale smazzano carte truccate i nostri amati croupier politici.

Per cui carissimi amici sarà, si?, no?, forse giunto il momento di scostarsi da quel tavolo altrimenti chi continuerà a mangiare ed a bere con loro, ebbene,

peste lo colga!.