LA DEMOCRAZIA E’ UN’ALTRA COSA … - di Francesco Briganti
In seguito alla crisi del 1924-25 il regime fascista - fino ad allora al governo in maniera statutaria - subirà una svolta autoritaria che porterà all'abolizione delle libertà democratiche e alla realizzazione di una dittatura autoritaria. Il potere relativamente ampio del regime mussoliniano, ottenuto tramite la soppressione poliziesca dell'opposizione politico-partitica, consentirà al fascismo di imprimere radicali modificazioni al paese, alla sua società, alla sua cultura e alla sua struttura economica. Nel corso dei due decenni di governo, detti Ventennio, il fascismo cercherà anche di imporre la propria visione antropologica al popolo italiano attraverso politiche educative, culturali, eugenetiche e infine attraverso una legislazione razzista e antisemita. In politica estera, il regime promuoverà prima una blanda revisione dei trattati di pace del 1919 per assicurare contemporaneamente una maggiore forza all'Italia e la stabilità in Europa, ma in seguito al sorgere del nazismo in Germania a metà degli anni trenta, il regime compì una spirale di scelte tali che nel suo ultimo quinquennio il fascismo finì col legarsi sempre più al regime nazista, con il quale finirà coinvolto nella seconda guerra mondiale. (……) In Italia il fascismo trovò i suoi precursori negli anni precedenti alla prima guerra mondiale, nel movimento artistico del futurismo (il cui ispiratore, Filippo Tommaso Marinetti, aderì successivamente al movimento di Mussolini), e nel decadentismo di Gabriele D'Annunzio e in numerosi altri pensatori e azionisti politici nazionalisti che si ritrovarono nella rivista Il Regno (Giuseppe Prezzolini, Luigi Federzoni,Giovanni Papini), molti dei quali militarono in seguito nelle file fasciste. Importante fu anche il contributo di correnti di pensiero dellasinistra non marxista, quali il sindacalismo rivoluzionario, ispirato alla dottrina del pensatore francese Georges Sorel. Una spinta decisiva alla nascita del fascismo è dovuta anche al fenomeno, conseguenza della prima guerra mondiale, dell'arditismo. Fu l'indiscussa abilità di politico di Benito Mussolini, ex dirigente del Partito Socialista Italiano, convertito alla causa del nazionalismo e della grande guerra, a fondere la confusa congerie di idee, aspirazioni, frustrazioni degli ex combattenti reduci dalla dura esperienza della guerra di trincea, in un movimento politico che all'inizio ebbe una chiara ispirazione socialista e rivoluzionaria (vedi ilprogramma dei fasci di combattimento del marzo 1919) e che subito si contraddistinse per la violenza dei metodi impiegati contro gli oppositori. La crisi economica del dopoguerra, la disoccupazione e l'inflazione crescenti, la smobilitazione dell'esercito (che restituì alla vita civile migliaia di persone), i conflitti sociali e gli scioperi nelle fabbriche del nord, l'avanzata del partito socialista divenuto il primo partito alle elezioni del 1919, crearono, negli anni 1919-1922, le condizioni per un grave indebolimento delle strutture statali e per un crescente timore da parte dei ceti agrari e industriali di una rivoluzione comunista in Italia sul modello di quella in corso in Russia. In questa situazione fluida, Mussolini colse l'occasione e, abbandonando rapidamente il programma socialista e repubblicano, si pose al servizio della causa antisocialista; le milizie fasciste, appoggiate dai ceti possidenti e da buona parte dell'apparato statale che vedeva in lui il restauratore dell'ordine, lanciarono una violenta offensiva contro i sindacati e i partiti di ispirazione socialista (ma anche cattolici), in particolar modo nel centro-nord d'Italia (soprattutto Emilia-Romagna e Toscana), causando numerose vittime nella sostanziale indifferenza delle forze dell'ordine. Le violenze furono nella gran parte dei casi provocate dagli squadristi fascisti, che sempre più apertamente furono appoggiati da Dino Grandi, l'unico reale competitore di Mussolini per la leadership all'interno del partito, che nel congresso di Roma del 1921 si fece da parte e diede via libera al futuro duce. La violenza crebbe considerevolmente negli anni 1920-22 fino alla marcia su Roma (28 ottobre 1922). Negli ultimi venti mesi di esistenza il fascismo fu coinvolto nella guerra civile con le formazioni partigiane che fiancheggiavano l'avanzata alleata. Alla fine di aprile 1945 con il crollo del fronte e l'insurrezione popolare proclamata per il giorno 25 dal Comitato di Liberazione Nazionale, la RSI fu spazzata via. I suoi elementi dirigenti - compreso Mussolini - catturati dai partigiani, furono fucilati fra 28 e 29 aprile 1945. Con la morte di Benito Mussolini l'esperienza fascista può essere considerata conclusa. (wikipedia).
“ … con la morte di Benito Mussolini l’esperienza fascista (in Italia, ndr) può essere considerata conclusa. “ Oggi è sabato in Italia ed in qualcunqu altro paese al mondo, ed in qualunque altro paese al mondo l’affermazione precedente sarebbe stata esaustiva di per sé nel seno che qualora vi fosse stata una qualche nostalgia o un qualche revanchismo avrebbe avuto altre modalità ed altre forme. Oggi è sabato e come ciascuno degli altri giorni della settimana, dei mesi a succedersi e degli anni uno dopo l’altro, non è un giorno della memoria. La parola memoria in questo paese non ha significati concreti o produttivi.
Leggere è fatica come lo è il ricordare e perciò farò solo ed ancora poche osservazioni:
a) Abbiamo un presidente del consiglio che è arrivato al potere grazie alla considerazione : “ … ne abbiamo provate tante … proviamo anche questa!” pronunciata da un reuccio moderno sulla fatti specie di un reuccio ancore più ridicolo di qualche anno fa
b) C’è una parte politica che segue, quasi alla lettera, quelli che sono stati i primi passi di un ventennio disastroso e perverso, sia pure per motivi diversi e peggiori, quali quello fascista e berlusconiano.
c) La sintesi tra il presidente Renzi e quella parte politica, qualora ci fosse, sarebbe da scongiurare in ogni modo possibile.
d) Quella parte politica andrebbe tenuta sotto controllo spiegando al popolo nient’altro che il Suo stesso passato.
A me dispiace rompere i santissimi in un giorno prefestivo e di riposo, ma se c’è uno sporco lavoro da fare, qualcuno LO DEVE PUR FARE!.