... masaniello ... - di Francesco Briganti

07.04.2016 12:04

Roma capitale assomma in debiti la stratosferica somma di 13 miliardi di euro, forse sedici in funzione di un calcolo diverso.
Roma capitale volesse pagare i propri debiti subito, dovrebbe poi e per due anni smettere di pagare stipendi e cessare di offrire servizi.
Siccome ciò non è possibile, Roma capitale, verserà in conto e sino al saldo all'incirca 500 milioni di euro l'anno: buona parte di questi sono soldi pubblici, dunque miei e Vostri.

La storia ci dice che dopo Teano, e grazie all'eroe Garibaldi, il Regno delle due Sicilie fu annesso a quello di Piemonte e Sardegna così perfezionando l'opera di unificazione della "patria italiana". Vittorio Emanuele II ne diventò il sovrano e nacque così la nazione Italia non più solo espressione geografica.

La cronaca, invece, ci racconta di un Regno borbonico ricco per almeno quaranta volte le riserve piemontesi, per lo più non di oro ma cartacee; di un sud industrializzato e, poi, depredato persino delle strumentazioni esistenti; di campi di concentramento e di fucilazioni di massa di partigiani resistenti definiti briganti e di parte della popolazione civile; di una invasione a rapinare ed a trasportare al nord ogni ricchezza asportabile; di una politica della terra bruciata onde distruggere sino alle radici ogni resistenza alla conquista.

Napoli oggi, il sud in generale, sono visti dal resto d'Italia o come espressioni folcloristiche da sopportare più che da amare in quanto fratelli in Patria oppure, tra i più vigliacchi e criminali, come un peso da scaricare e tranquillamente sacrificare all'egoismo di casta geografica ed in nome di una nazione, la Padania o il nord est o un nord più generalizzato che dir si voglia, ladra ed egoista che, però, non esiste se non come espressione geografica artatamente creata.

Le colpe specifiche di questa situazione sono in gran parte degli abitanti le regioni del sud, di quei politici che quei cittadini hanno eletto, di una strumentale assuefazione al dominio altrui; tutti motivi che si estrinsecano in quel "tira a campare " ed alla conseguente "arte di arrangiarsi " cui quelle stesse popolazioni sono state costrette ad abituarsi per non doversi di nuovo armare e ribellare all'ennesimo padrone straniero.

il dato di fatto, oggi e comunque, è che nessuna delle città del sud assomma debiti mostruosi quali quello romano e per quanto alcune di esse abbiano visto cospicui aiuti dallo stato, leggi Catania ad esempio, quegli stessi aiuti non possono nemmeno essere considerati come una forma di risarcimento al passato giacché non ne basterebbero se considerati per dieci volte tanto il loro effettivo ammontare.

Ora, a questione meridionale mai risolta, il futuro sindaco di Roma, chiunque egli sarà, dovrà giocoforza battere cassa allo stato centrale se non vorrà sedere al campidoglio contando già i minuti che lo separano dal proprio fallimento e lo stato centrale, quale che ne fosse il governo, dovrà dargli ascolto poiché non esiste al mondo che la capitale di una nazione civile fallisca e non paghi i propri debiti, dunque, sarà tutto grasso che cola se al quotidiano vigente non si aggiungeranno altre corone di spine a far sanguinare i nostri già delusi portafogli.

Io però ed a questo punto mi chiedo e domando : " ... ma se De Magistris e/o chi per lui, i napoletani, i calabresi ed i siciliani, i pugliesi ed i lucani ...

decidessero di essere stanchi di vendere pesce? ".