… l’appuntamento … - di Francesco Briganti

20.07.2015 10:13

Mi piacerebbe vivere in un paese diverso che fosse questo senza, però, essere “questopaese”. Mi piacerebbe dovermi inventare delle cose, degli avvenimenti, delle circostanze attraverso le quali dare un movimento qualsiasi ad una vita troppo piatta per il suo essere tranquilla. Mi piacerebbe essere fautore ed attore ed anche narratore di favole per bambini adulti: triller, avventurosi, polizieschi o che dir si voglia, tali da assimilarsi alla fantascienza più che al possibile ed al probabile. Mi piacerebbe un mondo diverso!.

Ancora al lavoro, sotto un ombrellone, a passeggiare su di un lungomare o per sentieri di montagna, attesi al riposo più assoluto o alle ansie quotidiane in cerca di un lavoro o in attesa di una pensione sempre più ipotesi quando anche dovesse arrivare, sappiamo tutti che, invece, fantascienza è quella tranquillità vivibile, sogno di ciascuno onest’uomo, a credere in un mondo giusto per quanto sempre perfettibile.

Due settimane fa, eoni geologici se funzione della memoria italiana, sull’altra sponda dell’adriatico veniva celebrato quel desiderio di cui parlavo in una terra sconquassata dal malgoverno e dal malaffare; un popolo già sin troppo afflitto da restrizioni ed obblighi a riparazione coatta di errori non suoi, ma dei quali pure, complice, aveva goduto, chiedeva al mondo di avere pietà e di non infierire lasciandogli il tempo e la vivibilità di poter assolvere ai propri doveri; chiedeva, quindi, un gesto di benevolenza che gli consentisse di non morire di quei doveri.

Come è andata a finire lo sappiamo tutti; ogni altro accenno e considerazione è pleonastico ed inutile; è utile, però, rinfacciare a quel mondo negazionista ed anche a quel mondo partecipe e solidale con quella questuante richiesta, al uno ed agli altri, rispettivamente che: suicidi, fallimenti, disperazioni e malasanità ulteriori saranno sempre e solo colpa sua; una spiaggia ed una giornata di sole sono bastati a far passare in ultimo ordine vicende che sembravano aver marchiato a fuoco ogni anima.

“Questopaese” crede che a riscattare sé stesso basti l’intensità di qualche giorno di urlata compartecipazione, di sacrosanta indignazione, di sperticata e manifesta riprovazione. ” Essopaese” vive la fola di una rinascita saziandosi e dissetandosi con le parole struse di una promessa o con gli spot auto referenziati di una politica millantata tale e, viceversa, figlia della più becera trama a perseguire lo scopo dei pochi riusciti ad assurgere al Olimpo di deità false ed ingannevoli. Quelle deità, avendo compreso che devono la propria esistenza in ruolo proprio e solo all’imbecillità dei dissetati e saziati da quelle favole, ne elargiscono a piene mani ed a gran voce onde non ne manchi mai abbondante presenza a soddisfare.

Nella peggiore delle ipotesi, in “questopaese” la prossima elezione, salvo ulteriori colpi di mano, vedrà la luce alla scadenza naturale di un governo illegittimo, imposto ed esecuzione contraria di ogni programma elettorale; ma e sin da ieri l’altro è iniziata la rassegna delle promesse: si parla già, infatti, di ipotetici regali a farsi proprio nel mentre che si studiano leve a togliere e rapinare.

La memoria storica come quella breve non è una qualità dominante degli italiani; allo stesso modo lo sono l’irrazionalità ed il fideismo per cui, sin da ora, io mi sento di dire che, a tempo debito, prima piuttosto che dopo, lo scontro elettorale vedrà affrontarsi due contendenti: questo Pd e quel M5S al quale, non fosse altro che per inesistenza di alternative, andranno tutti i desiderata possibili a non ritrovarsi con quel Renzi, dittatore in fieri e mancato, sull’altra sponda di un ballottaggio.

La prospettiva è oggi, lo sarà di più allora, delle più tristi e sconsolanti in quanto lasciato l’uno insipiente ed inutile governante, scegliere l’altro, se le sue caratteristiche nel frattempo non dovessero cambiare, aggiungerà inesperienza ed integralismo e confusione al caos vigente spalancando le porte sul ultimo traguardo: quello tagliato dall’uomo forte o dalla oligarchia definitiva.

Quindi l’appuntamento, gli appuntamenti, a cominciare dalla prossima finanziaria in poi saranno solo tappe ad inseguire quel giorno; sin da ora, pur avendo appena affermato quanto ho appena affermato e precisata una stante mancanza seria ed unita di alternativa a sinistra, anche la mia partecipazione al voto sarà consapevolmente espressa in favore di quel movimento per due chiare motivazioni : la speranza di essermi sbagliato in una valutazione e, in caso contrario, la definitiva e dirimente eutanasia …

di una democrazia da ricostruire.