… Mario Rossi, Italiano … - di Francesco Briganti

24.09.2013 07:45

L’italiano è veramente una specie a parte nel quadro generale della razza umana. Pensateci: la evoluzione, intesa come sviluppo di quella specie animale poi differenziatasi nel genere HOMO, non è nata in Italia: ebbe origine in Africa. Le prime civiltà organizzate si svilupparono in quei territori che oggi si chiamano Asia Mediorientale, continuarono poi con le dinastie dei faraoni in Egitto e raggiunsero il loro culmine nella Grecia dei filosofi e dei guerrieri e da lì si trasferirono in quel lembo di terrà che, definita Magna Grecia, era abitata dagli Itali, da cui il nome Italia, antico popolo stanziato nella odierna Calabria. Da questo lembo di terra la conoscenza e le sue prerogative e conseguenze si estesero a tutta la penisola focalizzando Roma come loro punto nevralgico e fulcro, riuscendo, da qui, come fosse pandemia, a “infettare” tutto il mondo allora conosciuto. A distanza di migliaia di anni dalla comparsa della prima scimmia a camminare eretta e poi dalla comparsa dell’homo sapiens sapiens, l’unica civiltà che è madre ancora vivente del presente è quella radicata e tramandata nel e dal popolo Italiano. Furono i romani che conquistarono il mondo e che fecero della loro cultura una fonte generale; essi riuscirono a cogliere i migliori aspetti delle società allora presenti ed a fonderli con i loro; italiane furono le grandi menti che aprirono i varchi della scienza ed ancora italiani furono persone come Marco Polo e Cristoforo Colombo che varcarono i confini dell’allora mondo conosciuto aprendo alla conoscenza altre terre, altri popoli altre culture e colture. Sebbene terra divisa e di conquista, figli dell’Italia furono grandi condottieri, grandi artisti e grandi letterati e furono, infine, alcuni di questi figli ad immolarsi affinché una pletora di staterelli, diversi e alieni l’uno per l’altro, divenissero una nazione ed un progetto, ancora irrealizzato, di popolo. In questo paese, sebbene avesse scelto di nascere altrove e vorrà pur dire qualcosa questo, trovò sede e patria la religione del Cristo; italiani furono quelli che contribuirono a fare grande l’America intera e moltissimi dei paesi europei e del resto del mondo; italiano è il primo sogno di un Europa unita ed unitaria ed italiani ne sono i principali artefici contribuendo, anch’essi con gli altri, a far sì che l’Italia sia uno dei paesi più amati al mondo anche da coloro che non vi sono mai stati. Certo L’Italia è stata anche madre di tante nefandezze: il martirio dei cristiani e poi la santa inquisizione e poi il fascismo solo per citare qualche esempio azimut della nostra sempre presente e connaturata perfidia e, pur tuttavia, QUESTA, enfatizzata, forse tirata un po’ per i lembi del vestito, forse anche un po’ esagerata, è, sotto gli occhi di ognuno, la nostra storia al punto che nessuno mai, in nessun caso ed in nessun luogo potrà confutarla o smentirla. La nostra storia!. L’analisi grammaticale di questa esclamazione ci dice che : nostra è un aggettivo possessivo ad indicare un qualcosa in compartecipazione tra tutti e che storia è un sostantivo, maschile singolare, ad indicare una serie di vicende, concatenate l’una all’altra, al fine di renderne ciascuna espressione e patrimonio di ognuno degli uno dei tutti; dunque, ciascuno di noi è legato ad ognuno degli altri da qualcosa di più forte degli stessi legami di sangue; ciascuno di noi è padre, madre, figlio, fratello, fruitore, artefice, protagonista e spettatore di quanto ognuno degli altri fa, dice, muove, sciupa, conserva, cura, crea, distrugge; ciascuno di noi ha e non ha esattamente tutto quello che ha e non ha ciascuno degli altri, siamo perciò una famiglia; di più!, siamo per sillogismo aristotelico, di fatto, un popolo e la terra che viviamo E’ una nazione. Bello!, di più, stupendo!; quindi, BEAUTIFUL UND WUNDERBAR ET MAGNIFIQUE Y MARAVILLOSO …, ma se così è, com’è che abbiamo permesso a questo piccolo paradiso di diventare da “giardino d’europa” (Metternich) quel “ventre molle della vacca” (Churchill) quale con grande sagacia e disprezzo previggente fu definito al termine della seconda guerra mondiale?; com’è che questa terra di santi poeti e navigatori si è trasformata in un proscenio di nani, ballerine, prostitute, ed arrivisti del nulla tesi al solo e più sfrenato egoismo?; com’è che quel progetto di popolo, in teoria capace di scrivere i dettami della più bella dichiarazione d’intenti al mondo, la COSTITUZIONE, non è, poi, mai riuscito a realizzarla nei fatti?. Presidente, onorevoli e senatori, Papa e cardinali e tu, mio fratello italiano, TUTTI VOI, AIUTATEMI a capire, per favore!, altrimenti potrei anche impazzire … o, forse, pazzo lo sono già, per il solo fatto di perdere il tempo necessario a scriverle, queste domande.