… la storia siamo noi … - di Francesco Briganti

20.09.2015 08:58

“ … A Renzi, che da sempre parla come e per conto di Marchionne, i diritti dei lavoratori sono sempre apparsi inutili ostacoli sulla via del profitto degli sfruttatori e dell’uso degli uomini come ingranaggi, come in Metropolis di Fritz Lang o Tempi moderni di Charlie Chaplin. E non gli è parso vero di poter cogliere al volo l’assemblea dei lavoratori del Colosseo (peraltro tenuta nel rispetto delle leggi vigenti, come recita appunto la Costituzione) per piantare un altro chiodo nella croce dei lavoratori, assimilando per legge il turismo ai servizi pubblici essenziali. Peccato che, mentre i servizi pubblici sono (o dovrebbero essere) al servizio dei comuni cittadini, il turismo sia invece la mangiatoia dei soliti succhiaruote: cioè, i profittatori privati e lo Stato. Per il resto di noi il turismo rientra spesso nella categoria dei disservizi pubblici, e i turisti non sono altro che mandrie di barbari che invadono le nostre città d’arte, rendendole invivibili e ingestibili per gli abitanti e i visitatori (che appartengono a una specie diversa dai turisti). … “ (P.L. Odifreddi; Repubblica; ndr) .

L’assimilazione del comportamento di un governo democratico alla volontà soverchiatrice di un regime dovrebbe essere qualcosa di inconcepibile. Il solo sospetto di un’azione di questo genere in un qualsiasi paese dell’occidente europeo farebbe scattare la mobilitazione delle masse, un presidio generale nelle piazze, un grido di allarme ed a raccolta di ogni sincero patriota e di ogni cittadino onesto e fedele alla Costituzione.

Non riesco ad immaginare un solo francese a restarsene a casa, un solo britannico rimanere a guardare indifferente, un solo spagnolo o portoghese o belga o greco lasciarsi trascinare lentamente verso il lager del sopruso e dell’abuso senza prima decidersi a morire nel contrastare quel divenire.

Ma tutto ciò è facilmente comprensibile; chi, infatti, dalla storia, nella storia, ha fatto la storia, è stato protagonista nelle vesti del conquistatore ha coltivato ed accresciuto nei secoli una propria autostima ed una propria dignità d’essere a cui difficilmente rinuncia senza combattere.

Questi popoli hanno anch’essi subito periodi di governi assolutisti e di dominazione straniera, ma la Francia se ne è affrancata con la propria rivoluzione, i paesi anglofoni con la costituzione e la creazione di un impero, gli spagnoli con una vera guerra civile ed i greci con il sangue di un intero popolo a ribellarsi. I tedeschi, caso singolare ed a parte, stanno, in questi anni, riaffermando quella loro indole barbara che li vede tutti pedissequi affiliati ad un potere centrale, quale che sia, ma nemmeno in questo smentiscono le discendenze dell’impero prussiano da cui derivano la propria convinzione del “uber alles” e dunque, pur dominati all’interno, dominano per non essere dominati dall’esterno.

Gli Italiani: sono una commistione misera e meschina di genti riunite non per amore di una unica patria, ma per la fame di solvibilità e possesso di una genìa geneticamente taroccata e di figli di puttana, è difficile dire, infatti e storicamente parlando, quale membro dei Savoia fosse figlio naturale di entrambi i propri genitori. Il regno di Italia nasce dalla rapina della nazione più ricca e solvibile dell’Europa di quei tempi: il REGNO DELLE DUE SICILIE; si configura e cresce sulle tombe dei patrioti che una cronaca distratta ed asservita qualificava briganti e che solo ai nostri giorni la storia ridefinisce martiri; si stabilizza e tenta una rivincita storica con le guerre d’Africa di fascista memoria e con l’invenzione di un impero che era serio cosi come il suo imperatore, marionetta nelle mani di un romagnolo guelfoghibellino anch’esso, era alto e prestante.

Dunque gli italiani. Popolo mai riuscito a sentirsi tale; accozzaglia di genti aduse ad essere pecore in balia di un cane da pastore; gregge transumante da un potere all’altro, da un padrone ad un altro, da un dio trascendente ad uno più immanente ed adorato; l'italiano non conosce, non ha nelle proprie corde, nemmeno riesce ad immaginare l’idea di una lotta unitaria per difendere la propria libertà, la propria dignità, la propria esistenza unitaria, fottendosene, per questo, di ogni singolo a soffrirne ed a morirne.

La stessa lotta partigiana fu, in percentuale, una rivolta ed una conquista di pochi e non di un intero popolo; poi, come immediatamente prima erano tutti fascisti, subito dopo furono tutti partigiani.

Quindi i giorni nostri e Renzi. Quindi la lotta ad ogni voce dissenziente; quindi la limitazione dei diritti; quindi il sopruso di una classe politica a scimmiottare un regno assolutista; quindi la ribalta per chi si mostra irriverente verso un potere concepito asfissiante, questo sì, da tutti; quindi le adunate oceaniche ed inutili ad affermare una sorta di ribellione mantenendo, però, un occhio all’orologio giacché l’ora di cena si avvicina ed il ritorno a casa, al proprio meschino, misero, futile orticello, è pur sempre più importante di qualunque altra cosa.

Non è affatto vero che l’Italia sia di destra o fascista o razzista o sottomessa e rassegnata. E’ tutto molto più semplice e mortificante …

L’ITALIA NON E’, punto e basta!.