… le metamorfosi … - di Francesco Briganti
La realtà e la finzione scenica sono due cose differenti e per distinguerle l'una dall'altra, qualche volta, occorrerebbe avere un microscopio elettronico tanto sono inter connesse e/o simili. E’ proprio nelle differenze esistenti e nelle pieghe comuni a finzione e realtà, che nella società moderna si combatte una profonda battaglia tra due mondi, forse e financo, tra due specie dell’ESSERE, a tutti i livelli considerate.
Il termine “ Politica “ tradotto letteralmente e dal greco, lingua da cui ha origine, significa “governo della città” ed è stato nel tempo traslato ed elevato fino a comprendere il governo di una nazione. La guerra in corso, non è cruenta nel senso letterale del termine, ma lo sarà certamente, mortale per gli sconfitti, nel senso esaustivo di una loro scomparsa. I contendenti in campo sono:
a) da una parte quelli per cui la politica è concertazione, rispetto delle diversità sia morfologiche che di opinione, approvazione e condivisione del buono, quale che fosse la parte da cui viene, in una peculiare e netta distinzione tra le varie, quando non opposte, visioni di un percorso a farsi per raggiungere un traguardo, comunque, comune. Quindi e di questa parte sono i fautori di una democrazia a tutto tondo, intesa nella pienezza del suo significato: governo di un popolo rappresentato al massimo grado, funzione del popolo e per il popolo. Il tutto sia pure attraverso una delega elettiva.
b) dall’altra parte del campo c’è una visione del tutto differente. La politica viene intesa come la capacità di alcuni, uomini, movimenti o partiti che fossero, a reggere le sorti di un governo che, però, si legittima, quando lo fa, su paletti attesi alle esclusioni di minoranza al disotto di una certa quota percentuale di rappresentanza e su di un decisionismo, non sempre esaustivo di per sé, figlio di premi ad ottenere ciò che le urne eventualmente non danno e, comunque, garantito nel governare e non particolarmente attento ed anzi molto infastidito da quelli che sono, secondo quella visione, i legami, le rispondenze meglio detto, proprie di una democrazia rappresentativa e non attesa ad eleggere un vertice, poi, solo demiurgo della cosa pubblica.
Volendo sintetizzare il discorso si possono distinguere i contendenti identificando i primi secondo una visione ideologica tesa a vedere riuniti ed assieme i simili con i simili e funzione di una destra e di una sinistra ed i secondi quali esponenti di una trasversalità fattiva, senza se e senza ma, attesa alla distruzione del antecedente ed alla costruzione di un futuro comunque differente e voglioso di dimenticare, a volte di ripudiare e condannare senza mediazione alcuna, il pregresso.
E’ indubbio che, oggi, la visione ideologica della politica arranchi sul campo di battaglia; la diatriba intestina che si svolge, finzione?, nel partito di governo ne è la dimostrazione più evidente. Quel partito mostra nel proprio essere l’ossimoro politico della presenza in contemporanea di entrambe i modi di intendere la politica mostrando al esterno tutte le contraddizioni che da questo derivano e sfoggiando, impunemente, un segretario, massima espressione di un pragmatismo spinto fino al eccesso più limite.
D’altro canto, ed in contraltare, il maggior antagonista del partito di governo è, al momento, un movimento icona genetica di quella politica pragmatica e trasversale le cui sfaccettature sono tante e tali e talmente simili e/o coincidenti, per certi versi, con quelle proprie del segretario del partito di governo che ci sarebbe da chiedersi come mai quest’ultimo non vi abbia aderito anziché, da cavallo di Troia, infiltrarsi e snaturare quello in cui milita.
Sembra evidente, infatti, che scambiare per sinistra ideologica quello che da un certo punto in poi è stato il cammino governativo del partito finito nelle mani del premier Renzi è l'errore più grosso che si possa fare paragonabile soltanto a quello di credere di trovare nel M5S quei principi e quelle caratteristiche che fanno di una persona una persona solo di sinistra o solo di destra.
E' vero, la rappresentazione scenica del movimento è fedele ad alcuni dettami della ideologia socialista e comunista, ma e per chi non si fermasse alle proprie speranze e decidesse di ascoltare e vedere tutte le assonanze, non dovrebbe esserci sorpresa alcuna nel riscontrarne altrettante di destra e di estrema destra.
Ora, se questa trasversalità, la storia e non un parolaio quale io sono lo insegna, è utilissima per distruggere qualsiasi sistema, essa, però, diventa genesi di caos e di tensioni sociali, anche massime, quando ci si decidesse A COSTRUIRLO UN SISTEMA; né giova ad alcuno, nemmeno al movimento stesso o al partito di governo, pensare che: " per ora va bene così, poi vedremo ...".
L'onestà di intenti, la purezza verginea da incontaminati, la pretesa di unicità, quando anche fossero vere e reali, essendo un segno caratterizzante il pragmatismo dei Secondi tra i combattenti, sono virtù fruttifere se spese per cambiare gli altri e non lo sono, mai!, quando fossero usate per elevarsene al di sopra con la presunzione di essere gli esclusivisti dell’ unica ragione. Questa pretesa, avesse anche l'appoggio manifesto di un qualche dio, chiunque e ovunque la si professasse, non farebbe che moltiplicare all'infinito ogni e tutti i rischi dell'integralismo e del fondamentalismo, nemici acerrimi della democrazia in qualsiasi attribuzione si voglia intenderla!.
Le conseguenze?; A vincitori sul podio ... le vedremo!.