L’uccello dalle piume di cristallo … - di Francesco Briganti

22.07.2013 07:22

In chimica si possono considerare come “vetri” tutti quei liquidi solidificatisi senza la formazione di cristalli attraverso un velocissimo sistema di raffreddamento. Si può partire dall’ Ossido di silicio SiO2, dal disossido di germanio GeO2, dall’anidride borica B2O3, dall’anidride fosforica P2O5 e dall’anidride Arsenica As2O5. Ono, questi, materiali che hanno una cristallizzazione molto lenta. (…Nel linguaggio comune (e nella seguente trattazione), il termine vetro viene utilizzato in senso più stretto, riferendosi solamente ai vetri costituiti prevalentemente da ossido di silicio (vetri silicei), impiegati come materiale da costruzione (soprattutto negli infissi), nella realizzazione di contenitori (ad esempio vasi e bicchieri) o nella manifattura di elementi decorativi (ad esempio oggettistica e lampadari). La maggior parte degli utilizzi del vetro derivano dalla sua trasparenza, dalla sua inalterabilità chimica e dalla sua versatilità: infatti, grazie all'aggiunta di determinati elementi, è possibile creare vetri con differenti colorazioni e proprietà chimico-fisiche …. Wikipedia). Aggiungendo dell’ossido di piombo PbO2 si ottiene il cristallo; in funzione della quantità di PbO2 si otterrà un cristallo più o meno migliore qualitativamente. Con il cristallo, così come con il vetro, attraverso la lavorazione si ottengono degli splendidi oggetti d’arte o di quotidiano utilizzo. Il tutto parte però dalla sabbia, prevalentemente da quella più diffusa: la sabbia silicea delle nostre spiagge la quale a sua volta è fatta da miliardi di granellini distinti l’uno dall’altra, ma che insieme, ad esempio, formano quella fastidiosa seconda pelle che un qualsiasi bagnante si ritrova addosso quando vi ci si rotolasse in mezzo. La sabbia viene riscaldata a temperature altissime fino a che fonde in un corpo unico plasmabile in tante cose diverse e di diverso colore ed utilità, ma occorre sottolineare che quale che sia lo scopo finale, l’ultimo risultato è quasi sempre uno spettacolo a vedersi. Il cristallo, più prezioso del vetro, poi racchiude nello scopo del suo utilizzo finale il compito di fondere assieme il concetto del bello e del funzionale: esempi ne sono i lampadari, i servizi di bicchieri, ma assume anche il compito del bello per il bello fine a sé stesso, senza nessuna utilità pratica se non quella di un appagamento del gusto dell’estetica relativo all’indole di ciascuno. Tanto più il binomio bello funzione è inversamente proporzionale, tanto più prezioso dl punto di vista della pratica risulta essere un oggetto in cristallo. Faccio un esempio banalissimo: un vaso portafiori ed un soprammobile, entrambi di Boemmia, entrambi delle stesse dimensioni entrambi finemente decorati, magari a mano, entrambi delicatissimi e fragili, entrambi molto costosi, ma il primo capace di rendersi anche utile perché supporto e contenitore di fiori ad allietare la vista, il secondo solo splendido a vedersi. Fossero costati entrambi la stessa cifra, per il possessore, il primo sarebbe senza dubbio più utile del secondo. Nel costruire oggetti di cristallo i maestri di quest’arte sciolgono, spesso, le ali della loro fantasie per accoppiare perciò un’idea pratica ad una che dia pace e gusto e serenità alla vista e così abbiamo lampadari che riflettono la loro stessa luce con mille sfaccettature ognuna importante ed allegoricamente decisiva o delicate flute a gustare dei preziosi beveraggi che danno soddisfazione al corpo ed all’anima. Di corrente di pensiero diversa sono coloro i quali, invece, prendono ad esempio degli animali maestosi, un aquila ad esempio, o alberi maestosi, una quercia ad esempio, o addirittura monumenti maestosi, il duomo di Milano ad esempio, e ne riportano in scala una splendida copia in cristallo; in questo secondo caso nulla di tanto e così bello sarà poi stato altrettanto statico. Ecco perché, mentre quasi mi muovo a commozione davanti ad un servizio di bicchieri in cristallo, ma confesserò che fosse anche del peggior vetraccio sarebbe lo stesso, rimando del tutto indifferente ed anzi mi considero truffato nelle mie speranze, quando osservo la completa e suprema bellezza di un paio d’ali spiegate come al volo più libero e capace di una riproduzione di un AQUILA IN VOLO. Se solo le chiederete di provarci ANDRA’ IN MILLE PEZZI, non ne è capace!.