… legittima difesa … - di Francesco Briganti

20.10.2015 09:00

“ … Ciò che è costituzionale si misura al pianoterra della società. Inapplicabile al mio caso le attenuanti generiche, se quello che ho detto è reato, l’ho ripetuto e continuerò a ripeterlo. Sono incriminato per avere usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico. Nobile perché pronunciato e praticato da valorose figure come Gandhi e Mandela, con enormi risultati politici. Democratico perché appartiene fin dall’origine al movimento operaio e alle sue lotte. Per esempio uno sciopero sabota la produzione. … (Erri DeLuca; Repubblica; ndr) .

“ Art. 52 c.p. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di una offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.

Elementi costitutivi : (A.) Una situazione aggressiva. Tale situazione è delineata dal legislatore in termini di pericolo attuale di un offesa ingiusta ad un diritto proprio o altrui. E’ necessario in primo luogo che il pericolo sia eziologicamente riconducibile ad una condotta umana, che può essere tanto attiva che omissiva. Non necessariamente deve trattarsi di una condotta colpevole e dunque sorretta da dolo o colpa. Attualità del pericolo: 1. Imminenza (pericolo incombente al momento del fatto). 2.Persistenza (aggressione iniziata non si è ancora conclusa). (B.) Una reazione difensiva. Necessità di difendersi: il pericolo non può essere evitato se non reagendo contro l’aggressore; Possibilità di fuga: la valutazione sulla possibilità di fuga, che escluderebbe la scriminante va effettuata in relazione agli interessi in gioco, escludendo la rilevanza della possibilità di fuga solo quando si verrebbe a provocare a sè o ad altri un danno maggiore rispetto a quello derivante dalla reazione lesiva. Proporzione: la reazione difensiva deve essere infine proporzionata all’offesa minacciata. Il raffronto deve essere svolto tra le offese comparate tenendo conto dei beni su cui le stesse incidono. Beni omogenei: è sufficiente confrontare l’intensità dell’offesa; Beni disomogenei: si deve fare ricorso alla gerarchia dei valori dell’ordinamento giuridico e poi al grado di intensità dell’offesa. … “ (IL DIRITTO PENALE; BLOG SPOT 2011/10; ndr).

Ci sono, io credo, nel compendio delle righe precedenti, nelle parole di Erri De Luca ed in quelle a leggersi nel codice penale e nella loro esegesi, ogni e tutte le interpretazioni possibili e necessarie a che in “questopaese” il popolo ritrovi sé stesso, la propria dignità, il proprio diritto a vivere una vita “ da condizione umana “ viceversa sempre più da animale e sottoposta ad una soma che più greve sarebbe da eutanasia.

Lo scrittore è andato sotto processo per aver utilizzato il verbo “ SABOTARE “; chiamato a difendersi da chi ne ha temuto la forza, ha spiegato quanto fosse legittimo quell’uso: esso è previsto nello statuto dei lavoratori; esso è previsto in una strategia più ampia di difesa dei diritti ed è, pertanto, anche semanticamente giusto; esso è, infine, una libera espressione di un libero pensiero di un uomo libero in uno stato libero. I giudici di un tribunale di “questopaese” in via di trasformazione in “questoregime” hanno sancito, di nuovo e se ancora dovesse ripetersi, QUESTO PRINCIPIO : OGNUNO DI NOI E’ LIBERO DI DIRE CIO’ CHE PENSA, QUANDO LO PENSA, DOVE LO PENSA E COME LO PENSA!.

Erri, in più e nel suo intervento, aggiunge un altro concetto altrettanto importante se non di più; egli afferma che “ CIO’ CHE E’ COSTITUZIONALE SI MISURA AL PIANO TERRA DELLA SOCIETA’ “; cioè è dal popolo che deve venire una regola di comportamento e non deve essere il popolo a subirne oblighi, limiti e costrizioni quando questi fossero illogici, ingiusti, inutili, fuorvianti, aderenti ad interessi particolari, economici o comunque di parte. Quel tribunale ha stabilito, ancora se ce ne fosse bisogno, che l’uomo E’ SOGGETTO e NON OGGETTO.

E qui, io introduco nel gioco rivoluzionario, quello vero, quello di chi ha interesse al bene di tutti e non solo ad una propria vanagloriosa esistenza personale o di parte, quale che fosse, il diritto previsto dal codice penale alla legittima difesa.

Chiunque, avesse anche solo appena la capacità cognitiva di un bimbo alle elementari, deve, DEVE, trarre le proprie conclusioni da quanto all’art. 52, dalle precisazioni stigmatizzate, focalizzando la propria attenzione su di un concetto preciso: “ BENI DISOMOGENEI; SI DEVE FAR RICORSO ALLA GERARCHIA DEI VALORI DELL’ORDINAMENTO GIURIDICO E POI AL GRADO DI INTENSITA’ DELL’OFFESA … “.

La vita è un bene?; la dignità di vita è un bene?; il lavoro è un bene?; la sopravvivenza è un bene?; il diritto allo studio è un bene?; e quello alla sanità?; e quello alla nutrizione?; e quello al riposo, allo svago, alla ricerca di un benessere sia pur minimo, lo sono?.

Questi diritti sono sanciti nei principi della nostra Costituzione all’art. 3 commi 1 e 2; dunque se minacciato della privazione di ognuno di essi, ciascuno di noi ha il diritto di difendersi per intervenuta legittima necessità.

Questa necessità è dettata da un GRADO DI INTENSITA’ DELL’OFFESA inquadrabile oltre i limiti del tollerabile?.

Un uomo, maschio, femmina, vecchio, giovane, che scava nella spazzatura per mangiare; che dorme all’addiaccio perché non ha casa; che da esodato si disperi perché non ha stipendio e non ha pensione; che da imprenditore attende da anni dei pagamenti che non arrivano ed è a rischio fallimento; che non lavora; che non può curarsi; che non ha più una istruzione adeguata; che veda i ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri; che riscontri come i privilegi di alcuni si espandono geometricamente nel mentre stesso che le restrizioni di altri fanno altrettanto; che non può più accertare se è malato o se non lo è; che deve subire imposizione di ogni genere sotto il ricatto della e pena la privazione di ciò per cui ha lavorato e sudato una vita; che si dà fuoco o in qualsiasi modo rinunci a vivere; che veda sé stesso contare sempre meno in nome ed in funzione di regole economiche, di mercato, di interessi che con la sua esistenza non hanno nulla a che vedere …

QUELL’UOMO E’ IN UNA SITUAZIONE TOLLERABILE? O L’OFFESA che gli si sta arrecando ha raggiunto UN GRADO MASSIMO DI INTENSITA’ E, ciò nonostante, CONTINUA A CRESCERE?.

Vedete, essere con ERRI DE LUCA non basta; dichiararsi al suo fianco; gioire con lui per una sua vittoria; rifiatare dall’ansia perché un principio è stato riaffermato, pensare : “ … per stavolta ci è andata bene … “; tutto questo NON BASTA PIU’.

Non basta più ammirare e dichiararsi Erri De Luca; è ora che tutti noi …

SI SIA ERRI DE LUCA!.