… ma che tempo che fa … - di Francesco Briganti

18.01.2014 08:56

Piove, maremma “disombrellata”!. Camminare sotto l’acqua che scende è uno dei miei passatempi preferiti lasciando che lo sguardo vaghi abbacinato dalla luce dei lampioni e dai mille arcobaleni visibili, ognuno gioco di gocce colpite di traverso da lampi improvvisi e figli del soffio del vento mentre il pensiero vaga libero scansando o godendo di sé stesso, delle sue soste e delle sue fughe su e da quagli scogli improvvisi nel mare della memoria.
Piove, maremma truffaldina!. Piove che Dio la manda; piove che qualcuno ha dimenticato aperti i rubinetti del cielo; piove che il Pescia sembra il Mississipi e le cinque terre, non molto lontane, tremano e sono in allarme due; piove in attesa dell’ennesimo, temuto e purtroppo probabile; sconvolgimento da cui la protezione civile e lo “stato italiano”, questo stato italiano, insieme, separatamente, sinergicamente, indipendentemente l’una dall’altro, non sanno prevenire con un’opera costante e continua che sia ad un tempo madre di un lavoro utile e risolutore e messa in sicurezza del territorio.
Piove, maremma iconoclasta!. Cadono gocce indifferenti su chi in nome di una diversità nuova dal vecchio incontra bugiardi truffatori rei condannati per tentare una meta da anni da altri promessa e mai raggiunta. Lo sprezzo del ridicolo e dell’incomprensibile neanche vela e nasconde la voglia egoistica del successo a tutti i costi; l’alterigia del gol “manodidio” concede lo spazio al “dopo di me e senza di me il diluvio”; l’egoismo altruistico e l’altruismo egoistico di un segretario fa il paio societario con quello di chi “a me il comando oppure fottetevi”, intersecandosi ed ignorandosi, contemporaneamente ed alternativamente, con quello che “ o questo governo o tutto allo sfascio”.
Piove, maremma complottista!. Intanto un deputato qui, un ministro là, un sotto segretario sopra o un senatore sotto da soli, assieme, in associazione, in assoluta onestà, con palese strafottente disincanto, comunque cinici e perversi, parlano di nomine ed affari, di intrallazzi e favoritismi, di incassi e di spese, di arricchimenti e sodalizi, di diamanti e razzismo, di opportunità mancate o prese al volo, della fortuna di un terremoto, della soddisfazione di avere una banca, immersi nella miseria più profonda cui sempre più spesso l’animo umano sembra tender onde fare da contraltare a quella fisica di un popolo allo stremo frustato e flagellato dalla propria pazienza e gioia egoistica della sua ignavia più becera e colpevole.
Piove, maremma desolata!. Un imprenditore si uccide, un operaio piange, un anziano scava nei rifiuti, un esodato tira a campare, un disoccupato cerca di non smettere di cercare. A Taranto si ammalano da incuria ed ingordigia altrui, a Mirafiori si discrimina ed a Termini Imerese si prospettano altri licenziamenti; a Genova si temono dislocazioni all’estero nel mentre che una montagna ed una valle attendono treni veloci a viaggiare vuoti su una linea ferrata che, inutile, sarà costata mille volte più del necessario. Dall’Alpi a Pantelleria, dall’Asinara alle Tremiti passando e sopportando da ed ogni porcheria possibile aspettando che smetta di piovere e torni finalmente il sole.
Piove, maremma maiala!. I tempi sono grevi e gravi ed occorre aver pazienza quando non si avesse il coraggio per smettere di averne: ed allora la partita del pomeriggio e poi quella della sera e le altre del domani; e poi la posta che porta un pentimento, una dichiarazione d’amore, la ricerca di un affetto perduto; e quindi lo spettacolo delle luci alla ribalta di un vita indirettamente in diretta che serva da oblio purificatore, malinconico e masochista. In un sabato di gennaio si attende il dì di festa a rendere quella pace domenicale che, comunque ed a prescindere, consenta un riposo fittizio, stanco ed immemore, che dia forza al lunedì successivo nel tutto e con tutto pur di non pensare.
Piove, maremma festaiola!. …fino a che non si ricomincia!.