… L’ULTIMA TENTAZIONE DI … - di Francesco Briganti

11.11.2015 07:54

Una mensa della Caritas. Un uomo, anche distinto, ordinato nel suo vestire consunto; barba bianca e sguardo un po’ sperduto, timido e ritroso di fronte all’intervistatore. Narra la propria storia di persona che ha perso il lavoro ed è costretta a vivere alla meglio in un mondo di non vedenti per scelta consapevole. “ … la dignità? … “ gli sento dire ad un certo punto “ … la dignità?... quando per sopravvivere si arriva qui alla Caritas è già da un pezzo che la si è persa …!”. Io affermo che c’è più dignità in quel uomo ed in tanti, tantissimi nelle sue condizioni, di quanto potrà mai averne una qualsiasi di quelle merde che ci governano e si definiscono “politici”.

“ Non c’è più la destra e non c’è più la sinistra!; Sono concetti superati e di una geografia politica quasi fosse dettata dalla disposizione in parlamento dei singoli “seduti sulle poltrone”; come a dire che se invece di essere riuniti per gruppi i parlamentari fossero “seduti” a casaccio su quelle seggiole la politica, da essi professata e messa in atto, sarebbe migliore e più funzionale e più aderente al reale bisogno dei cittadini. Una stronzata siderale!. I termini “destra e sinistra”, per quanto di origine materiale, hanno indicato, indicano ed indicheranno sempre due differenti filosofie, due differenti visioni della vita e, per innumerevoli versi, due opposti modi di porsi al mondo.

“ Cosa sono io?” o meglio dovrei chiedermi “ chi sono io? “ o, ancora e di più, dovrei arrivare ad interrogarmi su quale è il mio rapporto con il fuori da me. Quindi il cosa sono: sono un essere senziente, con una propria capacità di pensiero e dunque di raziocinio, capace di guardare all’esterno vedendo tutto ciò che c’è da vedere; capace di trarre impressioni e deduzioni, capace di sintetizzarle in conclusioni conseguenti, capace di convenirne o criticarle, capace, per tutto ciò, di agire e reagire in funzione di quelle; dunque il “chi sono io”: io sono un uomo libero che vuole si rispetti questa sua libertà. La conseguenza principale è che se voglio rispetto io DEVO DARE rispetto e da questo ogni soggettivo rapporto con “ il fuori dal sé” senza poter prescindere da tutto quello che a quel obbligo consegue.

Le dittature comuniste, le cito per prime così non ci si sbaglia e quelle fasciste erano o entrambe di sinistra o entrambe di destra; niente di tutto questo, erano semplicemente, drammaticamente, indecorosamente aberrazioni animali della attuazione umana di due opposte visioni della vita; aberrazioni che non hanno nulla a che vedere con il concetto trascendente del “ RISPETTO “. Ma l’essere comunista e l’essere fascista, hanno, ancora oggi, due differenti identificazioni nel porsi al mondo. Anche questa affermazione è, però, una estremizzazione esagerata di una idea originaria. Il tutto ritrova una dimensione più civile, più sociale se la si normalizza nei termini più semplici e comprensibili di “ sinistra “ e “destra “ o, meglio, di socialismo e liberalismo: nella estrema e provocatoria sintesi di “ più stato ” o di “ meno stato ”.

Allora la domanda finale da porsi può essere, in un mondo che fosse quello del rispetto elevato a sistema : “ Chi avrà maggiore considerazione del bene comune, il pubblico o il privato?. Chi, per indole, per genesi, per formazione mentale, per scelta consapevole, per indirizzo utilitaristico perseguirà il bene comune, il pubblico o il privato? “.

Ma noi, io, Voi, Tutti, viviamo in un mondo dove il RISPETTO E’ ELEVATO A SISTEMA?. A questa domanda alcuni rispondono che è quello il mondo nuovo che vogliono creare e chiedono il credito necessario per poterlo fare. Il credito per poterlo fare … ed io, Voi, Tutti Noi DOVREMMO darglielo quel credito; ditemi, però, perché se prima si chiede COME si intenda procedere per creare quel mondo ci si sente rispondere che …

destra e sinistra non esistono più?.