... la pratica rompe la grammatica ... - di Francesco Briganti
I massimi sistemi, quelle questioni importanti di cui parla ed a cui sempre più si riferisce anche la gente, intesa come massa ed aggregazione di nulla pensanti seppur tuttologi dello scibile umano, sono la fregatura del quotidiano. Cerco di spiegarmi meglio:
Quando nel parlare della crisi, oppure più realisticamente dei bisogni, delle urgenze, delle difficoltà quotidiane delle persone comuni si cominciano a tirare in ballo le plutocrazie occidentali oppure lo schiavismo operaio adottato da certi paesi o, anche, la volontà malefica di indefiniti grandi vecchi, in realtà proprio quelle persone comuni stanno dicendo l'una all'altra che non intendono muovere un dito a che la situazione e, più in generale, il sistema cambi.
Infatti, incolpare indefinite entità mai raggiungibili, annoverare questi o quegli tra gli esecutori di quelle entità, posizionarsi come di fronte ad un muro di gomma contro il quale ogni cosa rimbalza, non è altro che una cosciente resa di fronte all'ineluttabile; quindi una auto assoluzione per impotenza manifesta, perciò una resa senza condizioni al divenire di ogni giorno. In realtà, però, tutto questo configura solo una cosa certa, anzi la certifica, di più le conferisce una laurea honoris causa:
gli italiani sono dottori eccelsi in IGNAVIA APPLICATA!.
Dante, il sommo poeta, posizionava gli ignavi nell'antinferno, nemmeno ritenendoli degni di un inferno quale che ne fosse la natura. Ed è esattamente così anche nella quotidianità italiana; tutti noi siamo tenuti in una condizione di tale disagio che potrebbe certamente essere migliorata, ma che non è abbastanza cattiva da indurci ad una ribellione: il peggio di ognuno trova sempre la rivalsa dal peggio di un altro a star peggio e quel guardare indietro rassegna i più a non battersi per tentare di star meglio.
Questa situazione generale è il capolavoro sottile di chi deve raggiungere il proprio scopo con il minimo sforzo ad ottenere il massimo risultato: trasformare un paese operoso in un gregge di asservite pecore ad un pastore,
CHIUNQUE EGLI FOSSE DATA QUESTA LEGGE ELETTORALE E QUESTE VARIAZIONI ALLA COSTITUZIONE,
che pur puzzando di stalla si beerà della propria condizione di DITTATORUCOLO SU DI UN MONTE DI MERDA.
E questo fino a quando qualcuno non lo soppianterà in un crescendo rossiniano di aberrazioni da un lato e di sofferenza dall'altro rispettivamente assegnate al potere ed al popolo.
Dunque i Massimi sistemi e dunque le difficoltà a parlarne alle persone comuni, a quelle cioè troppo attese al quotidiano per preoccuparsi di ciò che succede al di là del proprio meschino, sudato, atavico amato e/o odiato orticello.
Occorre il coraggio della chiarezza e della semplicità. Occorre porre in questa fase ed in attesa di poter reinserire nelle scuole tutte quegli apprendimenti che fanno di una persona comune un cittadino cosciente di una socialità oggi intesa solo come abitudine all'obbedienza, le persone di fronte ad una scelta di responsabilità introducendole alla decisione del voto, di un voto ragionato, mediante esempi semplici e domande retoriche del tipo:
" VORRESTI VIVERE IN PAESE RETTO IN MODO ASSOLUTO DA QUALCUNO CHE LA PENSA IN MODO DIAMETRALMENTE OPPOSTO AL TUO?".
Partendo, anche, dove questo fosse necessario, dal sintetico dualismo: " RENZI SI, RENZI NO", quali che siano le ragioni dell'una e dell'altra causa.
I soloni dei comitati, delle riunioni al vertice, della propaganda di partito, ognuna CICERO PRO DOMO SUA, devono smetterla di incidere nella confusione generale già di suo senza costrutto; in questo paese, qui ed oggi, occorre che ciascun cittadino di buona volontà, che combatta per il SI o lo faccia per il NO, costoro più di tutti, sia protagonista della propria convinzione, ne sia profeta e discepolo, ne faccia diffusione ad personam anche a costo di sentire al proprio passaggio: " ... fingi di non vederlo arriva il rompicoglioni!."
E forse qualcuno domani avrà l'orgoglio vero di poter dire: IO C'ERO!.