... L'INCOMPIUTA ... - di Francesco Briganti

03.07.2016 09:40

2 luglio 2016; notte inoltrata, Francia, Bordeaux, stadio nuovo, due nazioni in campo: l'una festeggia, la Germania, l'altra no, l'Italia; sull'erba verde calpestata dallo spirito agonistico dei contendenti lacrime e risa si battono vicendevolmente pacche sulle spalle come se si fosse di fronte ad un vittoria condivisa e non al cospetto di chi continua e di chi, sconfitto, ritorna a casa.

Della Germania, non solo calcistica, non potrebbe fregarmene di meno. Non ho considerazione per i teutonici da sempre e da me individuati come un popolo stoltamente vanaglorioso e fintamente contrito per le schifezze storiche di cui si è caratterizzato; è un popolo manifestamente atteso alla tutela dei propri diritti ed interessi e del tutto incurante di quello che quella tutela poteva, può e potrebbe costare a tutti gli altri, dunque e di conseguenza assolutamente deciso a raggiungere il traguardo prefissato. Occorre dire che questa è cosa che, in tutti i campi, costasse quel che costasse, quasi sempre gli riesce. Perciò, spese queste poche parole su di loro, sorvolo e vado oltre.

L'italia calcistica, ieri sera, è stata la fotografia, il fac simile, la trasposizione sportiva del paese Italia: un insieme grandioso di possibilità incapaci di concretizzare se stesse!.

Come in ogni cosa in questo paese ci si è trovati alla fine di fronte ad un grande futuro possibile calpestato da un quotidiano mortificato dalla ineluttabilità di una incapacità a mantenere costante quel credere nelle proprie potenzialità di riscossa e di difesa dei propri obiettivi; come in uno sciopero ad orari di ufficio, arrivati al momento di battere i pugni sul tavolo per ottenere ciò per cui si è lottato, qualcuno ha lasciato uscire la propria determinazione lasciandola andare verso l'autocompiacimento, verso la paura di poter vincere, verso la convinzione di un proprio peccato originale, verso l'avvertito cinismo del destino cinico e baro contro il quale nulla è possibile, con l'esito finale dello sperpero continuo, sbeffeggiato e vano, di un sacrificio gettato al vento della vittoria altrui.

Ieri sera l' Italia calcistica non è vero che ha conquistato il rispetto dell'intero mondo calcistico da cui poco era considerata al pari del paese; ieri sera, l'Italia calcistica ha mostrato al mondo che l'Italia è sempre la stessa : una congrega di eroi possibili che si arrendono all'arrivo sull'ultima spiaggia!.

" ... ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore,
non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore,
un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo e dalla fantasia ... "

siamo un popolo di santi poeti e navigatori, siamo persino un popolo di eroi

"... e chissà quanti ne hai visti e quanti ne vedrai di giocatori
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche tipo di muro
e adesso ridono dentro al bar ... "

ma preferiamo il bar, ci sembra più scenografico essere quelli che raccontano il loro " falso incidente " , il loro possibile oscar, il loro esser andati un tanto così dall'aver il mondo in pugno giacché morire per qualcosa fosse pure un diritto inalienabile ci impedirebbe poi ...

di esserne protagonisti nel raccontarlo!.