Las cinco de la tarde … - di Claudia Petrazzuolo

22.04.2013 20:30

Cantami o diva, del Pelide Achille l’ira funesta che, infiniti, addusse lutti agli Achei, molte anzitempo all’Orco generose travolse alme d’eroi e di cani e d’augelli orrido pasto lor salme abbandonò …(Iliade, cap. I°, Omero). Così comincia una delle opere letterarie più grandi nate dalla mente di un uomo; vi si narrano le vicissitudini relative alla guerra di TROIA (non malignate), delle inimicizie tra combattenti, pur alleati tra loro, della intelligente furbizia di Ulisse, del coraggio di Ettore, della bellezza di Elena, della fame di potere di Agamennone, della forza di Achille e del tutto in un contesto di una realtà in cui gli dei la facevano da padroni aiutando o sabotando le parti in causa. E’ un’opera sublime, a volte difficile da leggere, ma assolutamente istruttiva: ci sono tutti i sentimenti concepibili, vi si trovano capitoli di immensa poesia, di sprezzo del pericolo, di grandi eroismi, di estreme furbizie, di angosciosi tradimenti, di disprezzo totale per tutto ciò che è altro da SE’; se Omero nascesse oggi in Italia, io credo, scriverebbe L’ITALIEIDE. In questo paese sono vita quotidiana, diversamente vissuti ed interpretati con nomi e sembianze diverse, gli stessi attori e gli stessi avvenimenti. C’è anche qui una guerra di TROIA, ma c’è una differenza sostanziale al coraggio dei Greci e dei Troiani, gli italiani preferiscono sostituire e far prevalere come modus agendi la ipocrisia, la falsità, il doppio gioco, l’interesse personale combinato con quello politico mascherando il tutto da altruistico sacrificio istituzionale; un esempio su tutti: le lacrime della Fornero addolorata dal dover mettere in croce i pensionati. Le lacrime della Ministra (boh!) mi commossero ed altre lacrime mi hanno, molto più di recente, commosso … sapete, quell’empatia istintiva che ti prende quando qualcuno dà mostra della propria sofferenza, ma poi, non devi soffermarti a pensarci perché altrimenti analizzi, altrimenti deduci, altrimenti concludi e quest’ultima parte, quella sì, ti fa piangere, infatti azinando le rotelline cerebrali ti accorgi che ancora una volta loro piangono lacrime di coccodrillo e qualcun altro ingrassa nel mentre che tu non puoi sederti per il dolore … ( a buon intenditor). E così nell’Italieide di oggi s’è scritto un altro fondamentale capitolo; s’è sancito un ennesimo sacrificio per il bene del belpaese, s’è santificato l’immondo abbraccio tra Achille ed Ettore; i quali, nemici al mondo, gozzoviglieranno, da oggi in poi, assieme e con la benedizione degli dei. Un ultima cosa, ho scoperto oggi che l’Agamennone o l’Ettore italiano (scegliete Voi quale dei due) è stato anni addietro troiano o greco e che solo dopo aver preso una sonora lezione (potevano pur dargliela più pesante) è passato nel campo avverso; questo particolare protagonista del nostro poema è veramente eccezionale e non finirà mai di stupire per la facilità con la quale spara le cazzate più sfrontate senza nemmeno arrossire un po’.
… se cumpliò nuestro destino.