L’elogio della Follia (Enconium Moriae; 1509, Erasmo da Rotterdam) - di Claudia Petrazzuolo

05.04.2013 19:45

Il saggio si apre con un elogio da parte della Follia (Morìa) - che parla in prima persona- di sé stessa. Subito essa prende le distanze dai "mortali" lasciando intendere la sua natura divina. (… …) la Morìa descrive se stessa come portatrice di allegria e spensieratezza, e giustifica l'autoelogio con la sua natura schietta, che si rivela anche nel linguaggio diretto. Nel libro si riportano numerosi esempi e citazioni a favore della grandezza della Pazzia, e della sua utilità per la felicità dell'essere umano. Essa è in noi fin dall'atto stesso della nascita, che non potrebbe avvenire senza la sua presenza, e ci accompagna durante tutta la vita aiutandoci nella relazioni interpersonali e nell'autocompiacimento, fino alla vecchiaia, che "neppure ci sarebbe" "se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza". Nell'ultima parte si ha un esame critico degli abusi della dottrina cattolica e di alcune pratiche corrotte della Chiesa cattolica romana - alla quale peraltro Erasmo era stato sempre fedele. La posizione critica si estende però solo ai religiosi - senza risparmiare nessuno, dagli ordini mendicanti ai pontefici - e mai a Dio, che è l'unico essere perfetto, e nella sua perfezione ha in sé anche un pizzico di follia. Moira conclude dicendosi "dimentica di quello che ha appena detto" ed invitando gli ascoltatori stessi a scordare l'orazione, spronandoli piuttosto ad applaudire, vivere e bere. (Wikipedia)
Il tempo NON PERSO dal nostro amato Presidente della Repubblica, dai dieci saggi e dai nostri politici, nessuno escluso, ha fatto oggi tre vittime: a Civitanova Marche SONO STATI SUICIDATI Romeo Dionisi, Anna Maria Sopranzi e Giuseppe fratello di Anna Maria. Non v’è dubbio alcuno che la morte dei tre poveri sventurati non ha altri responsabili materiali se non le vittime stesse, ma ha sicuramente come responsabili e mandanti la DISPERAZIONE, la VERGOGNA, la TRISTEZZA di vedersi ridotti in una condizione per niente dignitosa dopo una vita di lavoro e di onorata esistenza. Anna Maria, pensionata a 600 euro mensili, e Romeo, disoccupato ed in credito di denaro da una azienda che dimentica o impossibilitata non dava nessuna notizia, piuttosto che chiedere aiuto ai servizi sociali hanno preferito TOGLIERE IL DISTURBO così come Giuseppe il quale non ha retto alla dolore della perdita e si è lasciato morire gettandosi in mare dal molo. Disperazione, vergogna, tristezza sono la diretta conseguenza di una situazione tragicamente comune e largamente diffusa nella popolazione italiana. Hanno origine dall’incertezza di un oggi che ha troppo passato senza dare una mediazione per il futuro vissuto senza speranza e senza uscite; nascono dalla miseria morale che a poco a poco affiancandosi a quella economica la sublima al punto da rendere la MORTE COMUNQUE MIGLIORE DI UNA VITA NON VITA; sono ultima funzione di una comportamento irresponsabile di una classe politica, ai vari gradi di potere, che pasce sé stessa di chiacchiere e discussioni, di finte degnazioni ma nessuna indignazione, di ciarlate innovazioni ma nessun rinnovamento, di verbi al condizionale o al futuro e nel rifiuto di ogni verbo attivo e dirimente al tempo presente considerato: la nostra classe politica E’ L’ATTUAZIONE PRATICA DELLA FOLLIA PURA!. Sono tutti ubriachi non di alcool ma di auto referenziazione; si lasciano scorrere addosso i giorni le settimane i mesi e gli anni senza badare a ciò che loro accade intorno; si vendono al ridicolo del mondo abbrutendosi e allo stesso tempo sollazzandosi con ed alla miseria crescente di un popolo allo stremo delle forze ed anzi prendendo a propria vigliacca auto legittimazione questa condizione che solo a parole dicono di voler risolvere; quindi DISPERAZIONE, VERGOGNA e TRISTEZZA sono figlie consanguinee di questa classe politica miserabile e mandante e come tali hanno una colpa oggettiva ma non sono le uniche responsabili perché in un TRIBUNALE PENALE ASSASSINI E MANDANTI hanno lo stesso grado di responsabilità e prendono entrambi l’ERGASTOLO!.
IO VI ACCUSO MISERABILI ESSERI: VERGOGNATEVI!.