Le mie prigioni … (di Silvio Pelvico) - di Francesco Briganti

19.09.2013 07:53

“ … Più specificatamente secondo l'articolo 2, commi 2 e 3 del codice penale nessuno può essere punito per un fatto che secondo una legge posteriore non è reato e se vi è stata sentenza di condanna ne cessano gli effetti e l'esecuzione; inoltre se vi è stata condanna a pena detentiva e la legge posteriore prevede solo la pena pecuniaria la pena detentiva si converte in pena pecuniaria. Se la legge del tempo in cui fu commesso il reato e le posteriori sono diverse, si applica quella le cui disposizioni sono più favorevoli al reo, salvo che sia stata pronunciata sentenza irrevocabile (art. 2, comma 4 c.p.) … (Wikipedia)”. “ … Una sentenza si dice irrevocabile proprio perché passata in giudicato (come lo è una sentenza definitva pronunciata dalla Cassazione, ndr) …). Allora ha parlato!; dall’alto dl suo scranno faraonico e con tutto l’apetto di una mummia egiziana Tut Ank NANON ieri ha deliziato per l’ennesima volta il popolo Italiano. Devo confessare che non l’ho ascoltato e nemmeno ho letto qualcosa al riguardo. Sapevo già cosa avrebbe detto e come me tutti quelli che hanno visuto in questo paese negli ultimi vent’anni. Non è disinteresse, non è schifo, è peggio è noia mortale conseguente al ripetersi suino di uno zombie ridicolo che la chirurgia estetica mantiene assieme più per pietà che per risultato chirurgico. Io di quest’uomo non ne posso più; mi danno otticamente fastidio i suoi scherani, acusticamente nausea le sue amazzoni da 20 euro la dozzina, olfattivamente disgusto la viscida saliva che esce dalle loro bocche, ignobilmente dolore la finta predisposizione verso quel popolo di drogati dal nulla esistenziale che sbavano ad ogni parola che una sottospecie di delinquente miglior rompicoglioni degli ultimi cento cinquanta anni pronuncia. Chiunque avesse un minimo do intelligenza e di rispetto di sé tra questi drogati, farebbe un po’ come ho fatto io, andrebbe in internet ed andrebbe a cercarsi cosa vuol dire “retroa atività di una legge punitiva” e cercherebbe di capirne il significato profondo. Il legislatore ha voluto tener conto, siamo una società garantista, della sorte del condannato e ha stabilito, art. 25 della nostra costituzione, che una legge più severa rispetto alle precedenti non possa avere effetti su chi ha commesso un reato prima della sua entrata in vigore; ma stabilisce ulteriormente che questo principio non può applicarsi quando la sentenza sia diventata irrevocabile e, dunque, la legge Severino è assolutamente idonea a sancire la decadenza da senatore di questo faraonico matusalemme che deve far schifo anche al Padreterno che proprio non lo vuole dalla sue parti. Tutti questi Signori che si arrampicano sugli specchi della persecuzione e tutti quegli altri che, assoldati o idioti politici o semplicemente menti disinformate, sono da questo servite e non c’è diatriba lessicale o filosofica che tenga: tutto ciò che dovesse andare a favore di questo evasore fiscale e ladro con destrezza delle nostre sudate banconote, SI SAPPIA IN GIRO, dovrà necessariamente valere per ciascuno di NOI e loro signori politicanti, destra sinistra e centro, NON DOVRANNO nemmeno ESSERE ASCOLTATI qualora tentassero di giustificare o di dare una spiegazione ad una simile porcheria quando questa venisse studiata ed applicata, a meno di dire contemporaneamente: “ Reagite Italiani EVADETE IL FISCO!”. Quante volte avrò scritto che questo è uno strano paese; quante volte avro lamentato al cielo che gli Italiani sono un popolo inesistente come tale, ma assolutamente vigliacco e prono di fronte al potente anche a costo della propria stessa condizione di vita; quante volte ancora essi dovranno sentirsi deridere dal resto del mondo, non già per la sfortuna di avere una classe politica indegna, ignave, maramalda e grassatrice?; sembra impossibile, ma ogni volta che si crede di aver raggiunto un fondo da cui finalmente risalire, ecco che qualcun ci mostra come si possa scavare ancora per sprofondare ancora più in basso e sempre più nel letame e nell’indecenza. Ebbene, il BUE API nostrano, (bue, non toro, capisci a me!; ndr.) sta discendendo, e finalmente, anche lui tutte le scale possibili della vergogna; si sta incamminando a vivere una vecchiaia, per il tempo che gli rimane, di assoluta assenza di dignità e rispetto verso sé stesso e male fanno i figli e gli amici, quelli veri se ne ha, a non rendergliene ragione. Ma quaand’anche tutta la legislazione gli desse ragione, resterebbe sempre e comunque un fatto: E’UN DELINQUENTE condannato in via definitiva e, come tale, sconti la propria pena e poi, nel caso, ne riparliamo!.