... la pentola a pressione ... - di Francesco Briganti

06.07.2014 06:43

" La statistica è una scienza esatta. Se sessanta milioni italiani mangiano trenta milioni di polli questa scienza ci dice che ne hanno mangiato mezzo a testa; ora, però, se sei milioni di italiani hanno mangiato dodici milioni di polli e gli altri 54 milioni si sono divisi gli altri diciotto milioni di polli, questo nella pratica realtà significa che c’è chi ha avuto un ala, chi un boccone del prete, chi un osso da spolpare, chi un po’ di pelle, chi un collo e chi, addirittura, è rimasto solo a guardare. Dunque, statisticamente, l’Italia è un paese in cui si mangiano i polli, cucinati nei modi più vari e saporiti, ma, nella realtà, c'è il fatto che mentre qualcuno si “abbuffa”, qualcun altro fa la fame. ... "
Oggi è domenica; i più hanno staccato la spina cerebrale alle 23, o giù di lì, di venerdì desiderando niente altro che arrivare al successivo lunedì senza rotture di cocomeri: troppo essendo la pressione quotidiana cui si è sottoposti. Della restante parte qualcuno lavorerà anche di sabato e di domenica, e qualcun altro il 15 % circa si chiederà, con sempre minori speranze, quanto diversa potrà mai essere l'ulteriore settimana di luglio a venire; pochi, i soliti noti, continueranno a godersi la vita in maniera spropositata come hanno sempre fatto, almeno fino a che non ne scoprono le magagne. Per conto mio, avendo deciso di averne abbastanza, ieri sera, ho mollato il mio da fare bolognese e me ne sono ritornato a casa.
Cosa importi a Voi che leggete, non so, ma la mia giornata ieri è stata di una pesantezza estrema; per come sono fatto io già alle 11 avrei mandato al culo il mondo e, issate le vele, avrei raggiunto quella mia isola deserta ed immaginaria nella quale passare quel che mi resta da vivere. Ma si sa, i sogni finiscono all'alba e quelli ad occhi aperti neppure cominciano e dunque tra uno scazzo e l'altro, tra una ricerca di qualcosa di interessante sui giornali e su internet, qualche futurista disegno (sic!; scarabocchio; ndr) su di un a4 e due penne biro consumate sono riuscito a tirare sin quasi alle otto.
Schifo i soliti noti, faccio mie le perplessità del 15% e rispetto quelli che hanno staccato la spina; detto questo, però, e precisato, senza falsi grilleschi atteggiamenti, che, OGGI; non me frega di niente e di nessuno, mi sono seduto al computer con l'idea di scrivere una storia d'amore. Inventarmi panorami idilliaci, spiagge assolate sulle quali lasciar scorrere a fiumi chiaro scuri romantici, effetti caleidoscopici di natura, brezze leggere a solleticare corpi vagamente eccitati, arpeggi aerei di gabbiani e salti improvvisi di delfini e pesci volanti a stupire pescatori assorti e vagamente hemingwayani proprio nel mentre che, lontana all'orizzonte, su di un mare azzurro fuoco di un riverberio continuo, una petroliera scarica a mare tonnellate e tonnellate di petrolio inquinando e uccidendo ogni cosa.
Ci sono parole, dette o fatte intendere, ed immagini, viste o da incubi peperoneschi la sera, che insieme o separatamente, in certi momenti non lasciano spazio alcuno alla tranquillità, allo svago per lo svago, alla felicità dello stare assieme, al piacere di essere vivi.
Ci sono accadimenti e periodi storici che non danno tregua, che non hanno comprensione per l'altrui esistenza, che non permettono di sognare neanche quei sogni talmente e dichiaratamente tali la cui speranza di realizzazione non è, appunto, nemmeno una speranza.
Non è pessimismo da due soldi e non è cinismo d'acchito ( avete presente il biliardo?; ndr); può darsi si tratti della stanchezza di un sessantenne svaccato dal più e dal meno; ogni essere può essere e, dunque, può anche darsi, invece, che sia il mondo in cui viviamo che sta uccidendo i suoi abitanti: lentamente, sadicamente, con sistematica e persistente sagacia. Che lo faccia metaforicamente o realmente, in quei casi di autodistruzione e resa o in quegli altri di abuso, sopruso e discriminazione, poco importa se poi anche chi vive lo fa da zombie incosciente.
La necessità di queste righe?: NESSUNA!. Se non il personalissimo bisogno di dare un taglio a quella miriade di pensieri che affollano una mente alla disperata ricerca di una boccata d'aria pura fermi sull'uscio di una porta aperta su di una notte insonne. Una sigaretta via l'altra, la gola e gli occhi che bruciano, il cane che scodinzola perplesso ed il sole che sembra aver dimenticato la strada di casa tua e qualche gufo a dire:
"... ma chi cazzo te lo fa fare? ".

Ecco!, a me sembra che quello che viviamo sia uno di quei periodi.