La paga di giuda … - di Francesco Briganti

02.10.2013 18:28

Quando, e nel coro di questi tempi ormai mi capita sempre più spesso, rimango sorpeo da qualche cosa, io ho una strana reazione; mi sento sconfinatamente, desolatamente, ignobilmente solo!. Non fraintendetemi; non è una solitudine fisica e nemmeno è una solitudine mentale è una solitudine da frustrazione che segue quella domanda che invitabilmente ti poni quando dici a te stesso: “ … com’è che non ci ho pensato prima …?”. Tu stai lì una sera a seguire dibattiti, ti accalori, provi pena o schifo per questi o per quegli; ti immedesimi, disprezzi, ammiri, ti rendi partecipe ed attore di una situazione, ne cerchi una disanima, provi ad elencare delle conseguenze, ipotizzi e speri in alcune di esse e poi, tutto crolla perché quell’unica cosa che tu non pensavi perché la ritenevi o troppo stupida o troppo clownesca o troppo inutile perché accadesse, è l’unica che accade. E tu sei lì, come un coglione, che ti guardi attorno e ti chiedi: “… ma allora io non ho capito proprio niente!; ma allora fanno davvero bene quelli che se ne fottono e per di più se ne vantano …”. E ti accorgi così che sei solo!. Solo e non ha risorse, non hai aspettative, non progettazioni possibili perché per quanto tu ti muova nel tuo ambito, secondo le tue possibilità e conoscenze, secondo le tue capacità non riuscirai mai a servire a qualcosa: altri al sopra di te, fuori da te, fottendosene di te continuano, come sempre nel passato, e continueranno a decidere della tua vita come se tu non fossi altro che un pezzo su di uno scacchiere. Cerchi di trovare delle logiche in comportamenti che di logiche sembrano non averne; che senso ha per esempio imporre ventiquattrore di dimissioni per poi alla prima chiamata votare una fiducia; che eno hanno le sceneggiate fatte tra esponenti di uno stesso partito grevi al punto che l’insulto più blando è stato lo scambiarsi l’appellativo di “vigliacco”; che seno ha alzare la voce minacciando sfaceli contro il mondo politico intero e, poi, dopo essere stati bistrattati ed offesi e calunniati in ogni modo possibile accettare un voto di fiducia come la più normale delle cose?. Ditemi, che senso ha?. Il bene del paese … !. E con questo si ingoia tutto, i giustifica ogni cosa, si soprassiede ad ogni nefandezza ed assurdità sociale e politica. In Finlandia, ditemi, o in Inghilterra, o anche nella più profonda foresta dell’Africa nera o della giungla Amazzonica, sarebbero tollerati questi infami teatrini che oramai non si giustificano più nemmeno se li si vuole appunto considerare solo dei teatrini?. Ma dov’è la gente, ma più che la gente, dove sono le persone, quelle che sudano, quelle che tirano la vita, quelle che sull’orlo di una disastro familiare si chiedono ogni giorno come faranno domani?; Ma dove sono quelle persone che, anche non avendo queste preoccupazioni, vedono un paese già caduto nel ridicolo, scadere sempre più nell’incredibile di una gestione che se non è paranoica e liberticida, affamante, e rovinosa per un intero popolo?. IL bene del paese …!. Ma il bene del paese dovrebbe essere il riverbero del bene dei cittadini di quel paese … e quale bene ci può essere nella disoccupazione che aumenta, nei prezzi che salgono, nelle strette creditizie, nelle tasse ed in esattori che non sentono ragioni, che non ammettono impossibilità che rapinano quotidianamente a mano armata e con destrezza?. Io mi sento solo e stanco … perduto in un mondo che non capisco più; in un mondo che non può essere il mio mondo, che non è il mio mondo. Io mi sento solo e sono stanco di essere preso bellamente in giro da facce di culo a cui nessuno affiderebbe mai alcunché se solo non avessero quell’aura da “eletti sapienti” che spacciano per vera sapendo di non essere altro che una schifosissima, merdosa casta di debosciati. Nella mia soluti dine io affermo che tutto ciò che prendono come stipendio e quant’altro, ognuno di essi, lo guadagna: mai come per loro i trentatre denari sono stati PIU’ GIUSTIFICATI.